BUTERA (A. T., 27-28-29)
Comune agricolo della Sicilia centrale, nella provincia di Caltanissetta; il centro capoluogo è a 15 km. a S. di questa, su di un colle isolato a 10 miglia dalla costa del Mare Africano, a 402 m. s. m., ed ha 6709 ab.; il comune (kmq. 299,30) ne ha 7451. È ritenuto da alcuni di origine greco-sicula e identificato con una delle tre Ible; ma le sue notizie sicure risalgonn solo al periodo della dominazione musulmana. Il territorio è coltivato a cereali, vigna e frutta. Vi si trovano miniere numerose di zolfo.
Principi di butera. - Il titolo di principi di Butera fu concesso la prima volta in Sicilia, come titolo più elevato nobiliare, dal re Filippo II nel 1563 alla famiglia Branciforte, succeduta nel 1540 nella signoria feudale di Butera e suo territorio, nel Val di Noto, che dal 1392 era stata concessa a Ugo de Ademar de Santapau, di origine catalana. Origine ben più antica ha però il feudalismo in Butera, luogo forte e inespugnabile, poiché recenti ricerche in Sicilia e nel continente ci assicurano che famiglie di Lombardia, e propriamente gli Aleramici, ebbero in signoria Paternò (presso Catania) e Butera, dai tempi normanni del primo conte Ruggiero, con Enrico Longobardo di Monferrato, sino alla fine dell'epoca sveva, con Galvano Lancia, che fu pure di quella stirpe lombarda o piemontese, trasferitasi in Sicilia, donde proviene la Bianca Lancia moglie di Federico imperatore. Sotto gli Angioini Butera rimase al demanio reale, e nel tempo aragonese sino al 1396 succedettero nella signoria medesima Alaimo da Lentini, Gualtiero da Caltagirone e gli Alagona, tutti via via ribelli alla corona regia.
Di queste origini lombarde ha discusso a lungo il Garufi, riportando il testo di documenti inediti. Egli rileva che nel sec. XII "i dominî della contea di Butera si estendevano da Paternò per Mazzarino e Piazza fino a Butera". Un'imponente circoscrizione feudale. Dalle antiche cronache e dal Fazzello si conosceva che in quei territorî erano le dimore e le città dei Lombardi. La formazione d'una grande contea in quel sito di notevole importanza militare mostra quale grande cura e senso politico avessero avuto i Normanni nel costituirla con gente di origine settentrionale e piemontese, e anche di loro parentela. Per quei tempi la contea di Butera rappresentava quello che fu poi la contea di Modica, e l'altra di Geraci dei Ventimiglia, cioè quasi un piccolo stato dentro lo stato. Il territorio di Butera comprendeva diciannove feudi, "cosicché per questi feudi, come per gli altri vassallaggi, il principe di Butera dal 1700 a questa parte ha prestato il servigio militare di centonove cavalli".
La famiglia Branciforte, che sin dal 1540 (come si è già detto) era succeduta nella signoria della contea di Butera, continuò a lungo a goderne i vasti possedimenti e la rilevante giurisdizione, sino all'anno 1805 quando, per mancanza di maschi, l'unica erede Stefania Branciforte, principessa di Butera, divenne sposa di Giuseppe Lanza Branciforte, figlio di Pietro Lanza, principe di Trabia (v. lanza di trabia). Il titolo di principe di Butera, dopo l'estinzione dei principi di Cattolica, diviene il primo titolo del Regno di Sicilia.
La successione della famiglia Lanza alla famiglia Branciforte nel principato di Butera, per il matrimonio sopraccennato, segna l'ultima fase e la più recente della serie dei feudatari, che s'inizia nei primi anni del sec. XIX col ramo dei Lanza, principi di Trabia, discendenti dal giurista Blasco Lanza, primo signore di Trabia nel 1509, per il matrimonio con la figlia del celebre giureconsulto e Protonotaro del regno Leonardo di Bartolomeo.
Bibl.: V. Amico, Lexicon topographicum siculum, I, Catania 1757; E. Gaetani, la Sicilia nobile, parte 2ª, I, Palermo 1754; Palermo d'oggigiorno, in Bibl. stor. e lett. di Sicilia del Di Marzo, s. 2ª, IV-V, Palermo 1873; A. Flandina, Donna Aldonza di Santapau. Notizie cavate da documenti inediti, in Arch. stor. sicil., anno III (1879); A. Mango, I diplomi di titoli di Principe, in Arch. Araldico bibl., Palermo 1901; id., il Nobiliario di Sicilia, I, Palermo 1912; C.A. Garufi, La contea di Paternò e i de Luci. I Parisio e i de Ocra nei contadi di Paternò e di Butera, in Arch. stor. Soc. Orientale, Catania 1913; id., Il "Castrum Buterae" ed il suo territorio dai Bizantini ai Normanni, ivi 1914; id., Gli Aleramici ed i Normanni in Sicilia e nelle Puglie, Palermo 1910 (in Miscellanea pel centenario di M. Amari, I); F. Sammartino, La storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia dalla loro origine ai nostri giorni, I, Palermo 1924.