CADURCI (Καδοῦρκοι)
Popolo dell'Aquitania (v.), stanziato fra la Garonna e la Dordogna; il territorio, già da essi abitato, conserva il nome di Le Quercy, evidente derivazione del nome antico.
I Cadurci erano nella clientela degli Arverni (Caes., Bell. Gall., VII, 75). e presero parte fra i primi alla rivolta gallica condotta da Vercingetorige, che ebbe in uno dei loro, Lucterio, il suo compagno più audace (ibid., VII, 5). Ancora dopo la sconfitta di Vercingetorige, Lucterio continuò a dar molestie ai Romani (ibid., VIII, 30 segg.) fino a che fu vinto (anno 51 a. C.) dal legato C. Caninio e fatto prigioniero.
In età romana essi formano la Civitas Cadurcorum (E. De Ruggiero, Diz. epigr., s. v.), che è ricordata, sebbene raramente. nelle iscrizioni (Corp. Inscr. Lat., XIII, 1541); assai scarsi sono del resto i monumenti epigrafici dati dal loro territorio.
Plinio (Nat. Hist., XIX, 8 e 13) e Strabone (IV, 2, 2) ricordano i Cadurci come valenti tessitori di lino: i loro prodotti avevano infatti raggiunto tale rinomanza che cadurcum si diceva per antonomasia una buona coperta di lino o anche una coltre imbottita con cascami di lino.
La loro città principale era Divona (Tolom., II, 7, 9), nome che in lingua celtica significa "sorgente"; più tardi, col procedimento consueto nella Gallia, essa prende il nome del popolo, da cui deriva a sua volta il nome moderno di Cahors. Il centro fortificato più importante, intorno a cui si svolge la campagna di Lucterio già ricordata, era invece Uxellodunum: la sua ubicazione è dubbia alcuni lo pongono al Puy d'Issolu.
Bibl.: Corp. Inscr. Lat., XIII, i, p. 206; Ihm, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III, col. 1171; C. Jullian, Histoire de la Gaule, 5ª ed., II, Parigi 1924, p. 499 seg.