BUON PASTORE
Motivo iconografico, raffigurante un giovanetto con un agnello sulle spalle, frequentissimo su pitture, bassorilievi, medaglie, lucerne, ecc., cristiane (v. cristo).
Tratta dalle stesse parole di Cristo (Luca, x, 1-7), questa idea del B. P. verso la fine del II sec. ritorna correntemente in tutta la letteratura cristiana; Tertulliano ne attesta già le raffigurazioni sui vasi sacri (De pudicitia, x, 12). Già nel II sec. assistiamo però a due figurazioni del B. P. che esprimono concetti differenti: abbiamo il B. P. nell'atto di riportare nell'ovile la pecora smarrita, che è una diretta derivazione dal concetto evangelico; ed il B. P. nell'atto di sorvegliare il gregge, derivazione del concetto di Cristo come pastore della Chiesa. Il primo tipo si riallaccia alle figurazioni pagane, delle quali è esempio antico lo Hermes crioforo di Tanagra, e alla leggenda narrata da Pausania (ix, 22, 1). Il tipo artistico della figura, criofora o moschofora (a seconda che rechi un ovino o un vitello), fu assai diffuso (si ricordi il celebre Moschophòros di Rhombos). Questo tipo, consistente in figure virili, ignude o vestite, con un agnello sulle spalle, si perpetua nell'arte greca e greco-romana con significati diversi, per ricomparire profondamente modificato sotto i tratti del B. P. nell'arte cristiana. Generalmente nell'arte pagana lo si incontra in figurazioni campestri o in scene di sacrificio: in un affresco della Casa di Livia, la raffigurazione di un giovane che assiste ad una scena di magia con un capretto sulle spalle è molto simile alle figurazioni del B. P.; ma si tratta sempre di una scena generica, pastorale, molto in uso nella pittura pompeiana. Un bronzo da Rimat in Siria, trovato in un santuario dedicato al Sole, raffigura un giovane ignudo con un animale sulle spalle: non si tratta di una scena generica, ma abbiamo proprio l'immagine di un dio-pastore alla quale può ricollegarsi la figurazione del B. P. Ma, anche scartando questa ipotesi, il B. P. benché trasformato nel concetto e nel significato, iconograficamente si riallaccia a figurazioni pagane; è stato anche notato che il tipo del B. P. può discendere direttamente dalle figurazioni di Orfeo che incanta le belve.
Il problema della formazione del tipo del B. P. a Roma è alquanto difficile perché le testimonianze scultoree o pittoriche sono tutte relativamente tarde.
Bibl.: Cabrol-Leclercq, Dict. Arch. Chrét., s. v. Bon-Pasteur; H. Leclercq, Manuel d'Archéologie Chrétienne, Parigi 1907, passim; C. M. Kauffmann, Handbuch der chrilistchen Archaeologie, Paderborn 1922, passim; J. Wilpert, Fractio Panis, Friburgo 1895; id., Le pitture nelle catacombe romane, Roma 1895; id., I sarcofagi cristiani, Roma 1929; R. Grousset, Le bon pasteur et les scènes pastorales dans la sculpture funéraire des chrétiens, in Mél. Ac. franç., V, 1885, p. 161; H. H. Bergner, Der gute Hirt in der altchristlichen Kunst, Berlino 1890; L. Clauswitrer, Die Hirtenbilden in der altchristlichen Kunst, Halle 1904.