BRUYN, Bartholomäus, il vecchio
Pittore, nato probabilmente a Colonia nel 1493, morto nel 1555. Fu il più rinomato tra i pittori di Colonia, ai suoi tempi, e dal 1518 al 1521 ne rappresentò provvisoriamente la corporazione nel consiglio della città, di cui poi fu membro (1549-1552). Nel 1522 s'impegnava a eseguire per il duomo di Essen una pala d'altare, che ancora vi è conservata; e nel 1529 per la chiesa di S. Vittore a Xanten i dipinti dell'altar maggiore. Un trittico con l'Incoronazione di Maria, (già nella collezione Hax di Colonia), del 1515, dimostra, pur tra caratteri personali dell'artista, una stretta affinità col maestro Jan Joest di Haarlem, autore dell'altare maggiore di Calcar. Alcune opere che sembrano più giovanili, come l'Annunciazione nel museo di Darmstadt e i tre episodî della leggenda di S. Orsola nel museo di Colonia, indicano il suo passaggio nella hottega del "Maestro di S. Severino", di Colonia, di cui il B. fu probabilmente scolaro. L'ultimo lavoro del suo periodo giovanile è l'Adorazione dei pastori e degli angeli (nel museo Städel in Francoforte sul Meno), 1516. Esso riunisce le qualità compositive della vecchia scuola di Colonia con una trattazione più succosa di luci e di tinte proprie agli Olandesi. Ma uno studio più attento del dipinto rivela piuttosto un accostamento che una fusione dei singoli elementi di varia provenienza. Fu per l'arte del B. di nefaste conseguenze che egli, cresciuto nella tradizione della scuola di Colonia, abbia voluto lasciarla per appropriarsi la multiforme ricchezza della pittura olandese, senza possedere il talento necessario. Così egli, dopo quei lavori giovanili, si disorientò completamente e s'inaridì in un freddo stile impersonale per finire poi verso il 1520 nello stile manieristico di Anversa. A questo periodo appartengono alcune delle sue opere migliori che risentono il benefico influsso di Joos van Cleve, con cui pare fosse in rapporti personali. La composizione delle ali dell'altare di Essen, nonostante il grande formato insolito nella scuola di Colonia, è assai felice, sebbene il pregio ne risieda piuttosto nella quantità di particolari accuratamente eseguiti che nell'applicazione di nuovi concetti formali. Della fine di quel periodo è la Madonna col ritratto del duca di Cleve (1528), nel Kaiser-Friedrich Museum di Berlino. In seguito, la sua forza creatrice andò esaurendosi. Le opere del 1529 rivelano il B. sotto il decisivo influsso dello Scorel; ma da questi egli prende solo il modo esteriore di trattare la figura e il paesaggio, a scapito di quanto gli era ancora rimasto della sua primitiva abilità compositiva. In questi lavori si nota già una vasta collaborazione di aiuti. Le ali del polittico di Xanten, anch'esse di ampie dimensioni, sono, sia nel disegno sia nei colori, di valore ineguale; la loro parte migliore consiste in una serie di ritratti, alcuni dei quali ottimi. Un influsso notevole esercitò sul B. anche l'arte di Heemskerk (altari delle chiese di S. Severino e di S. Andrea in Colonia). Poi, quasi tutte le composizioni assunsero un carattere impersonale e lasciano supporre la collaborazione dei figli del B.: la sua bottega, retrograda e provinciale, rispecchiava via via le varie tendenze della pittura olandese, che a sua volta era influenzata da quella italiana. Né mancano dirette derivazioni dell'arte italiana, come, ad esempio, nel Nudo del Museo germanico, nella Circoncisione del Museo Wallraf-Richartz, nella Madonna della collezione R. von Schnitzler di Colonia.
Le opere migliori del B. sono i ritratti: un genere d'arte che fu soprattutto da lui affermato a Colonia. La composizione ne è peraltro uniforme e rigida; tuttavia il carattere del personaggio è colto con acume e reso con sicurezza, come si può vedere nel ritratto del borgomastro Johann von Rheidt del 1525 (Kaiser-Friedrich Museum di Berlino) e in quello del borgomastro Arnold von Brauweiler del Wallraf-Richartz Museum di Colonia, dove si conservano altri ritratti in miniatura della stessa epoca che sono quanto di più fine il B. abbia mai eseguito. Sono da ricordare un ritratto d'ignoto già nella collezione Huldschinsky e quello di Margherita Questenberg (Colonia, Wallraf-Richartz Museum) del 1552.
Bibl.: E. Firmenich-Richartz, B. B. u. seine Schule, Lipsia 1891; C. Aldenhoven, Geschichte d. Kölner Malerschule, Lubecca 1902, p. 306 segg.; E. Firmenich-Richartz, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911 (con la bibl. precedente); H. Brockmann, Die Spätzeit d. Kölner Malerschule, Bonn 1924, pp. 21-48, 305-08; H. Reiners, Die Kölner Malerschule, Gladbach 1925, p. 238 segg.