BRISSA di Toppo (Brisa de Top)
Figlio di un Siurido. secondo lo Joppi, e di un Sigifredo e di Ippolita di Valvasone, secondo il Della Torre, appartenne a una famiglia di ministeriali friulani, i di Ragogna, che, acquistato nel 1220 il castello di Toppo, vi si stabilirono assumendone il nome.
La prima notizia sicura su di lui risale al 14 genn. 1276, quando partecipa alla decisione del capitolo di Concordia di sopprimere la comunione dei beni capitolari e di assegnare a ciascun canonico l'equivalente prebenda di una pieve o di una parte di essa. A B., il quale compare nel documento come ultimo dei canonici concordiesi, essendo evidentemente il più giovane (il che, dati i limiti di età prescritti per la consacrazione, potrebbe far collocare la sua nascita intorno alla metà del secolo), spettò la pieve di Concordia da condividere con altri due canonici.
Il 28 genn. 1277 appare come testimone di un contratto di vendita. Nel 1279 è accanto a Enrico vescovo di Trento quando questi, in seguito alla mediazione del vescovo di Feltre, assolse dalla scomunica il conte del Tirolo, Alainardo (3 agosto) e quando si riconciliò con i signori di Castelbarco (9 agosto). Testimone ad alcuni contratti il 23 sett. 1281, l'8 marzo 1285 fu presente alla pace conclusa, ad opera del vescovo di Concordia, tra Venezia e il patriarca d'Aquileia Raimondo Della Torre. Sempre nel 1285, mentre si trovava a Spilimbergo, i canonici di Trieste lo invitarono ad accogliere una loro elezione: B. si riservò la risposta dichiarando di volersi prima consultare con il vescovo di Concordia.
Se, come è probabile, l'elezione che gli veniva offerta riguardava il vescovato triestino, la sua indecisione sarebbe spiegata dal fatto che doveva essere stato eletto a quel vescovato anche Giacomo di Cividale. Le fonti non sono chiare al riguardo: comunque B., dopo essere stato eletto il 16 genn. 1286 canonico di Cividale, assunse l'anno successivo la cattedra triestina. Solo il 19 apr. 1287, infatti, il patriarca d'Aquileia Raimondo lo confermò vescovo di quella città.
B. assumeva il vescovato in un momento difficile. La pace conclusa nel 1285 con Venezia era stata particolarmente pesante per Trieste. Perciò, proprio nel 1287 il Comune, prima della scadenza dei termini per il pagamento dei risarcimenti bellici, decise di riaprire le ostilità contro Venezia, mentre B., per far fronte alla diminuzione delle entrate del vescovato e alle maggiori spese, conseguenza della guerra e delle sue devastazioni, cercava di aumentare le imposizioni sugli enti i quali meno avevano sofferto (il 30 sett. 1287 e il 16 ag. 1288 i frati della cella dei SS. Martiri di Trieste ricorsero alla S. Sede contro la decisione di B., che aveva imposto il pagamento al vescovato della metà del reddito del vino della cella).
Il 18 ag. 1288 Niccolò IV intervenne per porre fine alle ostilità e per far restituire a Trieste e al vescovo i castelli occupati dai Veneziani. L'intervento non ebbe successo e nella primavera seguente B. dovette recarsi al Parlamento friulano per chiedere soccorsi per i Triestini assediati. Ottenne l'invio di un grosso esercito che riuscì a porre fine all'assedio del Comune. Ma la situazione rimaneva ancora grave per il blocco marittimo e le scorrerie nel territorio cittadino e nei feudi vescovili. B. - che nel 1289 troviamo presente ad Udine alla tregua giurata dagli uccisori di Leonardo di Savorgnano - fu costretto nel 1290 a dare in pegno al fiorentino Cino Diotisalvi la "muda" di Trieste per poter far fronte alle spese della difesa imposta dalla guerriglia.
