BROWNING, Elizabeth, nata Barrett
Nacque nella contea di Durham, Inghilterra, l'8 marzo 1806, figlia maggiore di Edward Moulton Barrett, un colono delle Indie occidentali in ritiro. La sua fanciullezza trascorse a Hope End, Herefordshire; all'età di otto anni scriveva versi, e prima dei quattordici pubblicò la Battle of Marathon, composta in distici eroici non indegni. Nel 1821 un accidente di equitazione che offese la sua spina dorsile la lasciò invalida per la vita, e la spinse ancor più a cercare la sua felicità nei libri: essa leggeva largamente poesia, filosofia e storia; e imparò il greco. Nel 1826 pubblicò un Essay on Mind che mostrava un'evidente derivazione dal Pope, nel 1838 una fiacca traduzione del Prometeo legato (rifatta e ristampata nel 1850). Nel 1838 il volume The Seraphim and other poems la rese nota al pubblico. Il poemetto che dà nome al libro, dialogo tra due serafini che stanno sospesi sopra il Calvario durante la Crocifissione, rivelava la sua inguaribile tendenza verso altezze superiori alle sue forze; ma in alcune delle poesie più brevi, come nelle romanze Margaret e Isabel's Child, in poesie meditative o religiose come The Sea Mew, An Island, e Cowper's Grave, essa mostrava già chiaramente quelle qualità in cui doveva eccellere. A Londra, dove la sua famiglia ora risiedeva, essa vedeva poca gente, ma passava i suoi giorni leggendo e scrivendo, prose e versi. In prosa compose un Essay on the Greek Christian poets, e A view of the poets (1842), rapide e alquanto saltuarie rassegne di quegli argomenti, ma illuminate qua e là da lampi di vera intuizione critica, e nel 1848 una fervente esaltazione di Carlyle, che, con altri scritti suoi, venne compresa in A new spirit of the age del Horne. La sua raccolta Poems pubblicata nel medesimo anno, mostra un deciso progresso rispetto alle sue opere precedenti tanto in varietà quanto in profondità di affetti: alcune delle poesie più brevi e riflessive sono già fra le sue cose migliori: le più notevoli sono forse The vision of the poets (visione poetica che corrisponde al suo saggio in prosa) e Lady Geraldine's Courtship, che esprimono il suo alto senso della grande missione affidata al poeta, e la sua reazione ad alcuni dei suoi più grandi predecessori e contemporanei; The wine of Cyprus, un commovente e immaginoso riconoscimento del suo debito verso la poesia greca, e The cry of the children, la sua poesia più popolare, che influì molto sul pubblico riconoscimento dell'iniquità dello sfruttamento dei fanciulli. I volumi divennero subito popolari, e la Barrett venne acclamata come la più grande fra le poetesse della sua epoca. Tra i suoi primi lettori fu Roberto Browning (v.); le scrisse esprimendo la sua ammirazione. Un' intima e vivace corrispondenza epistolare ne seguì; poi, il 20 maggio 1845, il Browning le fece una prima visita, e due giorni dopo la chiese in matrimonio. Essa rifiutò a causa della sua salute, ma accettò con gratitudine la sua amicizia; e per i sedici mesi successivi egli le fece frequenti visite: tutti i giorni, in cui non si vedevano, si scambiavano lettere. Nel settembre 1856, miss Barrett ebbe dal medico l'ordine di passare l'inverno all'estero; e, quando suo padre, uomo di temperamento dispotico, le negò il consenso, il Browning la persuase a cercare nella compagnia di un marito quella salute che la tirannia di suo padre le proibiva. Essi fuggirono in Italia, e si stabilirono nella Casa Guidi a Firenze. Qui nel marzo 1849 nacque il loro unico figlio, e questa fu la casa della loro vita coniugale. Della loro unione, a cui è difficile trovar l'eguale nelle vite dei poeti, sia per la profondità e costanza della passione, sia per l'intellettuale comunione di vita, il Browning ha lasciato documento in By the Fireside, in One Word More; nel Prologo di The Ring and the Books e la B. nei 44 Sonnets from the Portuguese (stampati privatamente nel 1847, pubblicati nel 1850) fedele diario d'amore che costituisce la sua più alta opera di poesia.
Durante la sua residenza in Italia la B. seguì con appassionata simpatia le varie fortune del risorgimento italiano, e dedicò molta parte della sua attività poetica a promuoverne la causa.
