BTP (Buoni del Tesoro Pluriennali)
BTP (Buoni del Tesoro Pluriennali) Titoli di debito emessi dallo Stato con scadenza a medio-lungo termine, compresa tipicamente fra i 3 e i 30 anni. Sono titoli a tasso fisso e prevedono, a differenza dei BOT (➔), il pagamento di interessi periodici (stacco di cedole annuali corrisposte di solito con cadenza semestrale). Si tratta di un titolo a capitale garantito, ossia che prevede alla scadenza il rimborso dell’intero valore nominale.
Per quanto concerne il rendimento del BTP, è necessario fare un distinguo. Per i buoni emessi alla pari, il tasso di rendimento è dato semplicemente dal tasso nominale; per i buoni emessi sotto la pari (quando il prezzo di emissione è inferiore al valore nominale del titolo), occorre aggiungere al tasso nominale quello associato al guadagno in conto capitale. Esso si ottiene calcolando il rapporto tra il guadagno in conto capitale, cioè la differenza tra prezzo di rimborso a scadenza B(T) e prezzo di emissione B(0), e il prezzo di emissione e spalmando poi il valore così ottenuto per tutta la durata del buono. In simboli: [B(T)−B(0)]/[B(0)·T]. Lo stesso meccanismo consente di aggiornare nel tempo il rendimento dei BTP: indicando con B(t,T) il prezzo di mercato all’epoca corrente t del buono con scadenza T e vita residua T−t, si ha [B(T)− B(t,T)]/[B(t,T)·(T−t)]. La differenza fra il rendimento del Bund tedesco (considerato come tasso su un titolo esente da rischio di insolvenza) e del BTP con vita residua pari a 10 anni è un indicatore, alternativo al prezzo del credit default swap (➔ CDS), del rischio di insolvenza sul debito sovrano italiano. Esso si è impennato in particolare nella seconda metà del 2011 come si vede nel grafico.
Come i BOT, i BTP vengono collocati sul mercato tramite aste, cui partecipano soltanto investitori istituzionali autorizzati. Le operazioni di collocamento sono affidate alla Banca d’Italia e avvengono con asta marginale (e non competitiva), ovvero grazie a un meccanismo con il quale gli intermediari che si sono aggiudicati i titoli li pagheranno al prezzo marginale, cioè al più basso dei prezzi fra le offerte accoglibili. Inoltre, prima della scadenza del titolo, gli investitori istituzionali possono comprare o vendere i BTP sia sul mercato secondario regolamentato (➔ MTS), per operazioni non inferiori a 2,5 milioni di euro, sia su quello non regolamentato (➔ Over The Counter); i privati possono effettuare queste transazioni sul mercato secondario regolamentato MOT (➔), dove sono consentite operazioni dal taglio minimo di 1000 euro.
Introdotti nel 2003, sono titoli di Stato che forniscono all’investitore una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi. In particolare, sia il capitale rimborsato a scadenza sia le cedole pagate semestralmente vengono rivalutati sulla base dell’inflazione dell’area euro, misurata dall’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IAPC), con esclusione del tabacco, calcolato mensilmente da Eurostat. Le cedole variabili garantiscono un rendimento costante in termini reali, ovvero in termini di potere di acquisto. L’ammontare di ciascuna cedola, infatti, è calcolato moltiplicando il tasso di interesse fisso, stabilito all’emissione, per il capitale sottoscritto rivalutato sulla base dell’inflazione, pari cioè al capitale nominale sottoscritto moltiplicato per il coefficiente d’indicizzazione alla data di pagamento della cedola. In ogni caso, i BTP€i garantiscono il rimborso dell’intero valore nominale sottoscritto, per cui, se nel periodo si verifica una diminuzione dei prezzi, non se ne terrà conto ai fini dell’indicizzazione del capitale. Al 2011, i BTP€i sono emessi mensilmente con scadenze di 5, 10, 15 e 30 anni.