BUCOVINA (VIII, p. 20)
In seguito all'ultimatum sovietico del 27 giugno 1940, la Romania cedette la Bucovina settentrioriale (5242 kmq. e 520.000 ab.) e la Bessarabia (v. in questa App.) all'URSS. Durante la seconda Guerra mondiale la Romania rioccupò ambedue le regioni che poi, in seguito alla sconfitta delle potenze dell'Asse, sono tornate all'URSS. La Bucovina settentrionale è stata incorporata nella repubblica federata dell'Ucraina.
Nel quadro delle operazioni belliche durante la seconda Guerra mondiale, la Bucovina non ha avuto particolare importanza. Nella prima fase della guerra, trovandosi tra la Galizia, l'Ungheria e la Romania, cioè sulla linea di operazioni principali: Leopoli-Kiev (gruppo di armate tedesche comandate dal maresciallo Rundstedt), costituì una regione di transito e quindi ebbe la funzione di zona di raccolta e di schieramento per l'avanzata ulteriore in Ucraina dopo il passaggio della porta di Galizia. I Tedeschi attraversarono la Bucovina nei primi giorni del luglio 1941 diretti al Prut e al Dnestr. La Bucovina tornò ad essere teatro di operazioni nell'ultimo periodo del conflitto durante la grande controffensiva sovietica dell'inverno 1943-44; quando, spostatosi il centro di gravità della grandiosa battaglia che investiva l'intero fronte dal Baltico al Mar Nero, nel settore ucraino, per effetto di un'ampia manovra eseguita dai tre eserciti di Malinovskij, Konev e Žukov, tutto il fronte meridionale sovietico faceva un balzo in avanti dal Dnestr alla Bucovina (marzo 1944), puntando poi su Leopoli. Kolomyja venne occupata il 28 da Žukov; Cernăuţi il 30; la linea del Prut fu così aggirata. Per la Bucovina, durante l'ulteriore offensiva in Galizia ed Ungheria, passava la linea di operazioni che da Berdičev, per Kamenec, Cernăuţi e Kolomyja, portava in Ungheria a M. Sziget.