BRITANNIA (Britannia)
Provincia dell'Impero romano.
L'avviamento a uno statuto provinciale per la B. era stato dato da Cesare, il quale al termine delle sue campagne in Britannia, e nell'atto di lasciare l'isola per tornare sul continente, aveva imposto ai Britanni il pagamento di un tributo annuo. Ma un concreto ordinamento si ebbe solo con la soggezione succeduta alla conquista, avvenuta nel 43 per disposizione di Claudio. I problemi che i Romani dovettero affrontare in Britannia furono soprattutto di ordine logistico - tra tutti essenziale quello della sicurezza dei trasporti attraverso la Manica, spesso sconvolta da paurose tempeste - e strategico, in relazione alla forma allungata dell'isola, che presenta frequenti strozzature, sulle quali si attestarono Romani e Britanni nelle diverse fasi della conquista. Viceversa la comprensione psicologica dei costumi e delle istituzioni britanniche fu assai agevolata dalla lunga esperienza compiuta dai Romani in Gallia, perché le culture delle due regioni avevano alcune basi fondamentali comuni: meno nella struttura economica della società, assai più nella religione e nel patrimonio mitologico.
Le modificazioni dei confini della provincia seguono chiaramente le fasi della conquista: con Claudio l'isola fu in saldo dominio romano sino alla terra dei Briganti, a mezzogiorno del golfo di Solway (Ituna), ma numerose spedizioni furono compiute anche a N, in Scozia, sino al territorio dei Caledoni, mentre la flotta ne riconosceva le coste.
I golfi della Clyde (Glota) e del Forth (Bodotria) furono stabilmente raggiunti dai Romani durante il regno di Vespasiano. Più tardi Agricola tentò di sottomettere tutto il paese, e nutrì probabilmente precisi disegni di conquista anche per l'Irlanda. L'impossibilità di sottomettere la parte settentrionale dell'isola senza sottoporsi a gravi sacrifici, e la necessità di tutelare l'ordine nelle regioni conquistate, minacciate da continue rivolte animate sovente dal clero, indussero Adriano a erigere il primo baluardo difensivo - un vero e proprio limes fortificato - sulla linea del golfo di Solway; Antonino ne costruì un secondo, tra i golfi della Clyde e di Forth.
La B. - una delle province meno tranquille dell'Impero - fu governata con un legato, di rango consolare, nominato dall'imperatore e assistito da procuratores. Forse per le particolari condizioni di isolamento e soprattutto per le ingenti forze militari costrette a stazionare a lungo nella provincia, accaddero movimenti di secessione imperiale, tra i quali si ricordano i pronunciamenti a favore di Vitellio e il tentativo di Clodio Albino. La comunità culturale celtica, che univa gran parte delle popolazioni della Gallia e quella della B., si organizzò per la prima volta in comunità nazionale con Postumo, e infine la B. ebbe il suo primo sovrano nazionale, ma di tradizione romana, con Carausio e poi con il successore Alletto (v.). Questi rivolgimenti indussero da prima Settimio Severo a dividere la regione in due province, Superior e Inferior, e poi Diocleziano, dopo la riconquista dell'isola compiuta da Costanzo Cloro, a creare quattro province minori (più tardi ne fu creata una quinta, la Valentia), che furono la B. I e II, la Maxima e la Flavia Caesariensis. I confini tra queste province minori, sia nella divisione di Settimio Severo che in quella tetrarchica, sono quanto mai incerti e discussi. Tra le istituzioni militari merita di essere menzionata la flotta, che serviva alla polizia del Mare del Nord e della Manica, e tutelava quindi le coste galliche come quelle britanniche: la sua base era in Gallia, a Gesoriacum (Boulogne-sur-Mer).
Nessuna grande città britannica era sul mare: l'economia dell'isola era soprattutto agricola, e la sua potenza marinara pressoché inesistente. Tuttavia esistevano numerosi approdi muniti, che furono ampliati e attrezzati dai Romani, sia sulla costa meridionale di fronte alla costa belgica, come Anderida (Pevensey), Portus Lemanis (Lymne), Dubrae (Dover), Rutupiae (Sandwich) e Regulbium (Reculver), sia nelle numerose insenature delle coste sino ai confini della Caledonia.
Il sistema poleografico britannico rimase immutato: tuttavia la maggior parte dei grossi centri venne rinnovata, ricevendo un impianto urbanistico romano; a pochi furono date istituzioni coloniarie. La penetrazione civile romana cominciò dal bacino del Tamigi (Thamesa), dal quale si sviluppò anche il sistema viario. In questa area stanno i più celebri centri civili britannici rinnovati dai Romani, tra cui Londinium (Londra), già scalo fluviale e il maggiore nodo stradale dell'isola, riunendosi in essa le strade dagli approdi costieri meridionali e le due grandi arterie verso il N; la prima da Londinium si dirigeva a oriente verso la prima colonia istituita dai Romani già con Claudio, divenuta anche un centro del culto imperiale, cioè Camulodunum (Colchester), e poi proseguiva per Lindum (Lincoln), colonia Flavia, attraversava l'alto bacino dell'Abus (Humber), ove sorgeva la città più fiorente del centro dell'isola, Eboracum (York), anch'essa colonia romana, e proseguiva per i due valli; l'altra strada si dirigeva a N-O, tenendosi sul displuvio dei due mari, incontrava Verulamium, uno dei più antichi municipi della provincia, e raggiungeva l'alto bacino del Sabrina (Severn) a Viroconium (Shrewsbury), donde per Deva (Chester) proseguiva per il settentrione.
