BUCCIO di Ranallo
Rimatore abruzzese, nato negli ultimi anni del sec. XIII o nei primi del XIV all'Aquila, da famiglia originaria del castello di Popplito stabilitasi nella città all'epoca della fondazione di questa (1254, 1266). Quantunque estraneo alle fazioni aquilane, B. nell'urto sanguinoso di queste levava spesso la voce per rimbrottare, ammonire, consigliare, mandando attorno sonetti, un po' aspri nella forma, ma pieni di vigore e ispirazione. Suprema passione del poeta era il "bono stato" del comune. Quando a tale scopo gli parve non bastasse il comporre e divulgar sonetti, si pose a scrivere una Cronaca, in quartine di alessandrini monorimi, degli avvenimenti aquilani, dalla fondazione della città ai giorni suoi, e la condusse sino al maggio del 1362. Narratore veridico e scrupoloso, B. è notevole altresì per la vivacità del suo raccontare, che talvolta ricorda le Chansons de geste. Si deve pure a B. una Leggenda di Santa Caterina d'Alessandria, anch'essa in rima (ottonarî accoppiati), scritta forse per qualche compagnia di disciplinati aquilani. Morì nel contagio del 1363.
Della Cronaca Aquilana v. l'edizione di V. De Bartholomaeis, Roma 1907 (Fonti per la Storia d'Italia dell'Ist. Stor. Ital., n. 41).
Bibl.: V. De Bartholomaeis, in Bull. della Dep. di st. patria per gli Abruzzi, 1914; A. Mussafia, in Sitzungsberichte dell'Accad. di Vienna, classe stor.-filol., 1885, p. 365 segg.