Meredith, Burgess
Attore e regista teatrale e cinematografico statunitense, nato a Cleveland (Ohio) il 16 novembre 1907 e morto a Malibu (California) il 9 settembre 1997. Interprete estremamente duttile (malgrado la fisionomia molto caratterizzata), conquistò una vera, duratura popolarità solo tardivamente, a partire dalla metà degli anni Settanta. Le sue capacità, pur espresse in numerosi film di valore, non furono mai riconosciute da un premio.
Dopo aver esercitato diversi mestieri, si dedicò al teatro a partire dal 1929. Il primo grande successo lo incontrò nel 1935 con il personaggio di Mio Romagna nel dramma Winterset, scritto per lui da Maxwell Anderson. Debuttò nel cinema l'anno seguente nell'omonimo film di Alfred S. Santell (Sotto i ponti di New York). Iniziò quindi una doppia carriera, durata un quindicennio; raffinato attore teatrale, fu spesso prescelto sullo schermo da registi celebri: Lewis Milestone per Of mice and men (1939; Uomini e topi), Anatole Litvak per Castle on the Hudson (1940; Il castello sull'Hudson), Ernst Lubitsch per That uncertain feeling (1941; Quell'incerto sentimento) e soprattutto William A. Wellman per The story of G.I. Joe (1945; I forzati della gloria), tratto da Brave men e Here is your war, libri autobiografici del famoso corrispondente di guerra E. Pyle e considerato uno dei migliori e meno retorici film bellici dell'epoca. Nella seconda metà degli anni Quaranta poté ancora lavorare in alcuni film importanti: Diary of a chambermaid (1946; Il diario di una cameriera) di Jean Renoir, Magnificent doll (1946; La magnifica bambola) di Frank Borzage e On our merry way (1948; La strada della felicità) di King Vidor. Nel 1950 si cimentò nella sua unica regia cinematografica, il singolare The man on the Eiffel tower (L'uomo della torre Eiffel), tratto dal romanzo La tête d'un homme di G. Simenon, in cui il commissario Maigret è interpretato da Charles Laughton, suo amico e collaboratore. Curò invece svariate regie teatrali, radiofoniche e televisive.
Nel 1950, tuttavia, la Commissione McCarthy lo qualificò come unfriendly witness, ovvero testimone non disponibile a denunciare i colleghi, e questo gli valse l'inserimento nella lista nera: per dodici anni non poté più lavorare nel cinema e si dedicò forzatamente solo al teatro. Fu Otto Preminger che nel 1962 gli offrì l'occasione di un ritorno sullo schermo, con Advise and consent (Tempesta su Washington), ancora oggi una delle migliori illustrazioni della vita politica americana. Negli anni seguenti riscosse il suo primo vero successo di pubblico con The day of the locust (1975; Il giorno della locusta) di John Schlesinger, che gli procurò una nomination all'Oscar e soprattutto, l'anno successivo, con il ruolo dell'irascibile allenatore Mickey Goldmill (per il quale ottenne una seconda nomination) in Rocky di John G. Avildsen e nei suoi quattro seguiti. Dopo un quindicennio di partecipazioni a film solitamente di scarso rilievo, rinnovò la sua popolarità interpretando il padre di John Gustafson (Jack Lemmon) nella commedia Grumpy old men (1993; Due irresistibili brontoloni) di Donald Petrie, e nel suo seguito Grumpier old men (1995; That's amore ‒ Due irresistibili seduttori) di Howard Deutch.
Nel 1994 pubblicò l'autobiografia So far, so good: a memory.