BUDOVEC di Budov, Váklav (Venceslao)
Autore di scritti religiosi e uomo politico cèco, nato nel 1551 da una vecchia famiglia aristocratica boema; fu educato nell'università di Praga e compì viaggi di studio in Germania, Danimarca, Olanda, Inghilterra, Francia e Italia. Ritornato in patria, dopo 12 anni di soggiorno all'estero, entro nel servizio diplomatico, partendo nel 1577 col conte Zinzendorf, ambasciatore imperiale a Costantinopoli, dove passò 4 anni e dove ebbe occasione di studiare la cultura d'Oriente, interessandosi vivamente a quei problemi religiosi. Scrisse, anzi, un'opera polemica, Antialkoran, pubblicata nel 1614, calda apologia del cristianesimo, non priva di fondamento scientifico. Al suo ritorno in Praga, fu nominato, nel 1584, consigliere d'appello. Prese parte attiva alla vita pubblica in Boemia, come risoluto sostenitore degli ideali dei Fratelli Boemi, ai quali apparteneva dagli anni della sua gioventù; mantenne anche viva corrispondenza letteraria coi suoi amici, fra i quali erano i nomi più eminenti del mondo calvinista d'allora (come Beza, Grineo, ecc.), L'attentato preparato contro l'Unione dei Fratelli nel 1602, per istigazione del nunzio Spinelli, provocò in Boemia una forte opposizione, a capo della quale si mise il B., che alla memorabile dieta di Boemia del 1603 sostenne impavidamente la libertà di religione. Questa sua condotta lo fece cadere in disgrazia alla corte e gli procurò un processo; ma l'imperatore non osò ordinarne l'incarcerazione. In tal modo egli venne ad acquistare una grande influenza fra gli elementi non cattolici di Boemia, e durante la rivolta dell'arciduca Mattia d'Austria contro l'imperatore Rodolfo II, nel 1608, fu il capo riconosciuto di tutta la nobiltà boema. Per merito suo, la dieta del 1609 riuscì ad ottenere da Rodolfo II la libertà religiosa in Boemia, garantita dalle cosiddette "lettere di maestà". Il B. prese parte anche alla fusione delle chiese boeme non cattoliche, sulla base della Confessione boema del 1575.
Durante la rivolta della Boemia contro gli Asburgo, nel 1618, il B. fu a capo dei ribelli: partecipò alla defenestrazione di Praga, inizio del movimento; diresse varie trattative diplomatiche, come membro del governo rivoluzionario boemo; sostenne la nomina a re di Boemia del candidato dell'Unione, Federico del Palatinato. Sconfitti i Boemi alla Montagna Bianca, il B. rimase in Boemia e fu una delle prime vittime della vendetta degli Asburgo. Il 21 giugno 1621, insieme con altri 27 ribelli boemi, il B., vecchio di 70 anni, fu decapitato e squartato in Piazza della Città Vecchia di Praga, e la sua testa, insieme con quelle delle altre vittime, esposta sulla torre del ponte Carlo. I suoi beni furono confiscati.
Per la sua attività politica e letteraria il B. è da considerarsi, insieme con Carlo di Žerotín, come il più grande rappresentante della Boemia prima della catastrofe della Montagna Bianca. La vasta erudizione, la profonda cultura teologica, la purezza dello stile fanno delle sue opere e delle sue lettere altrettanti modelli della migliore letteratura antica cèca, mentre nella sua azione politica si personificano gli ideali della vecchia Boemia. Nel B. si rispecchia tutto l'ambiente culturale boemo della fine del sec. XVl e del principio del XVII.
Bibl.: J. Jireček, Rukovět' k déjinám literatury české do konce XVIII. věku (Manuale di storia della letteratura cèca fino alla fine del sec. XVIII), Praga 1875; E. Denis, Fin de l'indépendence bohème, Parigi 1890; J. Glücklich, V, Budovce korrespondence z let 1579-1619 (La corrispondenza di B. degli anni 1579-1619), Praga 1908; id., Nová korrespondence V. B. z let 1570-1616 (La nuova corr. di B.), Praga 1912; id., O historických dílech V. Budovce z Budova z let 1608-1610 (Delle opere storiche di B.), Praga 1911; J. Jakubec, Dějiny literatury české (Storia della letteratura cèca), I, Praga 1929.