NICOLAI, Bruno
– Nacque a Roma il 26 maggio 1926, da Giulio Cesare, tipografo, e da Gina Ottaviani.
Studiò pianoforte con Aldo Mantia e composizione con Goffredo Petrassi e Antonio Ferdinandi al Conservatorio di S. Cecilia a Roma, organo con Ferruccio Vignanelli al Pontificio Istituto di musica sacra.
Compositore, pianista, organista, direttore d’orchestra ed editore, dal 1950 al 1964 collaborò, come pianista, organista e clavicembalista, con l’orchestra dell’Accademia di S. Cecilia e con l’orchestra sinfonica della RAI di Roma; nello stesso periodo fu maestro sostituto nelle stagioni di opere da camera al teatro La Cometa di Roma. Negli anni Ottanta insegnò armonia e composizione alla Scuola comunale di musica di Frosinone e al Conservatorio di Bologna.
Nel 1955 sposò Carla Coppi; dalla loro unione nacquero tre figlie, Lea, Giulia e Flavia.
Compose musiche di scena per compagnie teatrali importanti e per i principali teatri stabili italiani. Fra le sue opere teatrali si segnala La forza di amare, composizione per basso, coro e orchestra su un testo di Martin Luther King, eseguita, in prima assoluta, all’Auditorium della Cittadella cristiana di Assisi in occasione della stagione Musica della non violenza (26° Corso di Studi cristiani, 25 agosto 1968). Fu autore di numerosi commenti musicali in spettacoli teatrali per registi come Guido Salvini (1955), Franco Zeffirelli (1969), Giorgio Strehler (1969), Silverio Blasi (1964-73) e Mario Ferrero (1974). Dal 1955 al 1960 collaborò con Luchino Visconti, componendo fra l'altro le musiche per Le tre sorelle (1952) e Uno sguardo dal ponte (1958). Ideò le colonne sonore per diverse trasmissioni radiofoniche e televisive, fra cui Vita di Michelangelo (S. Blasi, 1964), Caravaggio (Id., 1967), Don Giovanni in Sicilia (A. Lattuada, 1969), Eleonora (S. Blasi, 1973), Il commissario De Vincenzi (M. Ferrero, 1974), La coscienza di Zeno (S. Bolchi, 1988). Notevoli gli allestimenti scenico-acustici realizzati per l’Istituto nazionale del Dramma antico (Ecuba, Siracusa 1962, e Gli uccelli, Pompei 1964; regista G. di Martino) – per i quali fra gli strumenti utilizzò le onde Martenot – nonché le musiche di scena per il Filottete al teatro greco di Tindari (1959).
L’incontro col cinema, come egli stesso dichiarò in un’intervista (Salvatori, 1983), avvenne quasi per caso, per merito soprattutto del regista Guido Salvini: «non ho mai perso di vista la musica classica, ma nella scrittura non ho preferenze di generi». A partire da Robinson Crusoe, il naufrago del Pacifico (J. Musso e A. Damiani, 1962) e fino agli anni Ottanta, compose musica per il grande schermo italiano, francese e inglese. Tra i film più importanti: Mondo cane n. 2 (G. Jacopetti, 1963); Corri, uomo, corri (S. Sollima, 1968); 99 donne (J. Franco, 1968), Justine, ovvero le disavventure della virtù (id., 1968); Paolo e Francesca (G. Vernuccio, 1971); Gli fumavano le colt… (G. Carnimeo, 1971); Una giornata spesa bene (J.-L. Trintignant, 1972). Collaborò come compositore e direttore d’orchestra con Ennio Morricone per le colonne sonore di film di Alberto De Martino (Ok Connery, 1966; Dalle Ardenne all’inferno, 1967; Ci risiamo, vero, Provvidenza?, 1973) ed Enzo Castellari (Gli occhi freddi della paura, 1971). Al 1983 risale la colonna sonora per Cammina, cammina di Ermanno Olmi, esperienza musicale che così commentò: «il film di Olmi non è certo un prodotto da cassetta, e anche le musiche dovevano tenerne conto […], ci sono invocazioni, canti di grilli e cantate popolari, musica semplice. Ecco, questo è il tipo di musica cinematografica che preferisco» (Salvatori, 1983). Con Fiorenzo Carpi, al quale fu legato da profonda amicizia, firmò alcuni lavori a quattro mani (Ballo Excelsior, 1967; Un bianco vestito per Mariale’, 1972). Per le sue doti di interprete fu chiamato a dirigere colonne sonore di Carlo Rustichelli, Luis Bacalov, Nino Rota.
