BUSIRI, Giovanni Battista, detto anche Titta o Tittarella
Nacque a Roma nel 1698, ultimo dei tre figli di Simon Beausire (nato a Parigi nel 1648)e della romana Angela Francesca di Barlandino Manzoni.
Il cognome originario, attraverso vari adattamenti (Bosire, Bosiri, Busiere, Bussir), venne entro qualche decennio definitivamente italianizzato in Busiri.
Negli Stati d'anime della parrocchia di S.Lorenzo in Lucina dell'anno 1735 il B. è indicato come dimorante nella strada Paolina, attuale via del Babuino, al n. 54, assieme al pittore Ignazio Stern. Negli anni 1750 e '51 risulta abitante nella parrocchia di S. Andrea delle Fratte, in via della Purificazione 121, nel casamento in cui dimorava anche lo scultore Giovanni Maini, principe dell'Accademia di S. Luca. Da una sua incisione, derivata da un disegno paesistico del Guercino e firmata e datata 1764, si puòdesumere che sia morto dopo quella data.
IlB. iniziò la sua attività di pittore intorno al 1720, dapprima in limiti dilettantistici; in seguito, dato il grande successo incontrato, si dedicò alla pittura con, maggiore impegno, dipingendo particolarmente antichità e vedute di Roma e dintomi.
Queste tempere su carta o tela di piccolo formato e di originale inquadratura e vivace piacevolezza cromatica, animate da figurette schizzate con pennellate rapide e dense di colore, acquistano oggi anche un valore documentario. Il B. visse in un'epoca in cui Roma, con i suoi monumenti, era al centro dell'interesse e dellacuriosità degli stranieri, degli Inglesi in particolare, i quali nel loro "Grand tour" erano soliti acquistare come ricordo le vedute dei luoghi visitati. I dipinti e i disegni del B. trovarono così per la maggior parte collocamento in palazzi e castelli d'Inghilterra e di Scozia (William Windhain acquistò ben 32 opere, tuttora in una sala di Felbrigg Hall, presso Norwich). Essi furono per molto tempo attribuiti ad altri autori, come M. Ricci, G.-B. Lallemand, Ch.-L. Clérisseau: soltanto nel 1958 il suo, nome riaffiorò con opere documentate alla mostra di Norwich e l'anno dopo, in quella di Roma, trovò la sua definitiva collocazione.
Oltre a numerose opere in raccolte private, due Vedute della campagna romana (olio su tela, 1720 c.) fanno parte della Galleria Doria; un Ponte di Castel S. Angelo, siglato G.B.B., è conservato nel Museo di Roma; altre opere a Roma risultano negli antichi inventari di casa Colonna, Sanseverino (cfr. L. Salerno, Palazzo Rondanini, Roma 1964, pp. 289, 297), di Carlo Marchionni, architetto di villa Albani e della Sacrestia Vaticana, che del B. possedeva quattro dipinti in ovale e 348 disegni su carta (cfr. A. M. Clark, in Paragone, XV[1964], 169, p. 47). Quattro opere del B. (Colosseo,Ponte Rotto,Minerva Medicae Cecilia Metella)furono incise a Londra da François Vivares nel 1746. Un album di disegni, in cui appare la firma autografa dell'artista, si trova al Fitzwilliam Museum di Cambridge, e una serie di 57 altri è stata individuata da A. Busiri Vici al British Museum di Londra, ove erano ritenuti di mano di Jan Frans van Bloemen.
Da un punto di vista stilistico il B. opera nella scia di van Bloemen e di Vanvitelli, ma nelle sue vedute i monumenti sono inquadrati uno per uno, con figure sapientemente "toccate" e in quel color locale quasi "paesano", così gradito ai forestieri. Nei limiti delle sue possibilità artistiche e del suo mondo, egli divise a ugual livello con l'Anesi il campo del "vedutismo" romano nella prima metà del Settecento ed ebbe il merito di saldare, nell'ambito della sua cultura tradizionalmente francese, le esperienze del passato in un orientamento di piacevole attualità.
Fonti e Bibl.: Catal. ragionato delle opere, bibl. e completo regesto in A. Busiri Vici, G. B., …, Roma 1966 (cfr. recens. di L. Salerno, in Palatino, XI[1967], p. 114; di G. Bazin, in Gazette des Beaux Arts, LXIX [1967], p. 18 [La chronique des Arts...]; di K. Garlick, in Apollo, LXXXV [1967], pp. 386 s.; di G. Incisa della Rocchetta, in Arch. d. Soc. rom. di storia patria, XCI [1968], pp. 295 s.); ma vedi anche: Firenze, Bibl. naz., ms. Pal. E. B. 9.5: F. M. Gaburri, Vite dei pittori (1739); Catalogo di quadri e pitture esistenti nel Palazzo... Colonna..., Roma 1783, nn. 247, 254, 272, 912; P. Zani, Enciclopedia metodica... delle belle arti, Parma 1820; Catalogue of a Loan Exhibition of Eighteenth Century Italy and the Grand Tour at Norwich Castle Museum (con introduz. di F. W. Hawcroft), s.l. 1958, p. 14, tav. 14; G. Briganti-N. di Carpegna, IlSettecento a Roma (catal.), Roma 1959, pp. 708; F.-W. Hawcroft, G. B. B., in Gazette des Beaux Arts, LIII (1959), pp. 295-304; Italian Art and Britain (catal.), London 1960, pp. 237 s.; I Francesi a Roma, Roma 1961 (catal. a cura di C. Pietrangeli e C. Pericoli Ridolfini), pp. 257 s.; M. Chiarini, Alcuni quadri… nel Museo... di Budapest, in Bulletin du Musée hongrois des Beaux Arts, XXXII-XXXIII (1969), p. 129; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 288.