BUCRANIO (dal gr. βουκράνιον, λατ). bucranium "(cranio di bue")
In architettura s'indicano con questo vocabolo quei teschi di bue scarniti che, variamente ornati di fiori e di solito alternati con festoni, formano la decorazione plastica più caratteristica degli antichi ordini architettonici, in particolare del dorico greco e di moltissimi monumenti romani.
L'origine di questo tipo di ornato, va ricercata nel fatto che negli antichi templi i cranî degli animali sia bovini sia ovini i quali venivano immolati in sacrifizio erano, dopo disseccati, appesi tutt'intorno all'ara sacrificale e sull'alto delle pareti del tempio.
Varî gli ornamenti che possono accompagnare nel fregio decorativo il bucranio: differiscono da ordine a ordine e dipendono dall'ampiezza dello spazio ove il bassorilievo è incastonato. Nel fregio dorico, classicamente decorato a triglifi, il bucranio, alternato con patere, è rilevato nel mezzo della metopa: il suo normale ornamento è l'infula, che, formando sul cranio una specie di ghirlanda, gira intorno alle corna e ricade simmetricamente ai lati, recando anche decorazioni floreali stilizzate. Nei fregi continui, proprî degli ordini ionico e corinzio, i bucranî sono accompagnati da festoni di fiori e frutta, attaccati con nastri e bende alle corna. Così, nel fregio del tempio cosiddetto della Fortuna virile nel Foro Boario a Roma, i festoni sono sostenuti alternativamente da un bucranio, posto in corrispondenza dell'interasse delle colonne, e da un genio alato posto in asse con la colonna.
Come molti altri elementi decorativi consimili, il bucranio, che pur non era del tutto scomparso durante il Medioevo, fu ripreso dall'arte del Rinascimento, particolarmente italiana, e modificato e variamente adoperato: frequente è la trasformazione in testa d'ariete, come nelle vele dell'organismo architettonico affrescato da Michelangiolo nella vòlta della Sistina.