BROGLIA, Mario, conte di Casalborgone
Nato a Casalborgone (Torino) il 20 ag. 1796 dal conte Giuseppe eda Vittoria Valperga di Courgné, a diciotto anni entrò nella carriera militare, divenendo il 24 luglio 1814 sottotenentenella brigata granatieri guardie; l'anno dopo partecipò con onore alla campagna contro le truppe napoleoniche e l'11 settembre fu promosso luogotenente. Nel 1817 entrò a far parte dei secondi scudieri della duchessa del Genevese; il 2 dic. 1818 divenne luogotenente dei granatieri e il 15 ag. 1820 fu promosso capitano d'ordinanza; il 31 genn. 1824 nominato applicato all'ispezione generale delle leve. Nel gennaio 1829, dopo essere entrato afare parte dei primi scudieri della regina, ebbe il grado di capitano provinciale deigranatieri e un mese dopo (2 febbraio) fu promosso maggiore provinciale; il 4 ott. 1831 divenne luogotenente colonnello. Qualche mese prima (13 luglio) aveva ottenuto la croce di cavaliere dell'Ordine di SS. Maurizio e Lazzaro "per suoi onorevoli servizi e suo inviolabile attaccamento al trono". La sua carriera proseguì fino ai gradi più alti: il 9 ag. 1836 fu promosso colonnello e gli fu affidato il comando del 100 reggimento fanteria; l'8 apr. 1843 divenne maggior generale ed ebbe il comando della brigata Savoia. Nel 1847, dopo avere avuto (9 ottobre) la reggenza della segreteria di Guerra e Marina, ne fu (27 novembre) primo segretario e in tale veste partecipò alla firma dello statuto albertino (4 marzo). Il 15 marzo fu dispensato dalla carica.
Allo scoppio della guerra contro l'Austria, il 24 marzo, al B. fu affidato il comando dell'armata d'osservazione in via di raccolta; quindi, pochi giorni dopo, ebbe il comando della 3a divisione, che faceva parte del II corpo d'armata comandato dal De Sonnaz, e si distinse nelle operazioni svoltesi dal 9 all'11 aprile tra Borghetto e Monzambano e il 13 aprile in una puntata contro Peschiera, ottenendo (28 aprile) la croce di commendatore dell'Ordine di SS. Maurizio e Lazzaro. Fu, invece, oggetto di critiche per il suo comportamento a Santa Lucia (5 maggio), ove la brigata Acqui, facente parte della sua divisione, si trovò in difficoltà e subì gravi perdite mentre provvedeva, insieme con la brigata Cuneo, a coprire il ripiegamento ordinato da Carlo Alberto. Ma di tale episodio fu ritenuto responsabile il generale P. Falletti di Villafalletto che fu esonerato. Anche dopo Custoza il B. dette buona prova nelle operazioni intorno a Milano, tentando invano di contrattaccare il nemico dopo la perdita di Cascina Piemonte, uno dei capisaldi della prima linea di difesa dell'esercito piemontese: ma la manovra del B. fallì perché non sostenuta dalla 4a divisione del Bava e dalla brigata composta del Conti, che già ripiegavano alla notizia dell'infiltrazione nemica.
Esonerati, dopo l'armistizio, il capo di Stato Maggiore Salasco e il, generale di corpo d'armata De Sonnaz e i generali di divisione Sommariva e Di Ferrere, il B. fu dapprima confermato, ma, proprio alla vigilia della ripresa della guerra, fu sostituito con Perrone di San Martino.
Probabilmente anche questo cambiamento va inquadrato nella manovra del re tendente a eliminare tutto il gruppo che faceva capo al Dabormida e al La Marmora, per circondarsi di uomini disposti a lasciargli la direzione suprema della guerra. In ogni caso la sostituzione del B. fu dannosa perché il Perrone, giunto presso le truppe il 19 marzo, non ebbe il tempo per il necessario affiatamento.
Nominato il 12 marzo 1849 comandante generale della divisione militare di Savoia, poco dopo (31marzo) il B. venne collocato a disposizione del ministero di Guerra e Marina e il 23 maggio fu messo in disponibilità con il grado di luogotenente generale e la paga dimezzata. Ormai lontano dal servizio attivo, il 15 giugno entrò a fare parte della commissione per la riorganizzazione dell'esercito e il 27 novembre divenne membro del Congresso consultivo della guerra; l'anno dopo fu nominato ispettore dell'esercito. Il 19 genn. 1853 fu creato cavaliere di gran croce dell'Ordine di SS. Maurizio e Lazzaro e decorato con il gran cordone dell'Ordine. Il 26 nov. 1854 fu chiamato a far parte del Senato, ai cui lavori non partecipò attivamente. Il 12 apr. 1856 ebbe la croce di prima classe dell'Ordine militare di Savoia, del cui Consiglio divenne membro due mesi dopo (12 giugno).
