Vedi CAERWENT dell'anno: 1973 - 1994
CAERWENT (v. s 1970, p. 171)
Pur conoscendo ancora poco della storia e dell'evoluzione complessiva della città, fondata subito dopo la conquista romana del Galles (forse come stazione militare il comando era affidato al vincitore dei Silures, Sex. Iulius Frontinus, quindi nel 74-77 d.C.), nuovi dati sono emersi dalle ricerche condotte sull'architettura e l'urbanistica di età romana e, in particolare, su alcune strutture e classi di materiali. Uno degli ambienti minori allineati alle spalle della basilica forense (interpretati come uffici), collocato a NO, è stato individuato come sede della curia: ha il pavimento a mosaico e pitture murali raffiguranti prospettive architettoniche. In questa zona era probabilmente posta una statua, di cui possediamo l'iscrizione (RIB, 311), fatta eseguire attorno al 220 d.C. dalla Civitas Silurum in onore di T. Claudius Paulinus, già legato della Legio II Augusta, di stanza nella non lontana Caerleon (v.).
Fra le case finora scavate, una, provvista di cortile, ubicata nei pressi della porta S, è stata interpretata come mansio (soprattutto sulla base delle dimensioni): alcune stanze erano riscaldate mediante ipocausto; un grande ambiente era pavimentato con un mosaico di buona qualità. Altre case di un certo impegno (presenza di peristilio, approvvigionamento idrico mediante condutture, piccoli impianti termali, pavimenti mosaicati, pitture murali) appartenevano forse a curiales (membri del consiglio municipale). Alcune delle insulae, invece, erano occupate, soprattutto lungo il fronte della strada, da piccole costruzioni strette l'una accanto all'altra: botteghe, probabilmente, di commercianti o artigiani.
È stato ripreso in esame il tempio di tipo romano-celtico a E del foro, che è stato datato a epoca successiva al 330- 335 d.C. Provvisto di abside aggettante, era inserito al centro di un témenos, cinto da un muro, nel cui àmbito erano apparentemente comprese anche una casa di notevoli dimensioni a Ν (casa del sacerdote?) e alcune costruzioni a E (botteghe?). Era forse dedicato a Marte Ocelus, variante locale di Marte Lenus: di questa variante siamo informati da un'iscrizione (datata al 23 agosto 152 d.C.) posta su una base di statua rinvenuta in una casa in un'altra area della città, con dedica a Mars Lenus sive Ocelus Vellaunus (RIB, 309). È stata messa in relazione con questo santuario, ma senza prove decisive, una non lontana struttura a pianta ovale, interpretata come anfiteatro. Potrebbe in effetti trattarsi di un'arena (sia pure incompleta), ma fors'anche di un edificio con altre funzioni: p.es. un mercato di bestiame.
Bibl.: J. Wacher, The Towns of Roman Britain, Londra 1975, pp. 375-389; R. J. Brewer (ed.), CSIR, Great Britain, I, 5, Wales, Oxford 1986; S. S. Frere, in Britannia, XVIII, 1987, pp. 307-309 (datazione del tempio); XIX, 1988, pp. 163-189 (basilica).
(J. WILKES)