BRUGHI, Giovan Battista, detto l'Abate Brughi
Nato a Genova verso il 1660 (Thieme-Becker), visse e operò a Roma tra la fine del sec. XVII e l'inizio del XVIII. Allievo e aiuto di Giovan Battista Gaulli, da lui apprese l'arte del disegno; staccatosi poi dal maestro, passò alla pratica del mosaico, con la quale si acquistò grande stima e ottenne anche il titolo di cavaliere. Di lui rimangono alcuni quadri, piuttosto mediocri, in chiese di Roma: in S. Angelo in Pescheria La Trinità e Il martirio dei ss. Ciro e Lorenzo, nella cappella laterale vicino all'ingresso; un S. Saba, nella cappella Specchi in S. Barbara alla Regola o dei Librai (cfr. Titi, p. 102: "Gio. Battista, allievo di Baciccio"). Sempre sulla scorta del Titi. che però si limita a indicarlo come "tal Giovanni, allievo del Baciccio" (p. 395), apprendiamo che in S. Rocco ritoccò un quadro di Baldassarre Peruzzi, posto nella cappella del SS. Presepe e rovinato dal tempo. Secondo il Melchiorri il restauro fu invece eseguito dal Baciccio, che in quel momento lavorava nella chiesa; pare più probabile però pensare che il modesto incarico sia stato affidato all'allievo. Pitture del B. erano pure nella basilica di S. Giovanni. L'impresa più nota fu però da lui compiuta come mosaicista, quando, intorno al secondo decennio del secolo, partecipò alla decorazione della cappella del Battesimo in S. Pietro.
Insieme a G. Ottaviani e a L. Fattori, eseguì per la cupola alcuni riquadri con scene allusive al Sacramento del Battesimo e personificazioni delle Parti del mondo, tratte da originali del Trevisani; da solo firmò (1731) il riquadro con S. Pietro chè battezza i santi Processo e Martiniano, da un cartone di Giuseppe Passeri. Di altri lavori a mosaico, di minore importanza, che certo dovette eseguire a giudicare dalla stima che in questo campo si acquistò, non si ha notizia.
Già il Soprani ricorda "alcuni suoi disegnetti alle stampe di gusto non dispregevole, incisi da diversi Intagliatori"; lo Heinecken cita la Passione di Cristo, incisa su 34 lastre di rame e derivata da originali di M. Limpach; un ritratto di Papa Benedetto XIII, inciso a bulino da P. Pilaja; un S. Francesco in ginocchio davanti a Gesù Bambino (A. Fritz); Il fratello cappuccino Bernardo (mezza figura), inciso da J. B. Sintes; S. Pietro Gambeurta davanti alla Santissima Vergine (N. Oddi); S. Venanzio e martiri (H. Vincent) e infine L'ospitalità di s. Galligano (N. Billy) e una vignetta con uno Schiavo.
Le fonti lodano il B. per la sua abilità nel disegno e nella pratica dell'arte musiva, ma lo definiscono concordemente pittore mediocre e poco dotato. In effetti egli fu versatile ed eclettico, ma mancò di qualità creative e di fantasia e quasi sempre si mantenne su di un piano di esecuzione artigianale di modelli di maestri più grandi.
Bibl.: G. P. Chattard, Nuova descriz. del Vaticano..., I, Roma 1762, p. 123; F. Titi, Descriz. delle pitture,sculture e architetture... in Roma, Roma 1763, pp. 20, 72, 93, 102, 395; R. Soprani-C. G. Ratti, Delle vite de' Pittori genovesi, II, Genova 1769, pp. 89 s.; J. G. Meusel, Miscellaneen artistischen Inhalts, Erfurt 1782, XIII, p. 52; C. H. Heinecken, Dict. des artistes, III, Leipzig 1789, pp. 388 s.; L. Lanzi, Storia pittor. della Italia, a cura di M. Capucci, I, Firenze 1968, p. 409; P. Zani, Enc. metodica... delle Belle Arti, I, 5, Parma 1820, p. 75; S. Ticozzi,Diz. degli architetti,scultori e pittori, I, Milano 1830, p. 225; G. K. Nagler, Künstlerlexikon, II, München 1835, p. 162; G. Melchiorri, Roma e i suoi contorni, Roma 1856, pp. 315, 428; C. Leblanc, Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1854, p. 531; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 114.