BUDAPEST (VIII, p. 22)
Malgrado gli svantaggi derivanti dall'impicciolimento del territorio ungherese in seguito al trattato del Trianon (1920), Budapest ha continuato a ingrandirsi e nel 1941 il suo organismo urbano (Grande Budapest) contava 1.750.000 ab., di cui 1.162.822 nei limiti del comune e gli altri nei comuni immediatamente contermini (Pestszenterzsébet, 76.894; Ujpest, 76.072; Kispest 65.139; Rákospalota 49.035; Csepel 47.135; Pestszentlörinc 42.066). La città si è avvantaggiata per il progressivo sviluppo industriale, specie nel campo tessile (cotonificio: 320.000 fusi e 14.000 telai; lanificio: 75.000 fusi e 2.000 telai; jutificio) e dell'industria chimica (concimi, olî vegetali, saponi, candele, fiammiferi, conceria, molini, distillerie). Csepel è ora sede, oltre che d'una raffineria di petrolio, di un'importante fabbrica per la lavorazione dell'alluminio. Durante la seconda Guerra mondiale, Budapest ha dapprima tratto vantaggio dei successivi ingrandimenti territoriali dell'Ungheria, ma poi ha subito distruzioni e rovine molto considerevoli anche ai monumenti artistici (fra gli altri il palazzo reale, insigne opera del sec. XVIII) e ai ponti sul Danubio pressoché tutti distrutti.
La battaglia per Budapest. - L' Ungheria fu invasa dalle truppe sovietiche dalla Transilvania e dal Danubio: le prime agli ordini di Malinovskij, le seconde di Tolbukhin. Le colonne operanti tra Danubio e Tibisco il 31 ottobre 1944 giunsero a Kecskemét ad 80 km. dalla capitale e, due giorni dopo, a Lajosmizse; quelle procedenti da est passarono il Tibisco ed occuparono Szolnok; sì che l'ulteriore avanzata su Budapest si compì su un fronte a semicerchio di circa 150 km. La vigorosa resistenza dei Tedesco-ungheresi rallentò i progressi ulteriori: soltanto il 12 novembre i Sovietici poterono avvicinarsi a Monor, a 30 km. dalla capitale, ed il 16 a Gyomro. La città poté essere investita il 9 dicembre; il 12 cadde Gödöllö alle porte di Budapest e il giorno dopo Ujpest, quartiere industriale 6 km. a nord della città. Il 26 dicembre la città era totalmente accerchiata, ma non per questo la resistenza diminuì d'intensità e di vigore. Il 29 dicembre, respinta l'intimazione di resa, s'impegnò una lotta feroce nei sobborghi trasformati in fortezze e, poscia, nell'interno della città; lotta che fa ricordare la tragedia di Stalingrado. Il comandante della piazza, gen. tedesco Pfeffer-Wildenbruch si arrese a Malinovskij solo il 12 febbraio 1945 l'assedio era durato circa 2 mesi.