burro
. Il vocabolo appare in If XVII 63 un'oca bianca più che burro (per il testo, cfr. Petrocchi, ad l., dove si rifiuta la variante ch'eburro, da ebur, " avorio "). Il colore " bianco latte " in realtà ben s'addice a un'oca (e qui si tratta dell'oca che appariva sullo stemma degli Obriachi, nobile famiglia di parte ghibellina). D'altronde, come nota il Sapegno, " l'immagine gastronomica s'intona meglio al tono beffardo e sarcastico, che serpeggia per tutto questo gruppo di terzine ". Da notare " il gioco alterno delle rime e delle allitterazioni (oca bianca... burro) ".