Professionista infaticabile, si adoperò per la diffusione della musica d’arte contemporanea e per contrastare l’asfittico isolamento che ne avrebbe decretato la condanna, sforzandosi di procurare opportunità e potenzialità promozionali sempre più ampie. A tale scopo, nel 1966 fondò con alcuni colleghi il Gruppo di musica da camera per la musica contemporanea, che diresse alla Biennale di Venezia, al XXVII Festival di Musica contemporanea (settembre 1968) eseguendo la sua Sinfonia per 8 strumenti. Nel 1975 fondò la casa editrice Edi-Pan, che pubblicava in contemporanea sia l’edizione testuale sia quella fonografica delle varie opere, con un ampio catalogo, comprendente oltre a musiche di varie epoche, dal Medioevo al secondo Novecento (nella collana «Linea obliqua» erano comprese composizioni di Friedrich Nietzsche, fino allora poco conosciute in Italia), anche musiche di tradizione popolare e jazz.
Sempre nell’intento di promuovere la musica d’arte contemporanea, nel 1977 Nicolai fondò l’Associazione La musica, alla quale si aggiunse dal 1985 al 1988 la rivista 1985 La musica. Nel primo numero del mensile scrisse (Il piacere di fare musica, p. 1): «L’incomprensione fra il musicista e i suoi simili oggi è accentuata, ed è evidente l’esigenza dell’artista a chiarire, razionalizzare, giustificare e cercare di far comprendere la natura dei problemi insiti in ogni nuova creazione. Un tentativo di valutazione, o meglio un bilancio della produzione contemporanea, degli aspetti legati al passato e di quelli che segnano il passo verso la nuova musica sono le tematiche proposte da questa rivista, in una tavola rotonda, a compositori, interpreti, critici letterati, pittori, editori, discografici, organizzatori musicali e a tutte le persone che con buona volontà vorranno collaborare all’esperienza della vita musicale oggi».
Morì a Roma il 16 agosto 1991.
Tra le sue composizioni di Nicolai, oltre alle citate, si segnalano in particolare: Quattro odi di Orazio per baritono e 9 strumenti (1951), Ouverture per orchestra (1952), e Sonata per viola, pianoforte e percussioni (1959). È stato definito uno dei compositori «più sperimentali dell’arengo musicale» (Miceli, 2009, p. 388); e proprio in tal senso Franco Abbiati (1974, p. 559), richiamandosi alla definizione adorniana del «carattere sperimentale della musica contemporanea», lo annoverò tra «i musicisti ‘ultras’» delle ultime generazioni.
Fonti e Bibl.: F. Abbiati, Storia della musica, IV, Milano 1974, pp. 557-586; D. Salvatori, Noi siamo le colonne sonore. B. N.: ha lavorato con Olmi e Visconti, in Il Messaggero, 26 agosto 1983; L. Bideri, B. N. Una vita per la musica contemporanea, in Bollettino SIAE, 1991, n.5, p. 283; E. Comuzio, Musicisti per lo schermo, in Dizionario ragionato dei compositori cinematografici, Roma 2004, pp. 644 s.; C. Fuiano, Un gigante della musica, in Il Giaguaro Magazine, 2005, n. 10, p. 50; S. Miceli, Musica per film. Storia, estetica, analisi e tipologie, Milano 2009, p. 388; Id., Musica e cinema nella cultura del Novecento, Roma 2010, pp. 349, 498; Diz. encicl. universale della musica e dei musicisti. Le biografie, V, p. 367.