Nella prima parte di Casa Guidi Windows (1851) essa descrisse le sue impressioni sopra le scene di cui era stata testimone nella Firenze del 1848, quando il granduca Leopoldo promise all'Italia una costituzione liberale; e nella seconda parte ritrasse la sua amara disillusione per l'insuccesso e la fuga di Leopoldo. Nei suoi Poems before Congress (1860) trattò degli aspetti più universali della lotta italiana: inserì nella prefazione al volume un eloquente appello al suo paese per una più attiva partecipazione alla causa che essa aveva fatta propria; nelle poesie stesse espresse la sua fede che Napoleone III fosse il predestinato salvatore d'Italia e la sua fervente ammirazione per i patrioti italiani. Palpita in questi scritti un entusiasmo vivo e generoso: e, se gl'intendimenti poetici vi sono più grandi che la realtà d'arte raggiunta, tuttavia è pure anche innegabile che taluni passi descrittivi sono drammatici e potenti (p. es., Casa Guidi Windows, I): alcune delle poesie più brevi (per es., A Court Lady, The Forced Recruit) sono una nobile espressione di vero sentimento poetico.
Nel 1855 la B. pubblicò il suo più ampio poema, Aurora Leigh, un romanzo in versi sciolti, nel quale sono espresse le sue idee più mature sulla vita e sull'arte, e l'eroina è evidentemente modellata secondo il suo proprio carattere. L'opera divenne popolare, e Ruskin non fu il solo a giudicarla il più grande poema del secolo. Tuttavia il racconto è debole; la B. non ha doti di narratrice; e le discussioni che ella vi fa delle questioni sociali del giorno, contengono molte cose che ora sembrano pesanti e banali. Ma vi sono, nel poema, anche molte sentenze vere e belle; e sempre delicate e fini sono le numerose descrizioni del paesaggio inglese.
Nei suoi ultimi anni la B. si interessò molto allo spiritismo. Nel 1859 la sua salute causò delle serie apprensioni; e non vi è dubbio che l'appassionato interesse con cui essa seguiva le vicende italiane abbia contribuito al suo declinare. Morì nel giugno 1861, e si disse che la morte di Cavour avesse affrettata la sua. La città di Firenze, in cui essa è seppellita, rese un generoso tributo alla sua passione per la causa della libertà italiana; e nell'anno seguente (1862) suo marito, dedicava i suoi Last Poems "a Firenze riconoscente".
Sebbene ai suoi tempi la B, fosse così popolare che alla morte di Wordsworth fu fatto il nome di lei per la carica di poeta laureato, nessun poeta vittoriano ha tanto perduto d'interesse, col passare del tempo. E le ragioni sono chiare abbastanza. Malata per tutta la vita, costretta perciò a condurre un'esistenza di eremita, sviluppò la sua mente più a contatto dei libri che del mondo circostante, e i suoi pensieri, per quanto sinceri siano, sono i pensieri del suo tempo, e molti dei suoi contemporanei li hanno espressi in forme più vigorose delle sue. Inoltre sebbene fosse sua costante ambizione di essere poeta di idee sociali, etiche e religiose, essa non riuscì mai a fondere insieme le parti emotive ed intellettuali della sua natura, così che le sue poesie di tono intellettualmente più alto rimasero sempre confuse o forzate. La sua poesia migliore è quella che esprime con semplicità d'accenti qualche sentimento elementarmente umano. E anche qui essa non riesce sempre a raggiungere un'arte perfetta poiché mancava di alcune qualità necessarie nel poeta lirico, come la concentrazione sull'argomento, la percezione infallibile dell'esatta espressione e melodia, il senso della misura e della proporzione. Poche tra le sue poesie riuscirono perciò compiute e perfette: solo i Sonetti, si mantengono costantemente a un alto livello artistico.
Tuttavia, con tutti i suoi difetti, essa non può essere giudicata soltanto una verseggiatrice. Tanto per l'alto senso della sua vocazione, quanto per la sua totale devozione ad essa, e per la delicata sensibilità e passione che si ritrova in molte delle sue opere, la B. è veramente un poeta: chi legga i suoi libri con simpatia, deve pur riconoscere che l'autrice fu più grande della sua opera.
Ediz.: Poems, 2 voll., Londra 1844; 2 voll., Londra 1850; 6 voll, Londra 1889; ed. Kenyon, Londra 1897; Letters, ed. con aggiunte biografiche dal Kenyon, 2 voll., Londra 1897; Love letters of R. B. and E. B. B., 2 voll., Londra 1899.
Bibl.: J. K. Ingram, Life of E. B. B., Londra 1888; F. Zampini-Salazar, La vita e le opere di R. B. ed E. B., Torino 1907.