BRIOSCO, Benedetto da, di Ardizolo (o dei Brioschi, come egli stesso si chiama)
È tra gli scultori lombardi del Rinascimento uno dei più notevoli. L'attività sua rimase circoscritta all'ambito della sua regione: Milano, Pavia, Cremona. Un'unica volta appare il suo nome fuori di patria, tra coloro che ai primi del Cinquecento lavorano presso la zecca dei marchesi di Saluzzo. La sua prima attività fu nel duomo di Milano, dove già nel 1483 eseguiva una statua di S. Apollonia, ora perduta o almeno non identificabile: vi resta invece sopra un pilone una sua S. Agnese, eseguita nel 1491, elegante e nobile figura. Subito dopo, e già nel 1491, il B. passò a lavorare nella certosa di Pavia. Quivi inscrisse il proprio nome nella statua della Vergine posta sulla fronte del mausoleo di Gian Galeazzo Visconti, innalzato da Gian Cristoforo Romano (1494-1497), dove la sua mano appare anche in qualche parte della decorazione e nella statua del duca, posta nella nicchia posteriore. La collaborazione del B. ai rilievi decorativi della facciata della certosa si fece intensa dal 1497. Nel 1501 l artista passò a decorare il grandioso portale, lasciato interrotto dall'Amadeo, manifestando la sua facile vena narrativa in una serie di scene storiche (fondazione dell'ordine dei certosini; posa della prima pietra della certosa; trasporto nella certosa della salma di Gian Galeazzo Visconti; consacrazione della chiesa). In esse il suo stile, delicato ed elegante, contrasta con la secchezza propria dell'Amadeo e dei suoi più immediati seguaci. Nel 1506 il B. ebbe incarico di decorare l'arca dei Ss. Pietro e Marcellino, già in S. Tommaso di Cremona e ora nella cripta del duomo della stessa città, ma non poté compire quel lavoro della sua maturità. Con il mediocre scultore lombardo Tommaso Cazzaniga lavorò alla tomba di Pier Francesco Visconti, già nella chiesa del Carmine di Milano, e a quella Brivio in S. Eustorgio. Il Lomazzo ne ricorda bassorilievi di battaglie sulla tomba del Lautrec nella chiesa milanese di S. Marta, ora demolita.
Francesco, figlio di Benedetto, fu scultore di scarsa personalità. Lavorò per la certosa di Pavia, per il duomo di Milano e per le tombe dei Trivulzio in S. Nazaro pure a Milano.
Bibl.: F. Malaguzzi-Valeri, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911; H. Lehmann, Lombardische Plastik im letzten Drittel d. XVI. Jahrh., Berlino 1928, p. 67 segg.; S. Vigezzi, La scultura lombarda nel Cinquecento, Milano 1929, p. 19 segg.