burocratico-giudiziario
loc. agg.le Relativo al funzionamento dell’amministrazione pubblica e di quella della giustizia.
• Che fortuna: nel labirinto burocratico-giudiziario, nel paradiso dei ricorsi e dei commi, l’Italia sta scaraventando via 25 milioni degli odiosi privati di modo che i pezzi del Colosseo in via di sgretolamento per mancato restauro restino saldamente nelle mani dello Stato. (Pierluigi Battista, Corriere della sera, 16 gennaio 2012, p. 35, Idee & opinioni) • Erano impresentabili, [Antonio] Razzi e [Domenico] Scilipoti? Certo che lo erano. Neanche il partito più sgangherato può desiderare di farsi rappresentare da personaggi siffatti. Ma poiché la politica ha delegato al solo criterio giudiziario ciò che lei stessa non è più in grado di stabilire, e poiché i due non hanno condanne, ecco che il vaglio burocratico-giudiziario li lascia passare indenni. Come se la politica fosse del tutto sprovvista di un’etica propria, incapace di avere tutela di se stessa, rispetto di se stessa. (Michele Serra, Repubblica, 23 gennaio 2013, p. 26, Commenti) • Che poi l’impotenza della politica si accoppi alla sua invadenza non è una contraddizione: a una politica che non può innovare resta solo la distribuzione di posti e prebende. Il politico che non può affermarsi generando beni pubblici (innovazioni a beneficio della collettività) deve farlo distribuendo beni privati. Il che accresce la delegittimazione della politica, e quindi il suo indebolimento, a vantaggio dello Stato burocratico-giudiziario. In un circolo vizioso senza fine. (Angelo Panebianco, Corriere della sera, 11 febbraio 2014, p. 1, Prima pagina).
- Composto dagli agg. burocratico e giudiziario.
- Già attestato nella Repubblica del 5 luglio 1986, p. 45 (Giovanni Scipioni).
> buro-giudiziario.