Dumont, Bruno
Dumont, Bruno. – Regista francese (n. Bailleul 1959). Affermatosi alla fine degli anni Novanta del 20° sec. con una sua personale cifra caratterizzata dalla crudezza dello sguardo rivolto a personaggi travolti da destini di emarginazione o turbati da equilibri psichici precari, negli anni Duemila ha esasperato tali asprezze di stile e di racconto, senza perdere di rigore stilistico. Ciò è evidente nel racconto di orrore quotidiano che risulta da Twentynine palms (2003) in cui, nel silenzio agghiacciante e nella luce abbacinante di un paesaggio desertico, una giovane coppia di amanti vive la propria passione distruttiva – e il vuoto delle loro esistenze – fino all’estremo di un gesto di follia in cui il sesso diventa corpo a corpo con la morte. Con Flandres (2006) realizza il suo film più maturo, vincitore del Gran prix speciale della giuria a Cannes. L’ispirazione del regista, che è di formazione filosofica, scava nelle ragioni ultime dell'esistenzialità umana, lacerata nelle due ambientazioni del film: il paesaggio brullo e terroso delle Fiandre, in cui il solitario contadino protagonista vive i suoi furenti rapporti sessuali con una remissiva ragazza, e uno scenario imprecisato di guerra feroce e brutale, in cui i corpi dei giovani soldati sono mandati al macello. Ne risulta un'asciutta e acre meditazione sugli istinti umani e sul nesso intimo tra atrocità e bellezza, nullificazione e bisogno d’amore. In Hadewijch (2009) si esplicita il fondo religioso dell’ispirazione di D., benché affrontato nel sentimento disperato del delirio mistico di una ragazza che si muove tra un convento e un bosco, e insieme nell’incontro, altrettanto struggente, con un giovane arabo, per cui viene coinvolta in un attentato terroristico; il finale di fuga solitaria verso uno stagno richiama R. Bresson, regista amato da Dumont. Hors Satan (2011) è racchiuso, come altri film di D., nel microcosmo di un villaggio dove due esseri innomimati, un vagabondo e una ragazza, vivono in una simbiosi misteriosa e silenziosa fino a commettere un omicidio. Ancora una volta la cinepresa di D. scava in modo fenomenologico nei corpi e nelle anime, come nella scarna evidenza della natura.