BUONAUGURIO (de' Bonis Auguris), Giuliano, detto Giuliano Tiburtino
Nato a Tivoli probabilmente verso la fine del sec. XV o nei primi anni del sec. XVI, fu musicista conosciuto piùcomunemente sotto il nome di Giuliano Tiburtino. Di nobile e agiata famiglia (dai registri del catasto del 1535 risulta, infatti, che il B. era proprietario di molti appezzamenti di terreno in Tivoli, in Carciano e in Cesarano e che uno dei fratelli, "messer" Evangelista, possedeva anche una farmacia, mentre un altro, "messer" Geronimo, era "homo litterato"), il B. è ricordato nelle manoscritte Memorie di Tivoli del suo concittadino e contemporaneo Giovanni Maria Zappi (citate dal Radiciotti) come "gentil musico e sonatore di diversi istromenti", ma già dal 1537, a testimonianza del suo talento di compositore, un suo madrigale a quattro voci, Madonna s'io potesse, era inserito nel Terzo libro de madrigali di Verdelotto insieme con alcuni altri bellissimi madrigali di Constantio Festa et altri eccellentissimi auttori, stampato a Venezia da O. Scotto. Anche lo strumentista veneto Silvestro Ganassi dal Fontego lo riteneva il più valente suonatore di viola grande (violone) dei suoi tempi e così lo presenta, insieme con il fiorentino Lodovico Lasagnino, nel cap. XVI della sua Lettione seconda pur della prattica di sonare il violone d'arco da tasti, stampata a Venezia nel 1543 "per lauttore proprio".
Per la sua fama il B. fu assunto come cantore e musico al servizio del papa Paolo III verso la fine del 1544, prima, cioè, del marzo 1545, data in cui il suo nome comincia ad apparire nella lista delle spese papali.
La sua attività di compositore dovette presumibilmente essere più intensa di quanto sia dato finora di conoscere, rimanendo di lui soltanto due raccolte a stampa, pubblicate entrambe a Venezia da G. Scotto nel 1549: Musica diversa a tre voce. Novamente composta per lo eccell. musico...: cioe motetti,messe,madrigali a notte (sic) negre. Opera dilettevole,& non più stampata. Di novo posta in luce,& coretta...; e Fantesie et recerchari a tre voci,accomodate da cantare et sonare per ogni instrumento... Con la gionta di alcuni altri recerchari et madrigali a tre voce,composti da lo eccellentiss. Adriano Vuigliart (sic) et Cipriano Rore suo discepolo..., delle quali la prima è stata parzialmente edita in trascrizione moderna dallo Jeppesen nel 1962.
Tutte e due le raccolte sono di grande interesse per l'originalità artistica delle composizioni (l'editore Scotto, infatti, giudicò le "fantasie" e i "ricercari" del B. degni di figurare accanto a quelli dei grandi maestri A. Willaert e C. de Rore), ma soprattutto si dimostra storicamente importante la prima silloge, - dove si trovano composizioni che per forma e per stile precedono quelle del Palestrina. La sua arte personalissima spicca, inoltre, nei "ricercari" della seconda raccolta, che il Benvenuti (citato dal Testi) ritiene, in confronto con quelli "piuttosto grevi" del Willaert, "spigliati, piacevoli, sentiti".
Sebbene manchino documenti comprovanti la sua partecipazione ai trattenimenti musicali offerti dal cardinale Ippolito d'Este nella sua villa di Tivoli dal 1550 in poi, si suppone, tuttavia, che il B., in qualità di celebre musico tiburtino, non ne sia rimasto assente. Da un atto notarile del 13 sett. 1552 si apprende che si era fatto sacerdote - certo dopo il 1549, poiché nel frontespizio delle opere poc'anzi menzionate il suo nome è preceduto dal titolo di "messere", e in un altro ancora, stipulato l'8 nov. 1564, egli è nominato "familiare" del papa Pio IV.
Famoso e ricco - con i proventi della sua professione aveva largamente aumentato il suo patrimonio, secondo i contratti di compra a permute da lui effettuati -, il B. trascorse gran parte della sua vita a Roma, ma negli ultimi anni si ritirò a Tivoli.
Dal Lib.[ber] Mort.[uorum]del 1569 della parrocchia romana di S. Maria in via Lata si ha notizia, però, che "M.[esser] Giuliano da Tivoli musico et chierico" morì "de febre" a Roma il 18dic. 1569 e che "fu atterrato alla Trinità delli convalescenti", fu sepolto, cioè, nella chiesa della SS. Trinità dei pellegrini e dei convalescenti vicino al ponte Sisto.
Fonti e Bibl.: A. Bertolotti, Speserie segrete e pubbl. di papa Paolo III, in Atti e mem. delle RR. Deputaz. di storia patria per le provincie dell'Emilia, n.s., III (1878), 1, pp. 172, 191, 193; L. R., Spigolature d'arch. estratte dai libri parrocchiali di Roma,relative ai musicisti del decimosesto sec., in Rass. Gregoriana, XIII (1914), 3, col. 281; G.Radiciotti, L'arte musicale in Tivoli nei secc. XVI,XVII e XVIII, Tivoli1921, pp. 29-31; K. Jeppesen, Italia Sacra Musica. Musiche corali italiane sconosciute della prima metà del Cinquecento, Copenhagen 1962, I, pp. XIII, XIX, XXIII, 124-143; II, pp. XIII, XV, XVII, XIX, 14-35, 157-167; F. Testi, La musica italiana nel Medioevo e nel Rinascimento, I, Milano 1969, p. 668; H. M. Brown, Instrumental music printed before 1600. ABibliography, Cambridge, Mass 1965, pp. 117 s., 299; R. Eitner, Quellen-Lex. der Musiker, II, p. 236; IX, p. 406; Enc. della Musica Ricordi, IV, Milano 1964, p. 384; La Musica. Diz., II, Torino 1971, p. 1310.