MONTEROSSO, Bruno
MONTEROSSO, Bruno. – Nacque a Catania il 20 maggio 1887.
Si laureò in scienze naturali nel 1911 e da subito divenne assistente alla cattedra di Zoologia, retta dal suo maestro Achille Russo, incarico che mantenne fino al 1930, con una sola interruzione per il servizio militare dal 1915 al 1919. Nel 1916 conseguì la libera docenza in zoologia, anatomia e fisiologia comparate.
Nei primi anni la sua attività scientifica fu orientata alla citologia delle gonadi dei mammiferi, dapprima studiando i fenomeni di degenerazione cellulare nei tubuli seminiferi del topo, poi dedicandosi alla struttura della gonade femminile.
Gli si devono la descrizione della struttura della granulosa del follicolo ovarico, l’evidenziazione di particolari movimenti nucleari e di un ciclo funzionale in due fasi: una di assorbimento e una di secrezione (La funzione di assorbimento e di secrezione interna delle cellule parietali del follicolo ovarico della coniglia, con A. Russo, in Monitore Zoologico Italiano, 26 [1915], n. 11, pp. 268-272). Si occupò pure dei rapporti fra condrioma e deutoplasma negli ovociti, constatando il fenomeno della neoformazione dei mitocondri (Lo sviluppo del condrioma e del deutoplasma nell’oocite dei mammiferi, in Boll. delle sedute della Acc. Gioenia di Scienze Naturali in Catania, s. 2, 1914, nn. 29-30, pp. 16-25).
Agli stessi anni risale anche l’unico studio di sistematica della sua carriera: un’accurata ricerca sui crostacei anfipodi caprellidi del Golfo di Catania, che condusse in due anni di intense raccolte (Caprellidae del Golfo di Catania, in Atti dellaAcc. Gioenia di Scienze Naturali in Catania, s. 5, 1915, vol. 8, pp. 1-16). Tra il 1919 e il 1920 mutò i suoi interessi di ricerca orientandosi prevalentemente alla biologia marina, pura e applicata, e all’etologia.
Iniziò, quindi, il filone di indagini su Peroderma cylindricum, un crostaceo copepode parassita della sardina. Istologia e citologia di questo artropode furono oggetto di una decina di contributi, tra il 1922 e il 1930, che nell’insieme formano una precisa monografia anatomica e fisiologica su tale specie. Più o meno contemporaneamente si dedicò allo studio dei Balanidi, crostacei cirripedi, oggetto anch’essi di una quindicina di contributi di diverso respiro. Nell’apparato digerente di questi animali Monterosso scoprì uno strato cellulare periintestinale con la funzione di elaborare ulteriormente gli alimenti digeriti nell’intestino e cederli in rapida assimilazione ai tessuti circostanti e denominò parasoma la struttura ergastoplasmica determinante la grande attività metabolica dello strato cellulare (Su di un particolare strato di cellule esistente attorno al mesointestino dei Balanidi. Ricerche su Balanus perforatus Bruguière, in Atti della Reale Acc. Naz. dei Lincei. Memorie, s. 6, vol. 2 [1927], pp. 402-436).
Nel campo della biologia marina applicata indagò l’azione della luce sommersa sulle specie marine planctoniche e bentoniche e sulla pesca. L’attività sperimentale lo portò a dimostrare che l’afflusso di organismi è solo parzialmente dovuto a una risposta fototattica, poiché un effetto trofotattico di notevole importanza riesce a prevalere su un’iniziale risposta fotofobica (Esperimenti di pesca e ricerche di biologia con lampada elettrica ad immersione, in Atti della Acc. Gioenia di Scienze Naturali, 1919, s. 5, vol. 12, Mem. 13, pp. 1-16). Lo studio della biologia marina accompagnò tutta la carriera accademica di Monterosso e la caratterizzò significativamente, anche perché argomento di ampio interesse economico e rilevanza locale. Così, quando nel 1947 fu invitato dal rettore dell’Università di Catania a tenere la prolusione all’inaugurazione dell’anno accademico 1947-1948, il tema scelto per la sua relazione fu Il mare e la vita (in Annuario della Univ. degli Studi di Catania. Anno accademico 1947-1948, 1948, pp. 23-43).
Nel 1930 vinse la cattedra di Zoologia e anatomia comparata presso l’Università di Cagliari, che mantenne per sette anni, durante i quali fu anche presidente del Consorzio per la tutela della pesca in Sardegna e membro della Commissione venatoria per la provincia di Cagliari.
In tale epoca, oltre che delle ricerche sui crostacei cirripedi, si occupò di faunistica e zoogeografia pubblicando una serie di contributi dal titolo: Commentari faunistici sardi (in Rend. del Seminario della Facoltà di Scienze di Cagliari, voll. 5-6, 1934, 1935, 1936). Nel 1934, in occasione del XII Congresso geografico italiano, tenne una relazione su Lo stato attuale del problema zoogeografico sardo (in Atti del XII Congresso geografico italiano, Cagliari 1935) e fu incaricato della redazione del capitolo sulla fauna dell’isola per la Guida alle escursioni attraverso la Sardegna, pubblicata nell’occasione, nel quale ripartisce le specie in varie categorie in base alle caratteristiche zoogeografiche e specifica i taxa endemici nell’isola e quelli presenti in Italia, ma mancanti dalla Sardegna.
