Vedi BULLA REGIA dell'anno: 1959 - 1973 - 1994
BULLA REGIA (v. vol. II, p. 223 e s 1970, p. 167)
Le ricerche sul sito sono riprese nel 1972; il primo notevole risultato delle nuove indagini riguarda le origini della città. Lo scavo dell'insula «della Caccia» ha consentito di raggiungere per la prima volta, in un contesto che non fosse quello delle necropoli, i livelli corrispondenti alla prima occupazione del sito e quelli relativi al periodo in cui la regione dipendeva da Cartagine. La testimonianza più importante di tale fase è costituita da un ripostiglio di monete puniche seppellite intorno al 230 a.C. Ma è soprattutto nel momento in cui la città viene integrata nel regno numida, vale a dire tra il 150 e il 50 circa a.C., che si incomincia a scorgere con precisione la fisionomia dell'agglomerato urbano. Gli scavi hanno permesso di constatare che il piano regolare dell'insula «della Caccia», così come la sua originaria divisione in quattro lotti uguali, erano dovuti a un'operazione urbanistica che in tale periodo diede nuova forma al quartiere, secondo una trama ortogonale.
L'importanza del periodo numidico per quanto riguarda l'organizzazione della città è stata confermata dallo scavo delle terme di Iulia Memmia, che ha messo in luce le fondamenta, eseguite con estrema cura, di un grande edificio. La presenza, sotto il mercato, di livelli e di costruzioni che si datano a questa stessa epoca consente di cogliere ancora più chiaramente l'aspetto della B. R. ellenistica, cosicché siamo ormai in grado di ricostruire una città la cui estensione, corrispondente all'incirca a una trentina di ettari, varierà solo di poco in età romana. Ed è a questa fase che si deve con ogni probabilità attribuire la cinta muraria rinvenuta nel corso di recenti prospezioni. L'apertura della città sul mondo mediterraneo è in tale periodo ben attestata dalla circolazione di monete e di merci, così come dall'utilizzazione, in sede locale, di una stereotomia e di principi urbanistici direttamente derivati dal mondo greco.
Le conclusioni relative alla fase romana non sono meno importanti; si procedette alla costruzione di un immenso complesso architettonico nei primissimi decenni del I sec., nelle immediate vicinanze della via Cartagine-Ippona; mentre in età severiana si costruirono le terme di Iulia Memmia (fra il 220 e il 240), superbo esempio di edificio termale a pianta semi-simmetrica, e, soprattutto, si attuò una profonda trasformazione della viabilità, pavimentando le strade e realizzando la rete fognaria. Il IV sec. fu un momento di intensa attività edilizia, privata e pubblica.
Le ricerche recenti hanno dato risultati notevolissimi anche per le fasi più tarde: le datazioni fornite dagli scavi mettono in evidenza l'importanza del periodo bizantino. E in tale fase che l'impianto urbanistico del quartiere dell’insula «della Caccia» viene obliterato, parallelamente al frazionamento delle due abitazioni che avevano progressivamente occupato tutto lo spazio dell'isolato; ed è sempre in tale fase che le terme di Memmia, da poco tempo abbandonate, vengono trasformate in locali la cui destinazione rimane sconosciuta. Sembra dunque certo che il periodo vandalo non sia affatto stato causa di una violenta frattura: anzi, sembra che abbia continuato ad attuarsi un processo di trasformazione, che si era già avviato in precedenza e che si sarebbe poi completato nel periodo bizantino, il cui risultato fu la realizzazione di una nuova città, di dimensioni più limitate di quella precedente.
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