BUBBONIA
Centro antico situato su una piattaforma (alt. mass. m 595) a circa 30 km a N-E della collina di Gela, in posizione dominante la via naturale di comunicazione tra il territorio geloo e quello leontinese.
Il luogo fu scavato in parte dall'Orsi e in recenti campagne. L'intero pianoro, su cui sorgeva un insediamento indigeno, fu fortificato nel periodo arcaico con un muro a secco lungo 5 km. Un altro muro di fortificazione a secco, formato di elementi riadoperati, con una porta, databile alla seconda metà del IV sec. a. C., fu costruito per difesa interna di un thesauròs (già creduto un anàktoron dall'Orsi, che volle identificare un altro anàktoron invernale ai piedi della collina). Questo thesauròs ha una parte occidentale a blocchi di taglio greco di periodo arcaico e una parte orientale con muratura a secco aggiunta nel IV sec. a. C., forse una caserma sorta sulla cima dell'altura in occasione delle lotte di Agatocle nella zona tra il 311 e il 310 a. C., epoca a cui risale forse anche la piccola fortificazione. Nel VI sec. a. C. il centro divenne una vera pòlis.
La necropoli ha tombe di tipo indigeno con ceramica locale nel VIII-VII sec. a. C. e poi con corredi di tipo greco nel VI sec. a. C., allorché si inizia la produzione di urne cinerane di imitazione greca. Alla fine del VI e ai primi del V sec. l'ellenizzazione è completa e le fornaci locali producono statuette di tipo puramente greco con influsso dei modelli arcaici di Gela.
La città fu probabilmente distrutta da Imilcone (Diod., xiii, 8, 2-3) e risorse nel periodo timoleonteo e agatocleo, ma fu abbandonata nella seconda metà del III sec. a. C. con l'arrivo dei Romani, quando la vita si spostò nella pianura.
Bibl.: P. Orsi, in Not. Scavi, 1905, pp. 447-449, 1907, p. 497; D. Adamesteanu, "Anàktora" o Sacelli?, in Arch. Class., VII, 1956, pp. 179-186; id., Le fortificazioni ad aggere nella Sicilia centromeridionale, in Rend. Lincei, XI, 1956, pp. 1-6; id., M. Saraceno ed il problema della penetrazione dei Rodio-Cretesi nella Sicilia meridionale, in Arch. Class., VIII, 1957, pp. 121-146; id., in Rev. Arch., 1957, pp. 164-169.