LATINI, Brunetto
Nato a Firenze verso il 1220, fu uomo politico e letterato notevole della Firenze guelfa. Notaio e cancelliere del comune, andò ambasciatore ad Alfonso X di Castiglia nel 1260 e, per la sconfitta di Montaperti, al ritorno si fermò in Francia, né rivide la patria fino al 1266 con il trionfo dei Guelfi. Da allora alla sua morte (1294?) ebbe molti incarichi e uffici onorevoli in Firenze, dove conobbe anche Dante giovane e lo incoraggiò negli studî (Dante, Inferno, XV, 82-85). In Francia scrisse il Tesoretto, poema in settenarî accoppiati, dove narra un suo viaggio per i regni della natura, con incontro di personaggi allegorici che lo ammaestrano aridamente nella scienza e nella morale. L'opera pedantesca e fredda rimase incompiuta, ma è importante come primo esempio, nella nostra letteratura, di poema didattico-allegorico, quale fu poi la Divina Commedia. Col Tesoretto si può ricordare il Fuvolello, epistola morale in settenarî a Rustico di Filippo.
Sempre durante l'esilio Brunetto compose in francese Li livres dou Tresor, ampia enciclopedia della scienza medievale: teologia, storia, fisica, zoologia, morale, rettorica, politica son derivate da varie fonti, e il L. vi mette pochissimo di suo; ciò nonostante questo Tresor ("il mio Tesoro, nel quale io vivo ancora" gli fa dire Dante) fu la prima enciclopedia in volgare ed ebbe subito larga diffusione anche in traduzioni e rifacimenti italiani.
La cultura di Brunetto è spiccatamente medievale: dei classici latini egli preferiva Cicerone come gran maestro di rettorica, e già prima di comporre il Tresor aveva volgarizzato i primi 17 capitoli del De Inventione, accompagnandoli con un ampio e interessante commento, che è uno degli esempî più antichi di prosa originale italiana. Pure a Brunetto si attribuisce con buon fondamento la traduzione delle tre orazioni ciceroniane Pro O. Ligario, Pro M. Marcello, Pro rege Deiotaro; è dubbia l'attribuzione del volgarizzamento della prima Catilinaria; certamente errata quella di alcuni passi di Sallustio.
Per il carattere pratico e divulgativo dei suoi studî, la figura di Brunetto ha molta importanza nella Firenze del Duecento e giustifica l'onorevole ricordo che ne fece Giovanni Villani (Cron., VII, 10) chiamandolo "cominciatore e maestro in digrossare i Fiorentini e fargli scorti in bene parlare".
Edizioni: Il Tesoretto e il Favolello, a cura di B. Wiese, in Zeitschr. f. roman. Philol., VII, p. 236 segg.; Li livres dou Tresor, ed. P. Chabaille, Parigi 1863; La "Rettorica" di B.L., con introduzione e glossario di F. Maggini, Firenze 1915.
Bibl.: T. Sudby, Della vita e delle opre di B. L., trad. di R. Renier, Firenze 1884; G. Bertoni, Il Ducento, 2ª ed., 297-301, 319-20, 329-30.