Dopo il congresso di Parigi, e il successivo trattato del 15 apr. 1856 tra l'Austria, la Francia e l'Inghilterra, il 9 giugno 1856 il B. fu nominato inviato straordinario e ministro plenipotenziario a Pietroburgo, per partecipare alle cerimonie relative all'incoronazione dello zar Alessandro II. In realtà, lo scopo principale della sua missione era quello di stringere di nuovo i tradizionali legami d'amicizia con la Russia, interrotti nel 1848.
Tale incarico diplomatico era stato offerto dapprima al marchese Cesare Alfieri, quindi al principe della Cisterna; soltanto dopo il loro rifiuto il Cavour pensò al B., che gli sembrava l'uomo più adatto a suscitare, quale uomo d'ordine, una favorevole disposizione nel governo di Pietroburgo (Cavour a Villamarina, 6 giugno 1856:"c'est un bon militaire, instruit et loyal, qui a toujours prété un concours actif à La Marmora. Il n'est pas ultra-liberal, mais il est très antiautrichien; c'est ce qu'il nous faut à la Cour de Russie..."; cfr. G. Berti, Russia e Stati ital. nel Risorgimento, Torino 1962, p. 688 n. 2).Dopo aver toccato Parigi alla fine di giugno, ove rassicurò il ministro degli Esteri Walewski sulla tranquillità interna del regno di Sardegna e sulla volontà del governo piemontese di tenere a freno gli estremisti, il B. partì per Pietroburgo. Qui si attenne scrupolosamente alle istruzioni del Cavour, non brillando eccessivamente per spirito di iniziativa. Tra l'altro tardò a comprendere che il Gorčakov, nuovo ministro degli Esteri, non aveva alcuna diffidenza nei riguardi della situazione interna e costituzionale del Piemonte. Tuttavia come primo risultato dell'attività del B., nell'agosto, riprese vigore la convenzione russo-sarda del 12 dic. 1845per il commercio e la navigazione e s'iniziò la riorganizzazione dei servizi consolari. Il 20agosto, nel corso di una cerimonia solenne, il B. presentò le sue credenziali all'imperatore, il quale colse l'occasione per sottolineare i buoni propositi di amicizia del suo paese verso il regno di Sardegna, e in settembre ricevette la gran croce dell'Aquila Bianca di Russia.
Il 1º ottobre cessò dalla carica, sostituito dal Sauli. Tornato in patria, morì a Torino il 30 apr. 1857.
Nel 1824il B. aveva sposato Eufrosina Lodi Ceveris di Burolo, da cui ebbe sette figli.
Fonti e Bibl.: Casalborgone, Arch. Broglia presso Morozzo della Rocca; Arch. di Stato di Torino, Sez. Prima, Lettere ministri Russia, mazzo 24; Ibid., ibid., Lettere ministri in genere: personale diplomatico e consolare, mazzo unico; Ibid., ibid., Legazioni, cartella 13; Ibid., ibid., Sez. Riunite: Patenti controllo Finanze, serie II, voll. 33, 51, 62, 103, 118, 119, 128, 129, 130, 131 e 137; Ruoli matricola degli ufficiali: Generali, reg. unico; Torino, Museo del Risorg., Arch. Durando;C. Fabris, Gli avvenimenti militari del 1848 e 1849, Torino 1898, I, pp. 241, 272, 293, 320; II, pp. 127, 187, 228, 231; III, pp. 265, 272; C.Corsi, Storia militare, Firenze 1932, II, pp. 43, 49, 51, 52, 79; P. Pieri, Storia militare del Risorg., Torino 1962, pp. 203, 228, 248, 259, 261, 267, 282; G. Berti, Russia e Stati ital. nel Risorg., Torino 1962, pp. 672, 681-683, 691, 702, 825, 827; T. Sarti, Il Parlamento subalpino e naz., Terni 1890, p. 177; A. Manno, Il patriziato subalpino, II, Firenze 1906, p. 422; Encicl. militare, II, Milano 1928, p. 467; Diz. del Risorg. naz., II, p. 420.