EMECHETA, Buchi (propr. Florence Onye Buchi)
Scrittrice nigeriana, nata a Lagos il 21 luglio 1944 da genitori igbo. Considerata, assieme a Flora Nwapa, tra le pioniere della letteratura femminile africana di lingua inglese, nel 1983 E. rientrava nei 20 nomi della prima, influente lista della rivista «Granta» Best of the young British novelistsed è stata insignita dell’Order of the British empire (OBE) nel 2005.
Dopo un’istruzione lacunosa presso la scuola metodista a Yoba (Lagos) e un precoce matrimonio combinato, E. migrò in Inghilterra nel 1962 per raggiungere il marito. Quattro anni dopo lasciò il compagno, ritrovandosi ventiduenne con cinque figli da mantenere. Impiegata presso la bi blioteca del British Museum, conseguì il bachelor in arts in sociologia presso la University of London nel 1972. Negli stessi anni, mentre trovava impiego nei servizi sociali inglesi, iniziò a collaborare con una rubrica sul «New statesman», documentando con realismo e disincanto la vita dei neri a Londra, in particolare delle donne sole con figli, tra difficoltà economiche e razzismo. I racconti confluirono nella sua prima pubblicazione In the ditch (1972) che con Second class citizen (1974; trad. it. Cittadina di seconda classe, 1987) uscì come Adah’s story (1983). Il successo, legato alla novità della prospettiva femminile su questioni precedentemente poco affrontate e, comunque, in prevalenza da uomini, la portò a ricoprire il posto di visiting lecturer per tutti gli anni Settanta in varie università statunitensi e, a partire dagli anni Ottanta, in Nigeria (University of Calabar), di nuovo Stati Uniti (Yale) e Gran Bretagna (University of London).
Scartando la riduttiva etichetta di ‘femminista’, E. si è concentrata sulla condizione della donna nel suo Paese d’origine e in Occidente rendendo la relazione stessa tra le due culture analoga al rapporto squilibrato tra sessi, come nel romanzo The rape of Shavi (1983), in cui lo stupro figura come metafora della colonizzazione. La discriminazione sessuale, diversamente, ma pur sempre attiva tanto in Africa quanto in Europa, dove è aggravata dal razzismo, è il tema principe dell’opera di E., a volte criticata per l’aspetto sociologico del suo realismo e per una certa ripetitività di motivi. La vita impervia che le donne devono affrontare in famiglia, dove sono sottomesse al compagno, nella comunità, che attribuisce loro solo ruoli genitoriali e di cura domestica, nella nazione, dove sono estromesse da qualunque forma di elaborazione e gestione del potere, e i motivi della migrazione e del radicamento in Inghilterra, Paese affettivamente inospitale, costituiscono il macrotema dei suoi numerosi romanzi, tra cui: The bride price (1976), The slave girl (1977), The joys of motherhood (1979), Destination Biafra (1982), l’autobiografia Head above water (1986), Gwendolen (1989; trad. it. 1996), Kehinde (1994), The new tribe (2000). E. ha anche scritto sceneggiature per la BBC (A kind of marriage, 1976, e Family bargain, 1987). Residente a Londra, ma spesso in Nigeria, E. ha fondato la casa editrice Ogwugwu Afor e scrive sul «New statesman», il «Times literary supplement» e il «Guardian».
Bibliografia: K. Fishburn, Reading Buchi Emecheta. Crosscultural conversations, Westport (Conn.)-London 1995; R. Oriaku, Buchi Emecheta. If not a feminist, then what?, in Feminism and African women’s creative writings: theory, practice and criticism, ed. A. Adebayo, Ibadan 1996, pp. 72-90; Emerging perspectives on Buchi Emecheta, ed. M. Umeh, Trenton (N.J.) 1996; S. Pichler, Buchi Emecheta’s “London novels”: an intercultural approach, Trier 2001; O. Sougou, Writing across cultures: gender politics and difference in the fiction of Buchi Emecheta, Amsterdam 2002.