L'asse demografico e commerciale più importante dell'isola era però la strada che risaliva da Londinium il bacino del Tamigi, toccava il nodo viario di Calleva Atrebatum (Silchester), fiorente città romana, e giungeva verso la foce del Sabrina nel paese dei Silures (Galles), ove toccava le città di Venta e Isca Silurum, un altro ramo da Calleva metteva a Durocornovium e a Glevum (Gloucester), colonia neroniana. Sostanzialmente i momenti principali della sistemazione urbanistica e politica dei centri britannici si ebbero con Claudio, con Vespasiano e con Adriano. L'organizzazione pagense non subì notevoli rivolgimenti.
Per la topografia archeologica, i resti monumentali e l'arte si vedano le voci: colchester, corbridge, leicester, londra, low ham, mildenhall, silchester, traprain low, verulanium, york.
Bibl.: T. Rice Holmes, Ancient Britain and the Invasions of Julius Caesar, Oxford 1907; J. Ward, The Roman Era in B., Londra 1911; J. O. Bevan, The Towns of Roman B., Londra 1917; Th. Codrington, Roman Roads in B., Londra 1918, 3a ed.; A. Alkinson, The Governors of B. from Claudius to Diocletian, in Journ. Rom. Stud., XII, 1922, pp. 60-73; F. J. Haverfield, The Romanization of the Roman B., Oxford 1923, 4a ed.; E. Foord, The Last Age of Roman B., Londra 1925; E. Birley, Roman B. and the Roman Army, Collected Papers, Kendal 1953; J. A. Margary, Roman Roads in B., I, South of the Foss Way-British Channel, Londra 1955; J. Lindsay, The Romans Were Here. The Roman Period in B. and Its Place in Our History, Londra 1956.
(G. C. Susini)
Iconografia. - Le prime personificazioni di B. appaiono in monete emesse nel 119 d. C. per commemorare l'inaugurazione di una nuova frontiera, l'erezione del valium in seguito a tumulti avvenuti all'inizio del regno di Adriano (Spartianus, Vita Hadriani, 5, 2; 11, 2); in esse B. appare raffigurata seduta, con il gomito sul ginocchio destro, e con la mano destra reggente la testa, non in attitudine di dolore, ma di vigilanza. È caratterizzata da abiti indigeni: una corta tunica, bracae, bassi stivali, un ampio mantello ornato di frangia raccolto sulla spalla destra; nella mano sinistra regge una spada; si vede pure un grande scudo con orlo decorato e con un grande umbone nel mezzo, tipicamente britannico (uno scudo simile fu trovato nel 1798 nel Galles del N: v. celtica, arte). La roccia su cui B. posa il piede raffigura la regione settentrionale; i capelli sono resi a lunghi ed incomposti riccioli.
Le monete esaltanti l'adventus di Adriano in B. presentano la provincia vestita di un lungo chitone e di himàtion, il cui orlo superiore appare tirato sulla testa: è la personificazione dell'area civile della B. che dà il benvenuto ad Adriano.
Le raffigurazioni sulle monete di Antonino Pio si riallacciano a quelle adrianee, ma mostrano qualche differenza: B. non poggia la testa sulla mano, il viso è mostrato di profilo, indossa chitone ed himàtion ed in testa ha un elmo; è vista sempre in atteggiamento di vigilanza. In altre monete di Antonino Pio, B., con corti stivali, bracae e un corto chitone, comanda alle onde: nella sinistra regge una spada e nella destra uno stendardo; il viso è visto di profilo ed i capelli sono raccolti all'indietro in un nodo: è seduta su un globo, volta verso sinistra. In un secondo tipo, B. è seduta su una roccia; il braccio sinistro poggiato su un lungo scudo ovale con un bordo decorato ed un umbone centrale.
B. capta appare su monete del 156: B. con corto chitone, bracae, mantello, seduta su una roccia su cui poggia la mano sinistra; il ginocchio destro è sollevato e sostiene il gomito destro mentre la testa è inchinata ed il mento posa sulla mano.
Le personificazioni di B. continuano nelle monete di Commodo, Settimio Severo, Caracalla, Geta senza sostanziali varianti; in una figurazione severiana la vediamo vestita di chitone, con le mani legate dietro la schiena. Nel 286 l'usurpatore Carausio emise monete con la B. e con la propria immagine. L'ultima figurazione della B. appare su monete di Costanzo Cloro a ricordo della uccisione di Carausio: B. ha un lungo chitone, uno scudo oblungo, la lancia nella sinistra e una palma nella destra.
Bibl.: Monete di Adriano: Mattingly-Sydenham, Roman Imper. Coin., II, Londra 1926, p. 412, n. 577; p. 453, n. 882. Monete di Antonino Pio: III, p. 121, n. 743; Journ. Rom. Stud., XIV, 1924, tav. XXIV, 4; Mattingly-Sydenham, cit., III, p. 142, nn. 930, 934, tav. VI, 124. Monete di Commodo: Journ. Rom. St., XIV, 1924, tav. XXIV, 8; Mattingly-Sydenham, cit., III, p. 416, n. 437. Monete di Settimio Severo, Caracalla, Geta: Cohen2, IV, pp. 75-77, 195, 209, 210; 275-277. Monete di Carausio e Costanzo Cloro: Journ. Rom. Stud., XIV, 1924, tav. XXIV, 11; p. 155, fig. 22.
(L. Rocchetti)