Scrittore sovietico (Sěker, Kirghizistan, 1928 - Norimberga 2008). Cominciò a pubblicare nel 1952, dapprima in kirghiso, poi in russo, immettendo nella tradizione letteraria russa la vita e l'epopea nazionale kirghisa in un reciproco arricchimento di entrambe. Džamilja (1958, trad. it. 1961), storia delicata di una donna kirghisa che, liberatasi dall'oppressione, si conquista il diritto alla felicità; Povesti gor i stepej ("Racconti di montagne e di steppe", 1962), Pervyj učitel´ ("Il primo maestro", 1963, trad. it. 1996) Proščaj, Gul´sary! ("Addio, Gul´sary!", 1966, trad. it. 1988); Belyj parochod ("Il battello bianco", 1970, trad. it. 1972); Rannye žuravli ("Le prime cicogne", 1975, trad. it. 1978), aventi a soggetto personaggi e luoghi dell'Asia centrale, sono caratterizzati da un originale ricorso alla tradizione letteraria popolare, all'epoca nazionale, in una poetica fusione di realtà e fantasia. Inoltre: I dal´še veka dlitsja den´ ("Un giorno dura anche più di un secolo", 1981).