La pace di Treviso del novembre 1291 trovava i beni del vescovato in uno stato di grave depauperimento cui non poté sopperire la restituzione del castello di Moccò, centro della signoria vescovile nel Carso. Perciò nel 1295 B. - che già il 16 febbr. 1293 aveva ceduto al vescovo di Capodistria le decime di Muggia, per lui irriscuotibili, in cambio della pieve di San Canzian d'Isonzo - col consenso del patriarca di Aquileia e del capitolo di Trieste diede in locazione al Comune, per 200 marche nuove frisacesi, l'ufficio del gastaldo, la giurisdizione criminale e le regalie, riservandosi soltanto i diritti di "muda", di zecca, le decime e i feudi: per la tutela dei suoi beni, comunque, il vescovei aveva la facoltà di chiedere la protezione del Comune.
Alcuni storici hanno voluto vedere in questa cessione una capitolazione incondizionata del vescovo-conte di fronte al Comune. In realtà una cessione del genere non era un fatto tanto straordinario se nel 1300 lo stesso patriarca d'Aquileia la ripeterà per i suoi diritti marchionali in Istria; essa è forse, invece, l'espressione di un orientamento più concreto nella gestione dei beni, che coglieva l'insufficienza dei precedenti metodi di godimento dei redditi, e perciò se ne allontanava.
B. continuò ad esercitare una certa attività nel normale quadro di investiture e concessioni: il 28 sett. 1298, per esempio, concedeva un feudo a. Ottobono di Giuliano Lombardo. Nel 1299 era in lotta con il Comune di Umago per l'affermazione dei diritti vescovili.
Morì in quell'anno, il 2 ottobre per il Babudri, entro il 10 ottobre per il Kos.
Fonti e Bibl.: Cividale, Museo Nazionale, Pergamene capitolari, VII, 57, 115/III, 129; VIII, 39; Ibid., G. D. Guerra, Otium foroiuliense (ms. sec. XVIII), XVI, p. 105; XXII, pp. 128, 142, 351, 369; XXVIII, pp. 24, 126; L, pp. 621-38; LV, p. 53; Archivio di Stato di Trieste, Intendenza commerciale delLitorale, 667, docc. 9-10; Trieste, Biblioteca comunale, 1/1 B5: L. de Jenner, Le chiese di Trieste (ms. sec. XIX); 1/71 B6: Id., I vescovi di Trieste;Udine, Biblioteca comunale, G.Bianchi, Documenti manoscritti, VII, cc. 391, 393; VIII, 500; IX, 524 s., 546-548, 557 s.; X, 641 s., 645; XI, 686, 720; Ibid., Genealogie alfabetiche (ms. sec. XIX): Famiglie di Toppo,di Ragogna,di Pinzano, a cura di V. Joppi; Arch. di Stato di Udine, Arch. Toppo, b. 38, fasc. 475; Ibid., Albero geneal. (ms. sec. XIX), a cura di M. Della Torre; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, V, Venetiis 1720, col. 579; B. M. De Rubeis, Mon. ecclesiae Aquileiensis, Argentinae 1740, Appendix, coll.26, 39; P. Kandler, Codice diplomatico istriano, Trieste 1847-61, ad annos 1285, 1288-89, 1295, 1299; G. Cappelletti, Le chiese d'Italia, VIII, Venezia 1851, pp. 693 s.; F. Di Manzano, Annali del Friuli, Udine 1862, III, pp. 160, 174, 188, 194, 196, 206, 245, 253-55; A. Theiner, Vetera monumenta Slavorum meridionalium historiani illustrantia, Romae 1863, I, pp. 103 s.; Thesaurus ecclesiae Aquileiensis, a cura di G. Bianchi, Udine 1847, p. 227 n. 534; A. S. Minotto, Documenta ad Forumiulii,Patriarchatum Aquileiensem,Tergestum,Istriam,Goritiam spectantia,Regesta, Venezia 1870, I, pp. 