BRODAIO (Brodarius, Brodate, Brondacio) da Sassoferrato
Appartenente ad una nobile famiglia di Sassoferrato (che in alcune opere di carattere araldico-genealogico, come quella del Manni, viene identificata con la famiglia Atti), figlio di Ormanno, B. è un tipico rappresentante di quella classe di nobili d'estrazione urbana o rurale da cui nel Duecento erano abitualmente tratti i funzionari comunali - podestà e capitani del popolo - di professione. Il primo incarico ricoperto da B. a noi noto è la podestaria di Lucca nel 1297 (il che, visto che un podestà doveva avere almeno trent'anni, ci fa assumere il 1267 come termine adquem per la sua nascita). Lo ritroviamo poi nel 1300 a Parma ove onganizò la resistenza del Comune contro il marchese Azzo d'Este, che ne insidiava la libertà, e contro i fuorusciti parmensi che all'Este si erano alleati. Con l'aiuto del capitano del popolo, Dino degli Obizzi da Lucca, ottenne un grosso successo militare snidando i fuorusciti da Corniolo e da Vallicella.
Fu probabilmente l'efficienza dimostrata in questa occasione che indusse i Fiorentini a chiedere all'amica Parma che B. fosse dispensato dal terminarvi l'ufficio e raggiungesse al più presto la loro città per assumervi le funzioni podestarili. A Firenze fu podestà dal luglio al dicembre 1300, mentre era capitano del popolo Gherardo degli Opizoni da Cortona; godeva della fiducia dei Cerchi, e con alcuni membri di quella famiglia risulta anche in rapporti, di personale amicizia.
Il momento era difficile per Firenze - e per la parte bianca - che si trovava ad affrontare la politica egemonica di Bonifacio VIII, politica la cui realizzazione era affidata al cardinale legato Matteo d'Acquasparta, ambasciatore pontificio presso i Fiorentini. La lega stretta tra Firenze e Bologna il 30 luglio 1300 dopo un tentato colpo di mano lucchese su Firenze - ispirato dal cardinale - aveva ulteriormente irritato il pontefice, che a ragione vi scorgeva una misura diretta contro di lui, e lo aveva reso ancora più intransigente. Il fatto che Firenze respingesse - sia pure con la cautela diplomatica che il caso richiedeva - l'ultimatum pontificio fu causa della scomunica che il cardinale legato fulminò contro tutta la Signoria a cominciare da B. che era il podestà.L'ulteriore carriera di B. appare ormai segnata dal suo schierarsi - all'inizio forse casuale - nel fronte politico opposto al papa. Podestà di Padova nel 1301, divenne podestà di Bologna nel primo semestre dell'anno successivo, quando tutti i partigiani del marchese d'Este furono espulsi dalla città. Capitano del popolo a Perugia, probabilmente dal novembre 1302 all'aprile 1303, egli prese decisamente le parti dei raspanti; e ciò dette origine a una serie di torbidi che poterono essere sedati soltanto con l'arrivo da Roma di Corrado Frangipane, eletto "difensore" della città. Si deve ricordare che in Perugia erano assai potenti i Cerchi, amici di Brodaio.
L'ultima notizia che abbiamo su B. sembra essere quella del 1308, quando lo troviamo, dal 1º luglio, podestà di Orvieto.
Un suo figlio, Giovanni, fu podestà di Bologna nel 1313, e nel dicembre 1320 guidò, insieme con Giovanni di Bovilla, una spedizione fiorentina contro Castruccio Castracani, spedizione che si concluse vittoriosamente alla badia di S. Baronto presso Monte Albano.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Firenze, Diplomatico,Passignano, 1300 sett. 3; Annales parmenses maiores, in Mon. Germ. Hist.,Scriptores, XVIII, a cura di P. H. Jaffè, Hannoverae 1863, p. 273; Corpus chronic. Bonon., in Rer. Ital. Script., 2 ediz., XVIII, 1, a cura di A. Sorbelli, vol. II, p. 260 (pp. 322, 327 s. per Giovanni); Cronaca della città di Perugia..., a c. di A. Fabretti, in Arch. stor. ital., XVI (1850), 1, pp. 59 s.; Chron. urbevet., a c. di G. F. Gamurrini, ibid., s. 5, III(1889), p. 29; Inv. Arch. di Stato in Lucca, II, Lucca 1876, pp. 311 s.; P. Pellini, Istoria di Perugia, I, Venezia 1664, p. 329; D. M. Manni, Osservaz. istor. sopra i sigilli antichi de' secoli bassi, II, Firenze 1739, pp. 105 s.; Delizie degli eruditi toscani, XVII, Firenze 1783, p. 107; A. Mariotti, Saggio dimem. istor. …, I, 2, Perugia 1866, p. 235; R. Davidsohn, Forschungen zur Gesch. von Florenz, IV, 2, Berlin 1908, p. 542; V. Franchini Saggio di ricerche sull'istituto del podestà nei Comuni ital., Bologna 1912, p. 177 n. 1; L. Bonazzi, Storia di Perugia, I, Perugia 1959, p. 298; R. Davidsohn, Storia di Firenze, IV, Firenze 1960, p. 186 (pp. 887 s. per Giovanni); VII, ibid. 1965, p. 300 nota 2.