BULGARIA (VIII, p. 66; App. I, p. 325; II, 1, p. 467)
Entro gli attuali confini la B. ha una popolazione di 7.629.000 abitanti (1956), con una densità media di 70 ab./km2. Nel dodicennio 1946-1958 la popolazione della B. è aumentata di circa 800.000 abitanti, cioè di oltre l'11%, nonostante l'esodo di 160 mila Turchi costretti a emigrare negli anni 1950-52. Fra il 1946 e il 1958 la natalità è diminuita dal 25,6‰ al 19,5‰, la mortalità dal 13,7‰ al 9,4‰ e l'eccedenza naturale dall'11,9‰ al 10,1‰. Nel 1947 è stato fondato il nuovo centro industriale di Dimitrovgrad, la cui popolazione supera oggi i 40.000 abitanti.
Come altri stati comunisti, la Bulgaria è retta in forma unitaria; al di sopra dei 1947 comuni stanno 117 distretti (okolii) e 25 città autonome. Inoltre esistono 12 province (okrăgi) cui è da aggiungere la città di Sofia.
L'economia della B., pur restando tuttora fondata prevalentemente sull'agricoltura e sull'allevamento, ha subìto nell'ultimo decennio un notevole processo di industrializzazione: fra il 1948 e il 1958 la percentuale della popolazione attiva dedita alle industrie è salita dal 10% al 17% e quella degli addetti all'agricoltura e all'allevamento è diminuita dall'82% al 70%.
In base alle leggi sulla riforma agraria e sulla collettivizzazione del 1945-46, la proprietà terriera è stata limitata a un massimo di 20 ettari (30 nella Dobrugia) per ogni famiglia coltivatrice e sono state costituite delle grandi aziende agricole cooperative, riunite nel 1959 in 640 grandi unità, ciascuna dell'estensione media di 7000 ettari. Grande impulso ha avuto la meccanizzazione dell'agricoltura, che dispone attualmente di oltre 16.000 trattori e 5000 mietitrebbiatrici, distribuiti in 200 stazioni di macchine agricole. Degli 11,1 milioni di ettari della superficie territoriale, 4,8 milioni (46,4%) sono dedicati alle colture, 3,1 milioni (29,8%) sono coperti da foreste e il resto è costituito da prati, pascoli e terreno improduttivo. Con la costruzione di grandi sbarramenti, fra cui la diga Vasil Kolarov e la diga Stalin, l'irrigazione si è estesa su oltre 500.000 ettari, pari a 14 volte la superficie irrigata nel 1939.
Le principali produzioni agricole, in continuo aumento, sono le seguenti (in milioni di quintali): grano 24, mais 15, orzo 4, avena 2, riso 0,6, patate 3, barbabietola da zucchero 15, pomodoro 3-4, girasole 2, tabacco 0,8, cotone (fibra) o,5, canapa 0,5, uva 6, fragole 0,4. La coltivazione delle rose, tipica della Bulgaria, dà circa 3000 kg di olio, pari ai tre quarti della produzione prebellica. L'allevamento conta 7,6 milioni di ovini, 0,6 di caprini, 1,5 di suini, 1,6 di bovini e 0,5 di equini.
Le industrie, nazionalizzate nel 1947, hanno avuto un rapido sviluppo, secondo i due piani quinquennali già realizzati, mentre il terzo (1958-62) è in corso di attuazione.
Fra il 1946 e il 1958 la produzione di carbone è aumentata da 100.000 a 400.000 t per il litantrace e da 3,4 a 12 milioni per la lignite, e quella dell'energia elettrica da 440 a 3.000 milioni di kWh, mediante la costruzione di grandi centrali sia idriche sia termiche. La produzione del petrolio, scoperto nel 1954 a Tulenovo, nella Dobrugia, ha già raggiunto le 300.000 t annue. Nel 1957 sono stati estratti, in parte da miniere di recente scoperta, 270.000 t di minerali di ferro, 80.000 t di minerali di manganese, 560.000 t di minerali di rame, 1.950.000 t di minerali di piombo e zinco, 100.000 t di pirite e 173 kg di oro, oltre all'uranio delle miniere di Bulkovada.
