BURGKMAIR, Hans, il Vecchio
Pittore e incisore nato ad Augusta nel 1473; ivi morto nel 1531. Figlio del pittore Thoman B. e forse avviato da lui; sembra che verso il 1490 si formasse meglio nella bottega dello Schongauer. Nel 1498 fu accolto dalla corporazione dei pittori di Augusta, dove poi sempre lavorò, allontanandosene probabilmente per qualche viaggio in Italia, come si può indurre dallo stile delle sue opere. Il B., pur non essendo un precursore geniale, fu artista di temperamento raffinato e duttile, dotato di qualità coloristiche non comuni. In Augusta, già satura di elementi penetrati dall'Italia, egli trovò l'espressione pittorica adatta alle nuove idealità sorte dai principî umanistici ormai dominanti e dalle condizioni di vita dell'alta borghesia. Alle gotiche acutezze lineari dell'arte di Holbein il vecchio, il B. contrappose una composizione più equilibrata, tranquille zone di colore, maggior compostezza di movimento, forme italianeggianti. Il suo stile si andò chiarendo e approfondendo, ma non senza regressi.
Alcune incisioni in legno mostrano sin dal 1499 il rapido prorompere della nuova tendenza. È del 1501 il suo primo sicuro dipinto, la Basilica di S. Pietro, ora nella Galleria di Augusta. La struttura goticheggiante, dovuta alla richiesta del committente e al modello del Holbein, viene via via superata nei seguenti quadri, eseguiti tra il 1502 e il 1504, pur essi rappresentanti la basilica di S. Pietro, conservati nella stessa galleria. Una pala del 1507, anch'essa in Augusta, rivela la recente forte influenza dell'arte veneziana. Del 1509 è il primo capolavoro: La Madonna in trono, del Museo Germanico di Norimberga (il trono è in stile del Rinascimento e ha per sfondo un ricco panneggio meridionale), dipinto ancora impacciato ma coloristicamente d'importanza eccezionale.
Come per il Dürer seguono alcuni anni dedicati all'incisione per cui il B. aveva numerose ordinazioni. Del 1508 è il ritratto equestre dell'imperatore Massimiliano. La prima grande opera ordinatagli da Massimiliano fu la serie di 92 ritratti dei suoi avi. Al 1513 appartengono le 13 illustrazioni per il Theuerdank; e fra il 1511 e 1518 furono disegnate le principali illustrazioni da riprodurre in xilografia, nel Weisskunig di Massimiliano e nel Triumphzug (Corteo trionfale; 1516-1518). Nel frattempo il B. eseguì molte altre illustrazioni per libri e fogli isolati. Del 1518 è la pala d'altare con S. Giovanni e del 1519 quella con la Crocifissione (Pinacoteca di Monaco), che segnano l'apice della sua arte: hanno ampia composizione, atteggiamenti nobili e colorito prezioso; ma vi perdura un senso di esteriorità vacua e d'impaccio nelle figure di sapore ancor gotico, che scomparirà solo nell'ultimo suo dipinto. Poi primeggiano nuovamente nell'operosità del R. le incisioni in legno e solo dal 1528 riappaiono alcune pitture: Ester dinanzi ad Assuero (Monaco), un poco nello stile delle storie del Carpaccio, di colorito squisito, ma senza il fare ampio e pacato del Veneziano. Risale al 1529 la sua ultima e più perfetta opera: il ritratto suo con quello della moglie, che tiene uno specchio convesso su cui appaiono due teschi (Vienna, Galleria Nazionale). Qui il B. s'avvicina, per il colore, ai migliori Veneziani, ma il senso del fato che sembra pesare su tutta la rappresentazione, è nordico e personale; le due tendenze, una volta tanto, si fondono in perfetta armonia.
Bibl.: H. A. Schmid, Forschungen über H. B., Monaco 1888; id., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911 (con la bibliografia precedente); H. Rupé, Beiträge zum Werk H. B.'s, Lipsia 1912; E. Buchner e A. Feuchtmayer, Augsburger Kunst d. Spätgotik u. Renaissance, Ausuta 1928, pagine 194-228.