FONDULO, Cabrino
Signore di Cremona, nato il 28 marzo 1370 a Soncino, da Venturino. Ugolino Cavalcabò, fattosi proclamare signore di Cremona (giugno 1403), trova nel F. un capitano espertissimo e fortunato contro i Ghibellini. Ma Ugolino nel dicembre 1404 è fatto prigioniero da Astore Visconti: Carlo Cavalcabò prende il dominio della città, che governa per mezzo del F. e più tardi fa incarcerare Ugolino evaso dalla prigionia. Di questa discordia fra i Cavalcabò approfitta il F.: convita Carlo, reduce da Milano, e altri della famiglia nel castello della Maccastorna e li fa trucidare (24 luglio 1406); poi fulmineamente s'impadronisce della città. Per consolidare il proprio dominio conchiude una tregua con Giovanni Maria Visconti (1406), aderisce prontamente all'alleanza che il Dal Verme stringe, a nome del duca, con Mantova, Venezia, Bologna e il Terzi, signore di Parma, contro Facino Cane (v.); e il 6 aprile 1408, ottiene dal Visconti, per i servigi resi, l'investitura di Soncino col titolo di conte. Con lo stesso Visconti, con Gian Francesco Gonzaga, Nicolò D'Este e Pandolfo Malatesta si collega il F., nel maggio 1408, contro il Terzi, lo sconfigge e occupa Colorno, Brescello e Guastalla. Abbandonati i Guelfi, offre la sua alleanza a Facino Cane, il quale, insediatosi quale governatore in Milano e bramoso di abbattere i Malatesta suoi rivali, porta le armi contro Bergamo e Brescia. Ma il tentativo del F. d'impossessarsi di Soncino finisce con una piena disfatta (1411). Spento Gio. Maria Visconti dai congiurati ghibellinì e morto nello stesso tempo Facino Cane, il F. conclude una tregua con Filippo Maria (dicembre 1412). Poi pensa di legittimare il proprio dominio e si fa conferire (1413) dall'imperatore Sigismondo la nomina di vicario imperiale in Cremona e la conferma dei titoli di conte di Soncino e marchese di Castelleone; respinge gli assalti di Pandolfo Malatesta e nel gennaio 1414 accoglie con magnificenza in Cremona, l'imperatore Sigismondo e il papa Giovanni XXIII.
Minacciato dal Malatesta, spintosi sotto le mura della città, il F. si vede costretto a una tregua e a volgersi, per difesa, verso il duca. Ma deve fare atto di vassallaggio: Cremona è eretta in contea (1° gennaio 1415), di cui viene investito il F. Subito egli tenta di scuotere il giogo visconteo: pacificatosi col Malatesta, si collega con lui, con Filippo Arcelli e col marchese di Ferrara: Filippo Maria, sul principio del 1416, deve conchiudere con la lega una tregua per due anni. Ma la rompe nel maggio 1417, incaricando il Carmagnola d'impadronirsi del Cremonese. Il F. assediato in Cremona, sente imminente la fine e vende la città al duca per 40.000 ducati d'oro, serbando la signoria di Castelleone (gennaio 1420).
Ma Filippo Maria diffida di lui; risoluto di perderlo, lo accusa di accordi segreti coi Veneziani, lo fa arrestare e processare. Il F. è condannato alla confisca dei beni e alla decapitazione; la sentenza eseguita il 12 febbraio 1425.
Il F. rivelò alte doti di capitano e d'uomo di governo; ma l'energia spietata ond'egli diede ripetute prove gli fece attribuire propositi di folle ferocia.
Bibl.: Cronaca di Cremona dal MCCCIC al MCDXLII, in Bibl. historica italica, I; Cronaca del Gadi (sotto il nome del falsario Redenasco), ms. nella Bibl. gov. di Cremona; Baris, Historia di Soncino, ms. nella Bibl. gov. di Cremona; Cavitelli, Annales Cremonenses, Cremona 1588; Campo, Historia di Cremona, Milano 1645; Fiammeni, Castelleonea, Cremona 1652; Arisi, Cremona literata, Parma 1702-1705; id., Praetorum Cremonensium series chronologica, Cremona 1731; Ceruti, Biografia Soncinate, Milano 1834; F. Robolotti, Cremona, e sua provincia, Milano 1859 (di scarsissimo valore); F. Galantino, Storia di Soncino, Milano 1869; Minto, C. F., Cremona 1896; Boni, La rocca di Maccastorna, in Arch. stor. lod., XXVII. V. anche le Storie di Milano del Corio e del Giulini e i Doc. dipl. mil. raccolti dall'Osio.