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BUZZI Leone

di Francesco Negri Arnoldi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 15 (1972)
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BUZZI Leone

Francesco Negri Arnoldi

Famiglia di scultori originaria di Viggiù. Di un Francesco, che nel 1813 riceveva la concessione di una bottega dalla direzione della Fabbrica del duomo di Milano (Annali..., VI, p. 291), sarebbe forse figlio Giacomo, nato a Viggiù il 9 febbr. 1787. Egli dimorò stabilmente a Milano, tranne gli anni dal 1819 al 1823 durante i quali fu in Egitto alla corte di Mehmet Alì e lavorò ad Alessandria e al Cairo, ove fondò l'Accademia di Belle Arti (vi si conserva un suo ritratto). Tornato in patria, lo scultore, cui venne dato lo scherzoso soprannome di "maometto", collaborò con G. Franceschetti all'ornamentazione dell'Arco della Pace e più tardi curò la decorazione interna del teatro alla Scala. Lavorò anche per la Fabbrica del duomo, di cui nel 1848 assunse la direzione (Annali..., VI, p. 370), che tenne probabilmente fino alla morte, avvenuta a Milano nel 1858.

Tra le sue opere più importanti si ricordano anche l'altar maggiore del duomo di Novara e il disegno per la facciata della chiesa della Madonna della Croce a Viggiù, in stile bramantesco e ornata di due medaglioni in terracotta, opera del figlio Luigi, scultore.

Scultori furono, oltre Luigi, anche gli altri suoi figli, Francesco Maria (spesso confuso con l'omonimo che era probabilmente suo nonno), attivo alla Fabbrica del duomo di Milano nel 1862 e Giuseppe, che nacque nel 1811, studiò a Milano all'Accademia di Brera e si trasferì ancor giovane a Parigi, ove si specializzò nella rappresentazione realistica di animali, che studiava dal vero al Jardin des plantes. In tale genere riscosse notevole successo ed espose anche al Salon. Morì a Milano il 29 genn. 1842.

Luigi nacque a Viggiù il 20 nov. 1823. Allievo del Fraccaroli e del Marchesi, compì i suoi studi all'Accademia di Brera, ove ottenne una medaglia doro al premio di scultura con il bassorilievo Il corpo di Cristo portato alsepolcro. Nel 1851, vinto il concorso per il Pensionato nazionale, si recò a Roma per il perfezionamento e ivi soggiornò tre anni, presentando come saggi d'obbligo finali i rilievi con La morte di Gaddo e Il conte Ugolino (oggi nella Galleria d'Arte moderna di Milano). Opere queste che, come gli analoghi rilievi con Fuga in Egitto (eseguito per il dott. Puricelli-Guerra) e Francesca da Rimini (Milano, Galleria d'Arte moderna), presentati all'Esposizione mondiale di Parigi del 1861, rivelano anche per la tematica aspirazioni romantico-puriste, tradotte in forme neorinascimentali; l'accuratissima esecuzione tecnica valse allo scultore il soprannome di "il preciso". Dal 1857, e per circa un ventennio, Luigi risulta attivo alla Fabbrica del duomo: eseguì le statue marmoree dei santi Vitale (1857), Monica (1860), Dionigi vescovo (1863) e Naborre (1877). Tra il 1864 e il 1866 scolpiva, in collaborazione con A. Sangiorgio, anche le grandi statue del Giorno e della Notte (solo quest'ultima da lui modellata) per il palazzo dell'amministrazione del duomo in piazza Camposanto.

Noto ed apprezzato nel suo ambiente (fu anche amico di V. Vela), Luigi ottenne il diploma di professore di disegno e la nomina a socio onorario dell'Accademia di Brera. Negli ultimi anni della sua vita insegnò alla scuola d'arte di Varese, città ove lasciò anche numerose opere, tra le quali notevole il monumento bronzeo al Cacciatore delle Alpi (1867) in piazza del Podestà, di chiara impronta verista. Morì a Viggiù nel marzo del 1909.

Di carattere austero e riservato, ma semplice e modesto, Luigi fu afflitto durante la sua lunga vita da molte angustie e avversità, che riuscì sempre a superare con l'appassionata dedizione al lavoro. Tra le altre sue opere più significative si ricordano le statue del duomo di Como e il monumento De Orchi nel cimitero di Como, quello Livini a Cittiglio, il busto di Garibaldi (1883), il monumento Sacco e altri sepolcri nel cimitero di Varese, i medaglioni in terracotta con le figure di David e Mosè sul prospetto della chiesa della Croce (disegnata dal padre) e la figura della Dolente nella tomba Marinoni nel cimitero a Viggiù. Nel palazzo municipale di questa città è inoltre raccolta la gipsoteca dell'artista (Museo Buzzi), con oltre quaranta opere, tra le quali sono i busti della madre e di altri familiari, medaglioni e bozzetti (es. l'Angelo della Resurrezione, eseguito in marmo per il dott. Puricelli-Guerra, il Cacciatore delle Alpi di Varese, il Putto a cavallo di un delfino, realizzato in marmo per la fontana dello stesso palazzo municipale di Viggiù). Si ricorda infine un S.Giuseppe avvisato dall'angelo, eseguito per Renato Borromeo (esposto a Berlino nel 1865).

Fonti e Bibl.: Annali della Fabbrica del duomo…, VI, Milano 1885, pp. 291 (per Francesco), 370 (per Giacomo), 380, 385, 391, 394, 397 (per Luigi); App. II, ibid. 1885, p. 65 (per Luigi); F. A. Bianchini, Il duomo... di Novara, Novara 1838, p. 18 (per Giacomo); A. Caimi, Delle arti del disegno e degli artisti delle prov. di Lombardia, Milano 1862, pp. 193 (per Francesco Maria e per Luigi), 195 (per Giuseppe), 198 (per Giacomo); U. Nebbia, La scultura nel duomo…, Milano 1908, pp. 238, 276-99, 363 (per Luigi); S. Vigezzi, Le scult. ital. dell'Ottocento, Milano 1932, p. 131, tav. 51 (per Luigi); G. Bagaini, Lo scultore Luigi B. L. ..., in Riv.viggiutese, 17 sett. 1939, pp. 1 ss.; A. Piatti, Luigi B. L., in Il Biagio da Viggiù, dic. 1959, p. 14; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 313.

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