Nel 1937 fu chiamato a ricoprire la cattedra di Zoologia dell’Università di Genova dove rimase un solo anno e dove fu, tra l’altro, direttore del Bollettino dei musei di zoologia ed anatomia comparata della R. Univ. di Genova. L’anno successivo ottenne il trasferimento alla cattedra di Zoologia dell’Università di Catania presso l’Istituto di zoologia, di cui fu direttore. Ricoprì numerose cariche accademiche, fra le quali dal 1939 al 1956 quella di preside della facoltà di farmacia, dal 1947 al 1953 quella di preside facente funzione della appena istituita facoltà di agraria e dal 1956 quella di preside della facoltà di scienze. Nel 1957, per raggiunti limiti di età, fu collocato a riposo lasciando libera la cattedra di Zoologia, che fu affidata a Marcello La Greca.
Il principale contributo scientifico di Monterosso è rappresentato dagli studi sulla biologia ed etologia dei ragni che iniziò nel 1923 e coltivò fino ai suoi ultimi giorni. Le osservazioni venivano condotte in condizioni sperimentali su animali tenuti in cattività, mantenuti grazie a raffinate tecniche di allevamento da lui stesso messe pazientemente a punto. Temi delle ricerche furono la vita sessuale, i meccanismi riproduttivi, le cure parentali e l’embriologia, ma anche il comportamento per la cattura delle prede e la costruzione di tele e nidamenti. I risultati di questa lunga attività furono pubblicati in oltre 30 lavori che, da un certo numero in poi, fece precedere dal sopratitolo Note araneologiche e da una numerazione ordinale. Tra le sue principali scoperte sono da ricordare la capacità di tutte le uova deposte da femmine vergini di iniziare ugualmente lo sviluppo embrionale, che però non viene condotto a termine e in breve degenera; la monogamia di alcune specie in cui la femmina si lascia fecondare da un solo maschio per poi uccidere tutti quelli che tentano un secondo atto sessuale, dal momento che un solo accoppiamento è sufficiente per fertilizzare tutte le uova che essa depone nella vita (Partenogenesi negli Araneidi, in Boll. della Soc. Italiana per il Progresso delle Scienze, vol. 19 [1944], nn. 7-9).
Fu membro dell’Accademia nazionale delle scienze detta dei Quaranta dal 1951; come membro dell’Accademia Gioenia di scienze naturali di Catania profuse le sue energie per la sopravvivenza dell’istituzione dopo la seconda guerra mondiale e ne fu presidente dal 1955 alla morte, adoperandosi per il reperimento di fondi per il suo sostentamento e lavorando attivamente alla pubblicazione degli Atti. Contribuì anche a illustrarne la storia, con l’articolo Vita privata dell’Accademia Gioenia dal 1824 al 1949 (in Boll. delle sedute della Acc. Gioenia di Scienze Naturali in Catania, 1950, s. 4, n. 5) e curando la pubblicazione dell’Indice generale delle memorie e note contenute nel Giornale del Gabinetto letterario, nel Bollettino delle sedute e negli Atti della Accademia Gioenia dalla fondazione di ciascun periodico al 1949 (Catania 1957).
Buon didatta, oltre a quelli di zoologia, tenne diversi altri corsi universitari. Ebbe molto a cuore anche l’insegnamento della zoologia nelle scuole medie, lamentando pubblicamente il ruolo marginale che era attribuito a tale materia e denunciando la superficialità dei testi scolastici (L’insegnamento della Zoologia negli Istituti medi Italiani, in Boll. di Zoologia, 1935, n. 6, pp. 25-36). Per rimediare a questa lacuna scrisse testi di botanica, zoologia e biologia per scuole di vario ordine e grado, dagli istituti medi inferiori a quelli superiori.
Morì a Catania il 5 gennaio 1965.
Opere: la produzione scientifica di Monterosso comprende circa 130 pubblicazioni, fra monografie, memorie e brevi note. Oltre a quelle già citate, si ricordano: Sull’origine del grasso nei tubi seminiferi del topo, in Boll. delle sedute della Acc. Gioenia di Scienze Naturali in Catania, 1911, s. 1, n. 15; La struttura e la funzione della granulosa durante lo sviluppo istogenetico del follicolo ovarico nei Mammiferi, ibid., 1913, s. 2, n. 27; Su l’origine e la costituzione dei materiali deutoplasmatici nell’oocite in accrescimento dei Mammiferi, in Arch. Zellforsch., 1915, vol. 4, pp. 530-562 ; Il mare, gli animali e la pesca, Roma 1923; Storia dell’Istituto di Zoologia, Anatomia e Fisiologia comparate della R. Università di Catania, Catania 1923; Contributo alla conoscenza del parasoma, in Boll. della Soc. Italiana di Biologia Sperimentale, 1926, vol. 1, pp. 318-320; Di un nuovo reperto contrario alla teoria cellulare, ibid., pp. 205- 207; Cenni sull’attività scientifica didattica e accademica di A. Russo, in Atti della Acc. Gioenia di Scienze Naturali in Catania, 1939, s. 6, vol. 3; Lezioni di biologia delle razze umane, Catania 1942; Scienze dell’ereditarietà umana, Torino 1945; Biologia, Torino 1946; Orientamenti moderni della pesca, in Atti del primo convegno regionale della pesca, Catania 1949.
Fonti e Bibl.: Il principale scritto biografico su Monterosso è rappresentato dalla commemorazione fattane dal suo successore sulla cattedra di zoologia dell’Università di Catania: M. La Greca, B. M. (1887-1965), in Atti della Acc. Gioenia di Scienze Naturali in Catania, 1966, s. 6, voll, 8, pp. 1-16 (contenente anche l’elenco completo delle pubblicazioni di Monterosso), in apertura del volume interamente dedicato alla sua memoria dall’Accademia Gioenia di Scienze Naturali.