ORDOS, Bronzi dell'
Dai territorî delle steppe confinanti con la Cina settentrionale, soprattutto dalla curva nell'O. dello Hoangho, ossia dalla provincia Suiyiian (perciò si parlò anche di bronzi Suiyiian), negli ultimi decenni precedenti la seconda guerra mondiale, pervennero sul mercato cinese di antichità in continuazione bronzi: statuette, coltelli, pugnali, piastre ornamentali, ciondoli, catene, uncini da portare alla cintura e simili. Certamente provengono per la maggior parte da tombe, ma sino ad oggi non esiste nessun ritrovamento di una certa entità proveniente da scavi regolari (v. cartina vol. i, fig. 904).
Allorché si stabilì che lo spirito e la tecnica di queste piccole opere d'arte presentano maggiore affinità con la civiltà scitico-siberiana che con la cinese, si risvegliò l'interesse generale. Numerosi musei e privati acquistarono collezioni. La più importante si trova nella sezione dell'Asia orientale del museo di Stoccolma. Divenne ben presto chiaro che queste opere, quanto a potenza d'espressione e finezza di figurazione, erano molto più arretrate delle opere pontico-scitiche, ma si distinguevano da esse per varietà, brio e fantasia. Si parlò presto di una provincia orientale dello stile animalistico (v. animalistico, stile) eurasiatico dato che l'animale restava l'elemento centrale delle figurazioni. Perciò Andersson credette di scorgervi la magia della caccia di un popolo di cacciatori che seguiva lo sciamanesimo.
Alcuni studiosi ritennero che si dovesse stabilire una completa dipendenza dei bronzi dell'O. dalla zona scitica del Ponto, ciò che significherebbe datarli ad epoca tarda. Altri credettero, al contrario, di aver a che fare qui con un territorio in cui avesse avuto origine lo stile animalistico, dato che nelle tombe cinesi dell'epoca Shang, cioè nel Il millennio a. C., si sono già trovati oggetti di tipo dell'Ordos.
Oggi si può dedurre che i bronzi di O. si estendono per un lungo periodo di tempo. Appartengono presumibilmente a diversi popoli e stirpi che abitarono successivamente la zona confinaria meridionale del Gobi.
I tipi più antichi possono essere assegnati, come si è detto, ancora al Il millennio a. C. Hanno affinità con gli utensili di metallo della civiltà di Karasuk. Un altro gruppo, che forse inizia con il principio del I millennio a. C., è quasi immune da figurazioni di animali e mostra nella decorazione lineamenti che hanno attinenza con l'arte caucasica (v. caucaso). Successivamente compaiono bronzi che non possono essere di epoca molto più tarda delle antichità pre-scitiche della Russia meridionale (v. sciitica, arte). Le più splendide piastre tuttavia, ornate con lotte di animali, ricordano le piastre d'oro siberiane (v. siberia, arte della) e possono perciò essere assegnate agli ultimi secoli a. C. Probabilmente immigranti dell'Occidente avevano raggiunto allora la zona di confine cinese. Questa invasione sarmatica ha esercitato notevole influsso sulla arte cinese più antica. Ciò porta alla formazione di particolari gruppi misti.
Sin dal III sec. a. C. la zona dell'O. divenne parte integrante dello stato Hsiung-nu. Ciò spiega perché nelle tombe di Noin Ula, in cui sono seppernti principi, e nelle fortezze di confine Hsiung-nu della Transbaikalia appaiono accanto a pezzi completamente atipici anche bronzi dell'Ordos. Evidentemente la zona di produzione di questi bronzi era stata inserita nello stato Hsiung-nu.
Solo pochi oggetti possono essere datati nel periodo d. C. La diffusione generale del ferro e il dominio di nuove stirpi turco-mongoliche ha certo interrotto notevolmente la tradizione artistica.
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