BUZZOLINI
Il cognome di questa famiglia lucchese è noto fin dal sec. XIII con il notaio "Franciscus Gratulini Buzolini"; notai furono anche due suoi figli, Ronzino e Francesco, da cui discendono i due rami principali.
Ronzino di Francesco morì prima del 1336 ed ebbe due figli, Franceschino e Bernardo; da quest'ultimo nacque Stefano, che nel 1381 era fattore della compagnia Bartolomeo e Francesco Buzzolini, e che fu anziano nel 1395, 1399 e 1400, podestà di Montecarlo nel 1392, vicario di Massa di Lunigiana nel 1404, e morì nel 1427 senza discendenza. Il fratello di Ronzino, Francesco, ebbe due figli, Labbruccio e Nello.
Da Labbruccio nacque Francesco che fu anziano nel 1364 e nel 1369; nel 1370, primo della famiglia, fu gonfaloniere. L'anno successivo fu ambasciatore a Firenze e in seguito fu anziano per gli anni 1372-74, 1382, 1389, 1395-96; fu console della Corte dei mercanti nel 1370. Il Sercambi annota che Francesco fu il primo gonfaloniere dopo il riacquisto della libertà dalla dominazione pisana e che fu anche il primo vicario di Pietrasanta, e ancora: "così come fu il primo a decti offici, così il primo mercadante che fallisse doppo nostra libertà" (I, p. 187). Sappiamo che Francesco (attivo ad Avignone nel 1372) fallì, con i compagni Chigiano di Pagano, e Michele di Chigiano, intorno al 1375.
Di Nello di Francesco conosciamo tre figli: Franceschino, Betto e Bartolomeo. Franceschino fu anziano negli anni 1376, 1378-79, 1384, 1392, 1397 e 1399; nel luglio-agosto 1400 fu membro della Balia dei dodici, per il quartiere di S. Paolino; fu consigliere della Corte dei mercanti nel 1370 e nel 1389; nel 1371 rappresentava ad Avignone la società di arte della seta di cui era contitolare con i fratelli Betto e Bartolomeo; nel 1381 era sempre associato al fratello Bartolomeo, mentre nel 1407 risultava ormai mercante in proprio "senza compagno, né factore, né garsone". Fece testamento nel 1418: aveva sposato prima Lena di Guido Rapondi e poi Margherita di Pietro Martini, con una dote di 600 fiorini. Dei suoi quattro figli gli sopravvisse il solo Paolo, mercante a Parigi e anziano nel 1437, 1439, 1447 e 1449 che lasciò erede il cugino Gregorio di Carlo di Bartolomeo.
Betto di Nello, mercante come i suoi fratelli, fu anziano negli anni 1352, 1354-55, 1359, 1369-70 e 1371, gonfaloniere nel 1371 e consigliere della Corte dei mercanti nel 1370.
Da Bartolomeo di Nello discende l'unico ramo dei B. che sia sopravvissuto in Lucca. Bartolomeo divenne anziano negli anni 1353, 1357, 1360-61, 1370, 1372, 1374, 1377, 1380, 1381 1390, 1397-99, gonfaloniere nel 1381, 1385, 1389, 1394, ambasciatore a Firenze nel 1376, vicario di Pietrasanta nel 1374; fece parte della Balia eletta per la revisione degli statuti il 29 dic. 1375 e fu infine uno degli statutari per la riforma delle norme dell'arte della seta nel giugno 1382. Ricoprì numerose volte le cariche di consigliere e di console della Corte dei mercanti; con i fratelli Betto e Franceschino aveva costituito una compagnia che sappiamo vigente almeno dal 1371; l'anno successivo Bartolomeo rappresentava la società ad Avignone; nel 1381 Bartolomeo e Franceschino continuavano ad essere associati dopo la morte del fratello Betto.
Figli di Bartolomeo furono Piero, Niccolò e Carlo, tutti mercanti: il primo era a Genova nel 1408 e nel 1418; Niccolò fu alle dipendenze della compagnia di Baldassarre Guinigi, e si trasferì a Parigi dove lo sappiamo attivo ancora nel 1436. Carlo, che morì nel 1430, era garzone di Matteo Trenta nel 1407; fu poi in compagnia del fratello Niccolò. Fu console della Corte dei mercanti dal 1416 al 1418, e nel 1420, 1422, 1424, 1426, 1428, 1430, consigliere nel 1416, 1418, 1420, 1423, 1425-1427, 1429, e in genere regolarmente eletto in varie commissioni della magistratura mercantesca. Fece parte nel 1430 della Balia che successe alla caduta di Paolo Guinigi, con cui era imparentato per aver sposato una figlia di Michele Guinigi; fu rettore dello Spedale della Misericordia.
