BUONACCORSO da Montemagno, il giovane
Poeta, nato a Pistoia fra il 1391 e il 1393, figlio di Giovanni di Buonaccorso da Montemagno. Tenne onorevoli uffici a Firenze: fu dei 22 riformatori nel 1417; gonfaloniere nel 1421. In quest'anno fu assunto lettore di legge nello Studio fiorentino: ebbe infatti fama di valente giureconsulto, tanto che la Signoria di Firenze lo mandò ambasciatore a Lucca, in Liguria e a Milano. Morì a Firenze il 16 dicembre 1429. Si dilettò di poesia e lasciò sonetti di squisita fattura. Le opere di lui sono andate confuse con quelle del nonno dello stesso nome, morto verso il 1390, e una cernita sicura di esse non è stata ancora fatta: esiguo è, a ogni modo, il canzoniere di B. il giovane; quasi tutto composto di sonetti amorosi, di evidente imitazione petrarchesca. Ciò nonostante, ha una sua nota intima di originalità, di grazia, in quanto canta affetti veramente sentiti, e liberamente atteggia toni e motivi del grande trecentista. Per questo, le poesie di B. ebbero molta fama, e i cinquecentisti le preferirono a quelle degli altri primi imitatori del Petrarca. Restano di lui anche alcune orazioni civili, delle quali sette poste in bocca a Stefano Porcari, quando fu capitano del popolo fiorentino.
Opere: Prose e Rime dei due Buonaccorsi da Montemagno ed alcune rinje di Niccolò Tinucci, Firenze 1718, a cura di G. B. Casotti.
Bibl.: G. Zaccagnini, Di B. da M. il giovane, in Studi di lett. ital., diretti da E. Pércopo e N. Zingarelli, I, Napoli 1899, p. 339 segg.; R. Sabbadini, B. da M. il giovane, in Giorn. stor. di letterat. ital., L (1907), pp. 43-49.