BRITOMARTI (βριτόμαρτις, Britomartis)
È la cosiddetta Artemide cretese, o meglio una divinità cretese che venne più tardi identificata con Artemide. All'antichità del suo culto accenna l'esserle attribuiti un tempio e un simulacro, opera di Dedalo. Nella parte occidentale di Creta questa divinità assume il nome di Dictinna, il quale appare poi anche come epiteto aggiunto a Britomarti. La leggenda principale connessa con Britomarti-Dictinna è quella riferita nella maniera più ampia da Callimaco, Inno ad Artemide, v. 189 segg. Tra le ninfe in particolar modo dilette ad Artemide era la ninfa gortinia Britomarti. Preso da violenta passione per lei, Minosse la inseguì per ben nove mesi attraverso i monti di Creta; molte volte la ninfa si nascose a lui o in boscosi pendii o in erbose bassure; ma quando finalmente si vide in procinto d'essere raggiunta, si lanciò d'un balzo dal monte Dictinio in mare cadde però in reti di pescatori che la salvarono. D'allora in poi i pescatori di Cidonia la chiamarono Dictinna e a lei sotto tal nome offersero altari e sacrifizî. Il suo vagare per monti, per boschi e per valli, la rendeva facilmente raccostabile ad Artemide; quando giunsero in Creta i Dori essi fecero naturalmente questo raccostamento e allora B. divenne una ninfa del seguito di Artemide, o questa prese il soprannome di B. o di Dictinna, o infine Artemide e B.-Dictinna s'identificarono senz'altro.
Bibl.: Cfr. Rapp, in Roscher, Ausführliches Lex. d. griech. u. röm. Mythologie, coll. 821-828; Tümpel, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. der class. Altertumswiss., III, coll. 879-80; Mingazzini, Culti e miti preellenici in Creta, in Religio, I (1919), p. 280 segg.; Nilsson, Minoan-Mycenean religion, Lund 1927, p. 438 segg. Cfr. anche afea e dictinna.