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CICOGNANI, Bruno

di Arnaldo Bocelli - Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)
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CICOGNANI, Bruno

Arnaldo Bocelli

Scrittore, nato a Firenze il 10 settembre 1879. Fu dapprima impiegato alle ferrovie; laureatosi quindi in legge, esercita da molti anni l'avvocatura nella sua città. Ha collaborato a numerosi giornali e riviste; ora scrive soprattutto nel Corriere della sera.

A prescindere da Crittogama (Firenze 1909), tentativo giovanile in cui è più di un accento dannunziano, i primi racconti del C.: 6 storielle di nòvo cònio (ivi 1917); Gente di conoscenza (ivi 1918; 2ª ed., con le Storielle, Milano 1924); Il figurinaio e le figurine (Firenze 1920; 2ª ed., col titolo Il figurinaio, ivi 1933), muovono dal verismo regionale, toscano: ambienti piccoloborghesi o popolareschi, figure di umili, di reietti, di vinti, ritratti con colorita varietà di lessico e con piglio risentito benché non sempre profondo. Tuttavia, sotto l'apparente impersonalità e crudezza del ritratto, e anzi spesso in contrasto con esse, l'animo vero dello scrittore si rivela in improvvisi accenti di pietà per i suoi tristi eroi, le sue "figurine", i suoi "omini"; in notazioni di delicato lirismo, che dànno alla pagina e al racconto un disegno e un ritmo che sono già più di poemetto in prosa che di bozzetto vero e proprio, secondo le esigenze e le esperienze degli scrittori impressionisti e frammentisti postdannunziani. E infatti nel romanzo La Velia (Milano 1923), nei racconti di Il museo delle figure viventi (ivi 1928) e di Strada facendo (Firenze 1929 [Milano 1930]), e ancor più nel romanzo Villa Beatrice (Milano 1931), mentre la sua visione si fa più ampia e quella sua pietà senso religioso della vita, il C. riesce assai spesso a riassorbire l'originario bozzettismo e colorismo in una atmosfera lirica e drammatica ad un tempo, che dà alle persone, al paesaggio, alle cose una più intima e armoniosa animazione. Poco vistose sono ormai le scorie naturalistiche e dialettali della sua prosa. La quale, anzi, nelle pagine e capitoli di L'omino che à spento i .fochi (Milano 1937), sul fondo narrativo tende a rilevare i temi e i movimenti propriamente lirici, e a configurarsi - non senza però concessioni all'eloquenza - come confessione o ricordo di largo respiro poetico. Il C. ha scritto anche una fiaba teatrale: Bellinda e il mostro (Milano 1927), più atta alla lettura che alla recitazione.

Bibl.: A. Baldini, in I libri del giorno, novembre 1918; G. Papini, Ritratti italiani, Firenze 1932, pp. 313-24; A. Tilgher, Ricognizioni, Roma 1924, pagine 171-82; A. Gargiulo, in L'Italia lett., 24 agosto 1930; A. Bocelli, in Nuova Antologia, 1° gennaio 1932; P. Pancrazi, Scrittori italiani del Novecento, Bari 1934, pp. 42-53; id., in Corriere della sera, 20 agosto 1937.

Vedi anche
Papini, Giovanni Scrittore italiano (Firenze 1881 - ivi 1956). P. fu parte viva del movimento letterario, filosofico e politico, che ai primi del Novecento promosse da Firenze lo svecchiamento della cultura e della vita italiana. Tra i fondatori delle riviste Leonardo (1903) e Lacerba (1913), concepì la letteratura come ... Pertini, Sandro Uomo politico italiano (Stella, Savona, 1896 - Roma 1990). Iscritto al Partito socialista unitario dal 1924, venne incarcerato e confinato durante il fascismo. Partecipò alla Resistenza tra i massimi dirigenti del Comitato di liberazione nazionale Alta Italia (CLNAI). Promosse la ricostruzione del Partito ... Nicola Lisi Scrittore (Scarperia, Firenze, 1893 - Firenze 1975). Fondò nel 1923, con P. Bargellini e C. Betocchi, il Calendario dei pensieri e delle pratiche solari e collaborò al Frontespizio. La sua opera narrativa ha talora felicemente adibito a un intimismo di ispirazione cattolica la nativa ed elementare facondia. ... prosa Espressione linguistica orale o scritta, non vincolata dalle regole metriche e ritmiche proprie della poesia; il termine è riservato specialmente all’espressione letteraria. P. d’arte Nel linguaggio della critica letteraria, la p. tipica dei frammentisti, in voga in Italia negli anni precedenti e durante ...
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Vocabolario
bruno
bruno agg. e s. m. [dal germ. brūn «di colore scuro lucente»]. – 1. agg. a. Scuro, tendente al nero: vestito b., carnagione b., capelli b.; aere b. (Dante), vicino a notte. In partic., si disse camicia b. la camicia marrone chiaro che faceva...
brunire
brunire v. tr. [dal fr. ant. brunir, di origine germ.; v. bruno] (io brunisco, tu brunisci, ecc.). – 1. Sottoporre una superficie metallica a uno speciale trattamento chimico (v. brunitura) per proteggerla da ossidazione. 2. Rendere lucido...
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