BUFALO (dal lat. bubalus; lat. scient. Bubalus Frisch 1775; fr. buffle; sp. búfolo; ted. Büffel; ingl. buffalo)
Genere di ruminanti della sottofamiglia dei Bovini (v.). Forme tozze; statura grande, media o piuttosto piccola; linea dorsale più o meno diritta; coda di lunghezza media con ciuffo terminale; fronte più o meno convessa; muso largo; orecchio generalmente grande e largo; arti corti e grossi, zoccoli larghi; corna a sezione trasversa più o meno triangolare e segnate da rugosità trasversali nei loro ⅔ basali, a sezione piuttosto tondeggiante e a superficie liscia nel loro terzo distale; il profilo superiore delle corna è generalmente concavo e la loro punta è di regola rivolta medialmente. Il pelame è, specie negli adulti, assai scarso. Il genere Bubalus Frisch può essere suddiviso in due sottogeneri: Anoa Smith, il Bufalo asiatico, e Syncerus Hodgson, il Bufalo africano. Il primo è diffuso in 3 specie a Celebes, Mindoro, Borneo, Assam, Nepal, India orientale e settentrionale, Ceylon settentrionale, delle quali si ammettono complessivamente 7 sottospecie. Il Bufalo di Celebes. Bubalus depressicornis Smith, è della statura di una pecora e ha le corna diritte, rivolte lateralmente e un poco in alto. Il Bufalo di Mindoro, B. mindorensis Heude, è di statura media e ha le corna leggermente curve medialmente e dirette nel loro insieme leggermente in alto. Il Bufalo indiano o Arni, B. bubalus L., è grande e ha le corna dirette lateralmente e un poco in basso nei loro ⅔ basali. Quest'ultimo è il progenitore del bufalo domestico asiatico, africano ed europeo. Il Bufalo africano, B. caffer Sparrm., è diffuso nell'Africa occidentale, centrale, orientale e meridionale in forme indubbiamente numerose, ma che vanno probabilmente riunite tutte sotto la specie predetta. Le sottospecie descritte sono 25, parecchie delle quali probabilmente insostenibili. Il Bufalo del Setit in Eritrea, B. caffer aequinoctialis Blyth., è estinto da circa 20 anni nella nostra colonia.
I Bufali furono importati in Italia nel sec. VI dai Longobardi sotto il regno di Agilulfo; oggi sono diffusi nei terreni paludosi della Campania, del Lazio, della Basilicata, delle Puglie, dove sostituiscono con vantaggio i comuni bovini. La femmina è pregna dieci mesi e produce 1200-2000 litri di latte all'anno, che viene trasformato in mozzarelle e in altri prodotti del caseificio. Il latte contiene una quantità di grassi doppia (8-9%) di quello della vacca ed è più ricco di caseina e lattosio. La carne dei giovani bufalotti è discreta, ottimo sempre il rendimento al lavoro in zone palustri, dove i comuni bovini sono soggetti alla piroplasmosi. I bufali sono pure adoperati per i lavori di spurgo dei fossi carichi di erbe. Il peso vivo di un bufalo oscilla da q. 5 a 6.
Bibl.: Lydekker, Wild Oxen Sheep and Goats, 1898, pp. 93-136; Lydekker, Catalogue of the Ungulate Mammals, I, 1913, p. 40-72; Hilzheimer, in Brehms Tierleben, XIII, 1916, pp. 309-326.