BSE
– Sigla di Bovine spongiform encephalopathy, con cui è nota l'encefalopatia spongiforme bovina. Allo scoppio dell’epidemia, nota comunemente come morbo della mucca pazza, lo Stato italiano ha varato una serie di misure legislative volte a contenere il rischio di trasmissione animale dell’epidemia e a tutelare i consumatori dal possibile acquisto di carne infetta, sulla base di rigidi percorsi di tracciabilità dei prodotti di macelleria. Il d.m. 30 agosto 2000 del Ministero delle Politiche agricole ha istituito un sistema di rintracciabilità delle carni bovine che prescrive un’etichetta obbligatoria, per evidenziare il nesso tra il prodotto macellato, il capo di bestiame e il Paese di provenienza, nonché il numero di approvazione del laboratorio di sezionamento. Il d.m. 29 settembre 2000 del Ministero della Sanità ha posto l’obbligo di eliminazione delle parti a rischio (cranio, occhi, cervello, tonsille, midollo spinale, ileo intestinale dei bovini; timo, milza di bovini oltre i 12 mesi di età) al momento della macellazione, da avviare all’incenerimento; lo stesso decreto ha vietato l’importazione di parti a rischio da paesi terzi a partire dal 1° aprile 2001. Il Ministero della Sanità, con l’ordinanza del 13 novembre 2000, ha inoltre messo al bando l’uso delle farine animali nell’alimentazione del bestiame. Nel 2005 il comitato veterinario dell’Unione Europea ha reintrodotto il consumo della bistecca con l’osso.