BUTRINTO (A. T., 75-76)
Località dell'Albania meridionale (prefettura di Argirocastro), a sud di Santi Quaranta (Sarandë) e a 5 km. dal confine greco. È prossima al mare, di fronte alla parte occidentale dell'isola di Corfù, all'estremità meridionale d'una grande laguna (Liqeni i Vutrintës), separata dal mare da una penisoletta montuosa. Butrinto è dove l'emissario esce dal lago e forma la piccola baia, senza importanza per il traffico. Solo in inverno vi s'incontrano pastori aromuni con greggi specialmente di ovini.
Storia. - L' antica Buthrotum (Βουϑρωτόγ) era situata nella Caonia, regione dell'Epiro settentrionale, su una collinetta, in una piccola lingua di terra tra il lago di Vivari (antico Porto Pelode) e il canale di Corfù (Corcyra), e la sua ampia laguna comunicava col mare per mezzo di un canale di 3 km. di lunghezza (l'odierno canale di Butrinto). Si diceva costruita da Eleno, figlio di Priamo, a somiglianza di Troia, e Virgilio vi descrive l'approdo di Enea (Aen., III, 293; v. anche Ovid., Metam., XIII, 721). Fu città degna di nota anche in età romana. Augusto vi dedusse una colonia, Colonia Augusta Bathrotum. In età bizantina, ma ancor più sotto i Veneziani, la città conservò una certa importanza, come dimostrano i ruderi tuttora esistenti, già visti nel 1418 da Ciriaco d'Ancona.
Nel 1928 la missione archeologica italiana in Albania meguì a Butrinto i primi scavi, i quali rimisero alla luce monumenti e materiali così importanti che fu deciso di riprendere le ricerche nel 1929 e di continuarle.
Uno dei primi lavori condotti lungo l'imponente e quasi completo percorso delle mura, portò al dissotterramento di una porta monumentale, perfettamente conservata, provveduta di piattabande rette da mensole e misurante m. 5 di altezza a partire dall'originale soglia, ora sottostante al lastricato di età veneziana. Un'altra porta, non molto distante dalla precedente, è fornita d'un architrave con una scultura ornamentale in bassorilievo di stile arcaico, raffigurante un leone che divora un toro. Presso le falde del colle su cui sorgeva l'acropoli è ritornato alla luce un teatro molto ben conservato. La cavea è di età ellenistica e reca molte iscrizioni greche contenenti decreti di vario genere; la scena, abbastanza in buono stato, di età romana imperiale, presenta delle nicchie ai piedi delle quali furono ritrovate statue di gran pregio: tra queste particolarmente notevoli la cosidetta Dea di Butrinto, con testa di stile prassitelico di superba bellezza; un personaggio in abito militare, opera firmata di Sosicle; una replica della cosiddetta Grande Ercolanese, di fine esecuzione: una vigorosa testa di Agrippa. Accanto al teatro è un Asclepieion, che ha restituito un'abbondante stipe votiva. Altri monumenti sono: un vasto ambiente, forse il frigidarium di una terma, con pavimento a musaico polieromo; un ninfeo di età romana con due statue, un pozzo sacro di costruzione parte greca e parte romana, con iscrizione e pittura parietale. Notevoli sono i resti d'un battistero fornito di 16 colonne granitiche, di vasca centrale e di pavimento a musaico policromo, figurato. Esso appartiene alla tarda età romana imperiale, ma in un secondo tempo vi furono incastrati due riquadri simbolici alludenti al battesimo e all'eucaristia. Dalla necropoli uscirono molte tombe di varie età. Sull'acropoli, il castello veneziano (v. anche fig. s. v. albania).
V. Tavv. XXXVII e XXXVIII.
Bibl.: L.M. Ugolini, Albania antica. Ricerche archeologiche, Roma 1927, I, III; id., Butrinto, in corso di stampa; id., La Dea di B., in Boll. d'arte del Min. d. P. I., dic. 1928; E. De Ruggiero, in Diz. epigr. s. v. Buthrotum.