Malinowski, Bronislaw
Antropologo polacco, naturalizzato britannico (Cracovia 1884 - New Haven, Connecticut, 1942). Laureatosi in fisica a Cracovia (1908), nel 1910 intraprese studi di antropologia sociale presso la London school of economics di Londra. Durante i primi anni londinesi pubblicò il suo primo lavoro etnologico, The family among the Australian aborigenes, condotto sullo spoglio della bibliografia esistente sull’argomento. Nel 1914, grazie anche a borse di studio, avviò le sue ricerche nelle Isole Trobriand (Nuova Guinea), che durarono fino al 1918. Da questo lavoro sul campo nacque l’opera Argonauts of Western Pacific (1922; trad. it. Argonauti del Pacifico occidentale), che ancora oggi costituisce un modello di relazione etnografica e di analisi antropologica. Nel 1925 pubblicava Magic, science and religion, poi riunito con altri studi in un vol. dallo stesso titolo (1948; trad. it. Magia, scienza e religione). Nel 1927 ottenne la cattedra di antropologia all’univ. di Londra. Tra il 1927 e il 1929 pubblicò le sue monumentali monografie sulla società trobriandese: Crime and custom in savage society (1927; trad. it. Diritto e costume nella società primitiva), Sex and repression in savage society (1927; trad. it. Sesso e repressione sessuale tra i selvaggi) e The sexual life of savage of North-Western Melanesia (1929; trad. it. La vita sessuale dei selvaggi nella Melanesia nord-occidentale), dove si affronta il problema dell’universalità del complesso edipico, attraverso l’analisi della applicabilità delle teorie freudiane alla società trobriandese. Seguì, nel 1935, Coral gardens and their magic, un’approfondita analisi della magia e dei rituali agrari trobriandesi, nella cui introduzione M. sviluppò anche una riflessione sul rapporto tra atto linguistico e contesto. Postume furono pubblicate altre sue opere di carattere teorico e non immediatamente etnografico: A scientific theory of culture, and other essays (1944; trad. it. Teoria scientifica della cultura e altri saggi), The dynamics of culture change (1945) e Freedom and civilization (1947). M. è considerato uno dei fondatori della moderna ricerca etnografica sul campo, essendo stato tra i primi a praticare e teorizzare quei metodi e quegli atteggiamenti conoscitivi che avrebbero caratterizzato la concreta pratica della ricerca antropologica. Insieme a Radcliffe-Brown (➔), M. è anche considerato il fondatore della scuola funzionalista britannica, sebbene tra i due antropologi sociali vi siano numerose e importanti differenze teoriche. Per M. la funzione di ogni istituzione sociale è colta quando se ne comprenda il modo (o i modi) attraverso cui essa giunge a soddisfare bisogni, primari o secondari, comunque biologicamente fondati, dell’essere umano e sociale. L’intera cultura è dunque vista come quell’apparato strumentale, tecnico e simbolico, elaborato dall’uomo per consentire l’adattamento armonico di una società al suo ambiente. A questo funzionalismo non strutturale, lontano da quello elaborato da Radcliffe-Brown, corrispose, però, una certa attenzione per l’attività e la capacità individuale, che avrebbe costituito uno dei nodi teorici centrali in alcune tendenze della successiva antropologia sociale britannica. Per quanto la dimensione storica sembrasse in apparenza esclusa dalle analisi di M., egli tuttavia, specie negli ultimi anni, mostrò viva attenzione anche ai fenomeni storici, occupandosi dei problemi legati al mutamento sociale.