business angel
<bìʃnis èinǧël> locuz. sost. ingl., usata in it. al masch. – In finanza, individuo che, a titolo personale o come parte di una rete professionale, investe denaro in progetti imprenditoriali ad alto rischio ma ad alto rendimento atteso, e spesso anche a elevata componente d’innovazione tecnologica. Oltre al capitale di rischio, il b. a. offre una collaborazione di tipo consulenziale e manageriale, che si traduce in consigli gestionali e in conoscenze tecnico-operative, e una consolidata rete di relazioni nel mondo degli affari, affiancandosi a un proponente con un’idea innovativa ma spesso privo delle competenze necessarie per gestire le problematiche dell’impresa. I b. a. sono ex titolari d’impresa, manager in pensione o in attività, liberi professionisti con disponibilità di tempo e di adeguate risorse finanziarie che desiderano investire sia capitali finanziari sia capitale umano in progetti coinvolgenti, con l’obiettivo di realizzare nel medio termine significative plusvalenze dalla vendita, parziale o totale, della partecipazione iniziale. Il rapporto che si viene a creare tra il b. a. e l’imprenditore è spontaneo e basato sulla fiducia: ne deriva, di conseguenza, un rapporto di tipo informale. La figura del b. a si presta particolarmente per le startup innovative (avvio di nuove imprese) o per gli spin-off accademici (utilizzo industriale dei risultati della ricerca universitaria), come accaduto negli USA con Google; in Italia, i b. a. spesso preferiscono investire nei tradizionali settori manifatturieri.