Canino, Bruno
Pianista, clavicembalista e compositore, nato a Napoli il 30 dicembre 1935. Ha studiato pianoforte con E. Calace e composizione con B. Bettinelli e A. Maggioni al conservatorio di Milano. Affermatosi al concorso Busoni di Bolzano (1956 e 1958) e in quello di Darmstadt (1960), ha iniziato una brillante carriera concertistica sia come solista che in varie formazioni da camera in Europa, Giappone, Stati Uniti (dove ha effettuato più di venti tournée), intraprendendo contemporaneamente un'intensa attività di compositore. Dal 1961 al 1985 ha insegnato pianoforte al conservatorio di Milano e dal 1992 insegna in quello di Berna; tiene inoltre regolarmente stages e corsi di perfezionamento per diverse istituzioni italiane e straniere.
Pur coltivando costantemente il repertorio solistico, C. si è dedicato con particolare attenzione alla musica da camera, collaborando con musicisti quali S. Gazzelloni, C. Berberian, S. Accardo, I. Perlman, V. Mullova, L. Harrell, U. Ughi; membro fondatore del Trio di Milano con C. Ferraresi (sostituito, dopo la scomparsa, da A. Stefanato e in seguito da M. Sirbu) e R. Filippini, dal 1953 ha formato con A. Ballista un ottimo duo pianistico. Interprete particolarmente versato per il repertorio contemporaneo, C. ha presentato lavori in prima esecuzione, spesso composti appositamente per lui, di D. Anzaghi (Rapsodia per due pianoforti, 1984), L. Berio (Concerto per due pianoforti, 1973), S. Bussotti (Tableaux vivants, 1965), P. Castaldi, N. Castiglioni, A. Clementi (Concerto per piano e 14 strumenti, 1987), F. Donatoni, I. Fedele, M. Kagel (Trio, 1985), R. Liebermann, W. Rihm (Trio, 1984), I. Xenakis (Dikhthas, 1980).
La grande versatilità e una non comune curiosità intellettuale hanno permesso a C. di affrontare un repertorio vastissimo ed eterogeneo, da Bach (Variazioni Goldberg) e Mozart (sonate e variazioni per violino e piano) a Debussy (integrale dell'opera per piano) e G. Ligeti (Monument, Selbstportrait, Bewegung); in particolare l'assidua frequentazione del repertorio contemporaneo inducono C. a rivisitare la tradizione con un orecchio più attento agli aspetti squisitamente strutturali e di logica compositiva.
Tra le composizioni di C. ricordiamo: Piano rage music (1964); Concerto da camera n. 3 (1965, per oboe, violino e 21 strumenti); Fortis (1966, Cantata per mezzosoprano, flauto, viola, arpa, harmonium, percussioni); Impromptu n. 1 (1969); Labirinto n. 3 (1970); Black and white n. 2 di F. Donatoni (1972); Catalogo I (1977).
La spiccata capacità comunicativa di C., venata da garbata ironia, emerge anche dal suo libro Vademecum del pianista da camera (1997).