Gregorio di Carlo, rimasto orfano ancora fanciullo, sotto la tutela di Iacopo Turchi, era l'unico rappresentante dei B. che sopravvivesse nella seconda metà del Quattrocento. Nel 1452 era operaio della chiesa di S. Maria Corteorlandini; un documento del 1473 lo qualifica nobile; fu anziano negli anni 1452, 1454, 1457, 1459-60, 1461, 1466, 1470, 1472, 1475, 1479, e gonfaloniere nel 1468 e nel 1477; morì prima della fine del 1481. Ebbe tre figli, Niccolò, Bartolomeo e Piero, tutti e tre mercanti.
Fonti e Bibl.: Lucca, Bibl. governativa, ms. 1109: G. V. Baroni, Notizie genealogiche dele famiglie lucchesi (sec. XVIII), cc. 657-701, 711-713; Archivio di Stato di Lucca, Comune,Corte dei Mercanti, n. 14, cc. 3, 4, 5rv; n. 15, cc. 4, 7v, 10, 11, 12, 154; n. 16, cc. 3, 11, 13, 15v, 16, 19, 24, 25, 26rv, 27rv, 41, 45, 46; n. 17, cc. 2, 4v, 5, 8v, 10v, 11, 22, 24v, 30v, 31v, 32, 35v, 361, 44, 46v, 50, 53, 59, 60, 69, 70, 71v, 73, 75rv, 81, 82, 87, 91, 94, 97, 105-106v, 111v, 114v, 115v, 123rv, 125v, 128, 136v, 139v, 140, 142, 143v, 145v, 149, 166v; n. 82, c. 7rv; n. 83, cc. 6v, 8; n. 84, c. 4v; n. 85, cc. 5v, 8; n. 94, c. 175v; n. 95, cc. 6v, 36v, 48v, 52v-53, 55rv, 56v, 59, 61, 66rv; n. 96, passim;n. 97, passim;n. 143, c. 74v; n. 144, c. 28v; n. 145, passim;Ibid., ibid., Notari, n. 762 (ser Benedetto Franciotti), c. 285; Lo Statuto della Corte dei mercanti in Lucca del 1376, a cura di A. Mancini-U. Dorini-E. Lazzareschi, Firenze 1927, pp. XV, 174, 179, 190; R. Arch. di Stato in Lucca, Regesti, II, a cura di L. Fumi, Lucca 1903, ad Indicem;III, 1, a cura di L. Fumi e E. Lazzareschi, ibid. 1925, ad Indicem; III, 2, a cura di E. Lazzareschi, Pescia 1933, ad Indicem; IV, a cura di L. Fumi, Lucca 1907, ad Indicem; V, a cura di E. Lazzareschi, Pescia 1943, ad Indicem;G. Sercambi, Le Croniche, a cura di S. Bongi, Roma 1892, I, pp. 187, 390; II, p. 77; III, p. 8; Il memoriale di Jacopo di Coluccino Bonavia,medico lucchese (1373-1416), a cura di P. Pittino Calamari, in Studi di filologia italiana, XXIV(1966), pp. 352, 354, 386; G. Tommasi, Sommario della storia di Lucca, in Arch. stor. ital., X (18411), App., pp. 29 s., 38, 40; L. Gilliodts van Severen, Cartulaire de l'Ancienne Estaple de Bruges, II, Bruges 1905, pp. 488-490; G. Bigwood, Le régime iuridique et économique du commerce de l'argent dans la Belgique du Moyen Age, Bruxelles 1921-22, I, pp. 108, 126, 189; L. Mirot, Etudès lucquoises, Paris 1927-30, passim; Id., Les Lucquois en France au Moyen Age, in Atti della R. Accad. lucch. di sc. lett. e arti, I (1931), p. 298; R. Dohehaerd, Etudes anversoises. Documents sur le commerce international à Anvers,1488-1514, Paris 1962, II, p. 270 n. 1860; III, p. 131 n. 3026; M. Berengo, Nobili e mercanti nella Lucca del Cinquecento, Torino 1965, p. 43.