BROCCATO (fr. brocart; sp. brocado; ted. Brokat; ingl. brocade)
Dal latino broccus "con punte sporgenti", d'origine incerta, probabilmente celtica: cfr. Walde, Lateinisches etymologisches Wörterbuch, 2ª ed., Heidelberg 1910, p. 97) derivano tutti i nomi che designano, in quasi tutte le lingue romanze, oggetti appuntiti, aguzzi, o anche cuciti o trapunti (cfr. Meyer-Lübke, Romanisches etymologisches Wörterbuch, 2a ed., Heidelberg 1924, p. 96): e quindi anche questo termine. Il broccato vero, originale, è infatti un ricco tessuto di seta con ornamenti pure di seta, o anche d'oro e d'argento, producenti effetti di bassorilievo, che sembrano cuciti o appuntati sopra il tessuto di fondo. Talvolta era arricchito di coppietti d'oro in fila più o meno fitti e rilevati, e per essi si diceva "riccio sopra riccio"; talvolta erano lavorati a broccato anche i velluti, ottenendosi così i più sontuosi prodotti dell'arte tessile.
I primi broccati conosciuti sembra siano stati fabbricati in Cina e già nell'anno 238 d. C. l'imperatore Ming-Ti della dinastia Wei ne faceva dono all'imperatrice del Giappone. La fabbricazione venne poi appresa dai Persiani e dai Siriaci e quindi dai Saraceni e dagli Europei.
In Italia la fabbricazione assunse vaste proporzioni e sono celebri i broccati di Venezia, di Firenze, di Genova e di Milano. A Firenze, ricorda il Vasari, furono fatte sul disegno del Pollaiolo, per il Battistero, due tonacelle ed una pianeta e piviale di "broccato riccio sopra riccio"; e a disegno del Pollaiolo è stato giustamente attribuito il paliotto in parte ricamato, donato da Sisto IV ad Assisi. Per undici "canne de brochato auri ricio" Innocenzo VIII pagò ad un mercante fiorentino altrettante centinaia di ducati d'oro. Anticamente venivano usati anche per confezionare ricchi costumi, i quali erano di tanta durata, da poter essere trasmessi in eredità. Alcuni se ne possono ammirare anche oggi in varî musei.
Il broccato ha avuto nel tempo infinite varietà sul medesimo principio tecnico. In linea generale il broccato si può definire un tessuto con disegni prodotti da catene e da trame aggiunte al tessuto di fondo - che può essere semplice od operato - senza che questo subisca modificazioni. Le catene o trame supplementari appariscono sul dritto del tessuto soltanto per formare il disegno, che di solito spicca netto dal fondo, e nel resto passano sul rovescio rimanendo slegate, oppure legate qua e là in modo invisibile dal dritto (v. armatura: Tessitura).
Si distinguono i broccati "in catena" e "in trama".
Nei primi (fig. A), se i motivi sono molto staccati, in modo che sul rovescio del tessuto la catena supplementare sia troppo slegata, questa viene tagliata via. L'effetto broccato è generalmente a strisce, ma può anche occupare tutto il fondo (per es. nel cosiddetto taffetas a pelo dell'industria serica).
I broccati "in trama" si dividono in due categorie principali: broccati lancés e broccati spolinati.
Il broccato lancé (fig. B) ha per caratteristica che le trame supplementari, dette lancées ("lanciate"), dopo aver formato il disegno sul dritto del tessuto restano slegate sul rovescio, con spreco di materiale, come nel broccato in catena; e queste trame sul rovescio, quando sono troppo ingombranti, vengono tagliate via. Nello spolinato, invece (fig. C), le trame supplementari formanti il disegno agiscono soltanto nell'ambito del disegno stesso, senza nulla sprecare. Ciò si ottiene con l'impiego di piccole navette (dette spolini) da cui è derivata la designazione speciale di tali tessuti. Si possono così usare materie preziose (oro e argento) ed effetti di colori salienti qua e là sul tessuto, appunto perché nulla vien sacrificato. Uno speciale battente applicato al telaio facilita la tessitura di questi effetti, quando il disegno sia di piccole dimensioni.
Anche oggi i broccati, tanto in catena quanto in trama, lancés o spolinati, come pure combinati con fondi damascati (v. damasco) sono molto in uso: se ne ricavano stoffe ricche e svariate di notevole pregio artistico, imitanti le antiche, e impiegate per coprire mobili, per portiere, per tappezzerie e per paramenti sacri.
Attualmente i centri di maggiore produzione di questi tessuti artistici sono Milano, Torino e Venezia.
L'effetto broccato forma poi la base d'innumerevoli applicazioni di carattere ornamentale per tessuti di uso comunissimo (camicerie, cravatte, ecc.), ma il principio tecnico è in tutti i casi il medesimo: il tessuto è operato in modo che, levando l'effetto broccato: il fondo rimanga inalterato.
V. tavv. CXCVII a CC e tavv. a colori.
Bibl.: Luigi Bossi, Tessitura, Milano s.d.; M. Preger, Künstlerische Entwicklung der Weberei und Stickerei, Vienna 1904; E. Greco, Fabbricazione delle stoffe operate, Como 1911; F. Donat, Technologie, Bindungslehre... der Jacquard Weberei, Vienna e Lipsia 1912; O. v. Falke, Kunstgeschichte der Seidenweberei, Berlino 1921; C. Villard, Man. de théorie du tissage, II, Lione 1926; E. Grabner, Die Weberei, 5ª ed., Lipsia 1928.