busto
. Dal latino bustum (" crematorio ") il vocabolo è passato a significare prima " statua posta sul sepolcro ", " ritratto funebre ", e già nel Medioevo " parte del corpo umano compreso fra il collo e la vita " (la cintola, If X 33). Ambedue i casi in cui b. appare in D. sono in Inferno (XVII 8 e XXVIII 119), e in nessuno dei due sembra consolidato il significato attuale. Infatti in XXVIII 119 b. è da connettersi col valore semantico che ha, ad esempio, in Dino Compagni, e indica quindi propriamente " il torso di un corpo privato della testa ". Si tratta del corpo decapitato di Bertram del Bornio che, orribilmente, cammina tenendo il capo in mano a guisa di lanterna (v. 122). In XVII 8, poi, il busto, che è di Gerione, è la parte del corpo del mostro intermedia fra il capo e la coda: Gerione infatti, che ha faccia d'uom giusto (v. 10), ha tutto il resto del corpo (l'altro fusto, v. 12) di serpente. Si presenta ai due viaggiatori traendo alla riva del baratro infernale la testa e 'l busto, mentre nel vano tutta sua coda guizzava (v. 25).