La siderurgia, con i nuovi impianti di Dimitrovo, dà già 50.000 t di ferro e 160.000 di acciaio, e la metallurgia 6000 t di rame, 26.000 di piombo e 9000 di zinco.
Grande sviluppo hanno avuto le industrie meccaniche (locomotive, materiale ferroviario, motori Diesel, macchine agricole), le industrie chimiche (fertilizzanti, acido solforico, soda), che hanno il loro centro principale nella nuova città industriale di Dimitrovgrad, e quella del cemento (i milione di t annue). Le industrie tessili, notevolmente potenziate con nuovi impianti, danno una produzione annua di 35.000 t di filati di cotone e di 12.000 t di filati di lana, e lavorano anche la seta prodotta nella Bulgaria meridionale (2,5 milioni di kg di bozzoli). Sono ancora notevoli le industrie alimentari, quelle del tabacco, del cuoio, dei tappeti e quelle, di recente sviluppo, della gomma, della cellulosa e dei prodotti farmaceutici.
Parallelamente alle industrie si sono sviluppate le vie e i mezzi di comunicazione: le ferrovie, la cui rete misura 4170 km (compresa una nuova linea Sofia-Burgas inaugurata nel 1952), hanno trasportato, nel 1958, 67 milioni di passeggeri e 30 milioni di t di merci. Sulla rete stradale, lunga 25.450 km circolano 30.000 autoveicoli, pari a uno ogni 260 abitanti. Notevolmente aumentato è il traffico dei porti di Varna e Burgas sul Mar Nero e di quelli danubiani (Ruse, Vidin, Lom). I trasporti aerei, creati nel dopoguerra e gestiti dalla Tabso, collegano Sofia con i principali centri della B. e con Budapest, Belgrado e Praga, e hanno trasportato, nel 1958, 120.000 passeggeri e 1200 t di merci.
Il commercio estero della Bulgaria ha registrato nel 1956 un valore di 248 milioni di dollari (61 milioni nel 1946) per le importazioni e di 339 milioni di dollari (53 milioni nel 1946) per le esportazioni.
Fra le merci importate prevalgono i combustibili e le materie prime 45% in valore) e le macchine e impianti (33%), seguiti dagli articoli manifatturati (17%) e dai prodotti alimentari e bevande (5%); le esportazioni sono costituite per il 44%, da prodotti agricoli e zootecnici, per il 37% da combustibili e materie prime, per il 15% da articoli manifatturati e per il 4% da macchine. Nel 1956 le importazioni provenivano per l'81% dall'Europa Orientale - soprattutto dall'URSS (42%), dalla Cecoslovacchia (14%) e dalla Germania Orientale (13%) - e per il 16% dagli altri paesi europei; le esportazioni erano dirette per l'87% verso l'Europa Orientale (URSS 50%, Germania Orientale 14%, Cecoslovacchia 10%) e per il 10% verso il resto dell'Europa.
Finanze. - Il piano finanziario è inquadrato nel piano economico, tendente a indirizzare l'attività economica dello stato e delle cooperative verso il massimo sviluppo dell'economia nazionale e il raggiungimento del benessere generale. Il governo presiede all'esecuzione del piano e alla compilazione del bilancio statale che, dal 1949, è stato unificato con quelli delle amministrazioni locali.
Lo stato ha il monopolio del credito che esercita a mezzo della Banca nazionale di Bulgaria e, nel campo del credito a lungo termine, a mezzo della Banca degli investimenti. Moneta è il lev, che, con la riforma monetaria del maggio 1952, è stato agganciato al rublo (i rublo - 1,70 leva). Il cambio ufficiale è di 6,9 leva per 1 dollaro USA, ma dal 29 luglio 1957 il valore della moneta è stato ribassato del 40% per transazioni non commerciali (i dollaro = 9,52 leva).
