BRIANZA (A. T., 20-21)
Regione collinosa lombarda a nord di Monza, compresa fra i fiumi Seveso e Adda; si estende sull'anfiteatro morenico adduano o lariano, tra i due rami di Como e di Lecco, ed è limitata a oriente dall'Adda che durante le successive glaciazioni e i relativi periodi interglaciali che si susseguirono nel pleistocene continentale subalpino esercitò funzione di torrente glaciale.
Se l'Adda fosse stata sempre com'è ora, l'emissario del ramo di Lecco, le colline della Brianza rappresenterebbero solo le cerchie moreniche di destra del grande anfiteatro; ma non è escluso che l'antico torrente glaciale possa aver percorso, più o meno a lungo, anche il ramo di Como, tante sono state le migrazioni del corso dei fiumi nella prima metà dell'era quaternaria o neozoica. In tal caso sarebbe meglio spiegata la continuità della zona collinosa verso occidente ossia sulla destra del Seveso, fino a confondersi col grandioso anfiteatro morenico del Verbano, o del Toce (Ticino), che si estende in cerchie concentriche da Varese fino a Borgomanero.
Qualcuno assegna alla Brianza più ristrettí confini: fra l'Adda e il Lambro; altri osservano come questa operosa, ridente e fertile zona ebbe estensione variabile, ma che oggi tale nome indica approssimativamente il territorio fra Monza a sud, l'Adda ad est, il Seveso ad ovest, e il piano d'Erba al nord, cioè, delimitandolo con le linee ferroviarie e con le strade di grande comunicazione: il triangolo fra le linee Monza-Lecco, Monza-Como, Como-Lecco.
Nelle torbiere di Bosisio e di Pusiano si rinvennero tracce della vita preistorica della regione, dopo il ritiro definitivo del ghiacciaio, come più tardi compaiono quelle della dominazione celtica e della vita romana.
Invano, forse, si domanderebbe oggi che cosa dia unità alla regione. Sono nomi che rimangono scritti sulla carta perché si chiamarono sempre così; ma non ci sono ragioni etniche speciali per circoscrivere la popolazione della Brianza in un'isola a sé. Storicamente, alla regione brianzola, passate le incursioni barbariche e il dominio longobardo, non si potrebbe assegnare una vera unità se non durante il periodo feudale, quando, diviso l'agro milanese in contadi, venivano raggruppate sotto il contado della Martesana e mantenute sotto la diocesi di Milano quelle pievi che costituiscono il nucleo della Brianza propriamente detta. Tale territorio, teatro di molte lotte e passioni, ha qualche pagina che si stacca dalla storia delle vicine città di Milano, Lecco e Como, pur seguendone in generale le sorti. Tuttavia, se si vuole oggi trovare una spiegazione per conservare quel nome, le ragioni sono due: la prima è dovuta alla consuetudine, e la seconda alla natura del suolo collinoso, di origine morenica, che la distingue dall'antistante pianura.
L'idrografia della regione è caratterizzata, oltre che dai fiumi Seveso, Lambro e Adda ai quali si è accennato, anche e specialmente dai numerosi e pittoreschi laghetti morenici ai quali sono da attribuire i seguenti dati:
Ha diritto a speciale rinomanza il laghetto di Pusiano, lungo km. 4 e largo km. 2,5, con l'Isolino dei Cipressi; sulla riva orientale del lago, circondato da torbiere, sorge il paese di Bosisio (a km. 6, i dalla stazione di Erba) che diede i natali al Parini. Il maggiore dei laghetti brianzoli è quello di Annone o di Oggiono, così chiamato dai due paesi vicini; esso è separato in due bacini dalla sottile penisoletta d'Isella.
L'amenità del paesaggio, l'ampiezza degli orizzonti verso il piano lombardo, le belle vedute verso le prime creste alpine, la salubrità dell'aria, come pure la vicinanza e la facilità delle comunicazioni, fecero della Brianza un luogo di villeggiatura dei Milanesi, che vi costruirono innumerevoli ville, alcune delle quali sontuose.
I centri più importanti della Brianza in senso esteso, compresi quindi i comuni che ne delimitano il territorio, sono: Como, Erba, Lecco, Cantù, Merate, Brivio, descritti sotto le rispettive voci, oltre a Carate, Missaglia, Oggiono ed altri paesi minori.
La Brianza è circoscritta e attraversata da una fittissima rete ferroviaria, tramviaria e automobilistica. Appartengono alle Ferrovie dello Stato le linee: Milano-Monza-Como; Milano-Monza-Lecco; Milano-Monza-Bergamo; Como-Cantù-Merone; Oggiono-Lecco. Alle Ferrovie Nord Milano le linee: Milano-Saronno-Como; Saronno-Seregno; Milano-Seveso-Erba-Incino; alla Ferrovia centrale della Brianza la linea: Monza-Molteno-Oggiono; oltre al servizio tramviario: Monza-Carate; Milano-Carate-Giussano; Monza-Meda-Cantù; Monza-Casatenovo-Bevera. La città di Como è collegata con Milano da un'autostrada.
Mancano naturalmente dati precisi e completi sulle condizioni economiche, agricole, industriali e commerciali della Brianza poiché non si tratta di un'entità amministrativa.
Le principali industrie della regione sono la tessitura serica, la tessitura di nastri, la tintoria, l'appretto e la stamperia dei tessuti serici, la trattura e la torcitura della seta, l'industria dei merletti, la tessitura del cotone, la metallurgia, l'industria meccanica, la cartaria, la poligrafica, quella del legno, delle calci e cemento, dei laterizî, dei salumi, del vino, l'industria turistica ed alberghiera, le piccole industrie e l'artigianato.
Il comune di Cantù ha una scuola professionale maschile del mobilio, e una femminile del merletto; anche in altri piccoli centri fioriscono le piccole industrie, e relative scuole professionali. Fiorente vi è in genere l'agricoltura (foraggi e granaglie, allevamento del bestiame, frutticoltura, viticoltura, orticoltura), e specialmente la bachicoltura.
L'organizzazione commerciale ha un esempio notevole nell'esposizione permanente del mobilio a Cantù, e in analoghe esposizionivendite per altre produzioni, come per esempio i merletti. Caratteristica è poi la piccola industria a forma di azienda famigliare che si è consolidata in modo mirabile nel Canturino per la fabbricazione dei mobili. Varie altre lavorazioni del legno sono notevoli, come quella di oggetti scolpiti e di statuette di legno colorate. Meritano di essere ricordati anche i merletti e le trine, che hanno oramai una fama bene assodata e che sono di produzione dell'artigianato femminile. (V. tavv. CLXXXV a CLXXXVIII).