34, 41; G. Bianchi, Indice dei documenti per la storia del Friuli dal 1200 al 1400, Udine 1877, pp. 21, 24, 27 8.; V. Joppi, Aggiunte inedite al Codice diplomatico istrotergestino (nozze Porenta-Totto), Udine 1878, pp. 42 s.; F. Salata, Fontes rerum Austriacarum, in Atti e memorie della Soc. istriana di archeol. e storia patria, XIII (1897), p. 187; Iuliani canonici civitatensis chronica, in Rer. Ital. Script., 2 ed., XXIV, 14, a cura di G. Tambara, pp. 19, 22, 25; A. Potthast, Regesta pontificum romanorum, Graz 1957, II, p. 1946 n. 1296; I. Della Croce, Historia antica e moderna della città di Trieste, Venezia 1698, p. XIV; P. Naldini, Corografia ecclesiastica o sia descrittione della città e diocesi di Giustinopoli, Venezia 1700, p. 86; R. Coronini De Cronberg, Operum miscellaneorum, I, Venetiis 1769, p. 139, e Appendice, pp. 29-31; G. B. Verci, Storia della Marca Trivigiana e Veronese, IV, Venezia 1787, p. 78; G. A. Bonomo, Sopra le monete dei vescovi di Trieste, Trieste 1788, p. 39; Appendice, pp. XVI-XXII; G. Mainati, Croniche ossia memorie storiche sacro-profane di Trieste, Venezia 1817, I, pp. 222-70; C. d'O. Fontana, Illustrazione d'una serie di monete dei vescovi di Trieste, in Archeografo triestino, III (1831), pp. 321 s.; M. Della Torre, Biografia di quattro vescovi che governarono la chiesa di Trieste nel sec. XIII,ibid., pp. 337 s.; S.Terpin, Episcopi ecclesiarum Tergestinae atque Iustinosolitanae, Tergesti 1833, pp. 46 s.; P. Kandler, Serie dei vescovi di Trieste, in Pel fausto ingresso di mons. B. Legat,vescovo di Trieste e Capodistria, Trieste 1847, p. 51; E. Degani, La diocesi di Concordia, San Vito al Tagliamento 1880, pp. 42, 131-33, 183, 301; V. Scussa, Storia cronogr. di Trieste, Trieste 1885, pp. 60-62; E. Degani, I signori di Ragogna,di Toppo e di Pinzano. Note stor., Udine 1894, p. 15; B. Benussi, La regione Giulia, Parenzo 1903, p. 153; M. A. Nicoletti, Il patriarcato d'Aquileia sotto Raimondo della Torre, Udine 1910, pp. 51, 56, 64, 106, 118; M. Kos, Opazke h kronoloèki vrsti trìaèkih èkofov v srednjem veku, in Carniola, VII (1916), pp. 176 s.: F. Babudri, Nuovo sillabo cronologico dei vescovi di Trieste, in Archeografo triestino, s. 3, IX (1921), pp. 203 s.; P. Paschini, Raimondo della Torre Patriarca d'Aquileia, in Memorie storiche forogiuliesi, XVIII (1922), pp. 97, 115, 122-26, 131; XIX (1923), pp. 40, 43, 49, 54, 90-100; XXI (1924), pp. 57 s., 63; B. Benussi, L'Istria nei suoi due millenni di storia, Trieste 1924, pp. 204 s.; A. Tamaro, Storia di Trieste, Roma 1924, I, pp. 164, 169 s., 198; G. De Vergottini, Lineamenti storici della costituzione politica dell'Istria durante il Medioevo, Roma 1925, II, pp. 93-95; A. Benedetti, B. de T. vescovo di Trieste, in La Porta orientale, XXVIII (1958), pp. 30-35; O. De Martin, Studi e ricerche su Toppo e il Friuli, Udine 1966, p. 14; A. Benedetti, Qualche notizia sul castello di Toppo e sulla famiglia che da esso prese il nome, in Il Noncello (Pordenone), 1969, n. 28, pp. 57 s.; Dict. d'Hist. et Géogr. Eccl., X, coll. 1761 s.; P. B. Gams, Series episcoporum, Ratisbonae 1830, p. 319; C. Eubel, Hierarchia catholica, I, Monasterii 1913, p. 477.