Storia. - Col processo di sovietizzazione che caratterizza la vita bulgara dopo il 1947-48, la B. vide allontanarsi o interrompersi del tutto - nel clima di guerra fredda - tutti i legami politici, religiosi, culturali con l'Occidente. Poco dopo la morte di G. Dimitrov (2 luglio 1949) la grande epurazione di impronta staliniana del 1949 colpì una delle più eminenti personalità comuniste, Traiĕo Kostov, vice presidente del Consiglio dal marzo del 1946: accusato di dirigere una frazione "trozkista", di "titoismo" e di altri "crimini", fu espulso dal partito, processato e giustiziato il 16 dicembre 1949. Insieme al Kostov furono condannati altri esponenti comunisti, mentre 92.500 comunisti su un totale di 460.000 furono espulsi dal partito.
A G. Dimitrov, successe Vasil Kolarov (m. nel gennaio del 1950), ma la vera eredità quale presidente del Consiglio e del Fronte patriottico fu assunta da Vǎlko Červenkov cognato di Dimitrov esponente della corrente comunista di strettissima osservanza staliniana e poi divenuto nel novembre 1950 segretario del comitato centrale del partito comunista. L'ascesa di Červenkov coincise nella politica economica, con la attuazione del primo piano quinquennale (1949-1953) disposto, senza preparazione e con fretta eccessiva, secondo il modello sovietico. Considerato concluso un anno prima (con il risultato di aver accresciuto - secondo cifre ufficiali bulgare - la produzione nell'industria pesante del 350% e nell'industria leggera del 120%) ad esso seguì il secondo piano quinquennale (1953-1957) diretto a sviluppare soprattutto le fonti di energia (elettricità e miniere di carbone) e l'industria leggera, con risultati già notevoli nel processo di industrializzazione del paese.
La morte di Stalin (1953) recò anche in B. un nuovo corso, che oltre a influenzare il compimento del II piano quinquennale e l'attuazione del III (1958-1962), si manifestò soprattutto dal 1956 a seguito della presa di posizione antistaliniana di N. Chruščëv dinanzi al XX Congresso del partito. Lo "stalinista" V. Červenkov, criticato per aver incoraggiato il "culto della personalità", nell'aprile del 1956 lasciò la carica di primo ministro e (mentre venivano "riabilitati" T. Kostov e i suoi amici), salì al potere Anton Jugov. Se il controllo di polizia fu allentato sin dal 1953, il "nuovo corso" si manifestò attraverso il miglioramento dei rapporti con la Iugoslavia, il ristabilimento dei rapporti diplomatici con la Grecia (maggio 1953) rotti in seguito all'intervento bulgaro nella guerra civile ellenica; la B. nel dicembre 1955 è entrata a far parte delle N.U. e nell'aprile 1960 ha riattivato i rapporti con gli S.U.A. Nel clima di "distensione" si sono intensificati i rapporti economici e culturali con l'Occidente, mentre continuava peraltro il coordinamento politico, ideologico, economico e militare fra la B. e l'Unione Sovietica e gli altri paesi comunisti.
Bibl.: I. Paštukov, Bǎlgarska Istorija, 2 voll., Sofia 1949; H. Seton Watson, The East European Revolution, Londra 1950; G. Dimitrov, Letopis na Života i Revoljucionata mu Deinost′ (Cronaca della sua vita e attività rivoluzionaria), Sofia 1952; F. Fejtö, Histoire des démocraties populaires, Parigi 1952; S. D. Blagoeva, G. Dimitrov, Sofia 1953; J. A. Lukacs, The great Powers and Eastern Europe, New York 1953; R. L. Wolff, The Balkans in our times, Cambridge, Mass., 1956; L. A. D. Dellin, C. E. Black, M. Padev, E. Popoff, N. Spulber, ecc., Bulgaria, New York 1957; E. V. Valey, Bolgarija, Mosca 1957; Mid-European Studies Center of the Free Europe Committee, Bulgaria, New York 1957; Bǎlgarska Akademija na Naukite, Ikonomičeski Institut, Izvestija na Ikonomičeskija Institut (Collana di studî varî sullo sviluppo economico della Bulgaria), Sofia 1955; 1957; 1958.