Eno, Brian
Il musicista che ha inventato gli spazi sonori
Musicista inglese noto per la sua attività di produttore, Brian Eno è un artista multimediale, teorizzatore dell'ambient music, abile nel creare scenari sonori ancor prima che melodie e armonie. Eno parla di sé stesso come di un 'non musicista', che mette le sue capacità al servizio di altri artisti di varia provenienza, dal rock progressivo alla new wave, dalla new age al punk
Da solista, Brian Eno (il cui nome completo è Brian Peter George St. Jean le Baptiste de la Salle Eno, nato a Woodbridge, Gran Bretagna, nel 1948) debutta insieme a Robert Fripp con No pussyfooting (1973), dove sottopone la musica del chitarrista a trattamenti di tape looping (ripetizione continua di un frammento musicale preregistrato su nastro). Lo stesso approccio creativo, basato più sulla fase di postproduzione che su quella dell'esecuzione, Eno riserva a Here come the warm jets (1973) e Taking tiger mountain (By strategy) (1974), una miscela di pop e avanguardia che ben sintetizza la sua arte di quel periodo. Another green world (1975) e Before and after science (1977) completano questa produzione, nella quale la dimensione pop lascia il passo sempre più alla ricerca di 'ambienti' sonori.
Il primo tentativo verso una musica 'scenografica', frutto di un talento quasi pittorico, Eno lo compie con Discreet music (1975), in cui abbandona la forma canzone per abbracciare il concetto di musica come 'arredo' dello spazio. Il periodo ambientale di Eno coincide con operazioni di sonorizzazioni spaziali: Ambient 1 - Music for airports (1978); Ambient 2 - The plateaux of mirror, Ambient 3 - Day of radiance (1980); Ambient 4 - On land (1982). In queste realizzazioni il suo intento non è quello di creare musica funzionale all'ascoltatore, ma di stimolare nuovi livelli di percezione del suono.
Eno procede nel proprio cammino musicale nel corso degli anni rinnovandosi, senza fossilizzarsi sulle sue intuizioni. All'inizio degli anni Ottanta un richiamo all'esotismo guida la sua opera come dimostrano Fourth world, vol.1: Possible musics (1980) con il trombettista Jon Hassell e quello che viene considerato uno dei suoi pezzi migliori, My life in the bush of ghosts (1981) con David Byrne, dove vengono utilizzati interventi vocali 'rubati' a talk shows, preghiere islamiche, pop mediorientale in un curioso collage dall'effetto insolito.
Ma i campi esplorati sono i più vari e non tutti strettamente connessi alla musica. Lo interessano i processi mentali che portano alla creazione e a tale proposito elabora nel 1975 le Oblique strategies, raccolta di massime e ammonimenti casuali scritti su fogli disseminati nella sala prove e nello studio di registrazione, di cui l'artista segue le indicazioni deviando dalla routine compositiva.
Le arti multimediali affascinano Eno per tutti gli anni Settanta. Nel 1980 dà vita alla videoinstallazione Mistaken memories of medieval Manhattan, nel 1989 compie un'analoga operazione in Giappone per l'inaugurazione del tempio scintoista di Tenkawa, mentre nel 1995 organizza Self-storage con Laurie Anderson a Wembley, sempre mettendo a punto quelli che lui stesso definisce "quiet clubs", spazi dove suoni ambientali vengono enfatizzati e dilatati.
Eno non si preclude alcuna via e sovente gioca a spiazzare il suo pubblico: preso dai suoi lavori ambientali non rinuncia a produrre per la sua etichetta Antilles records una compilation provocatoria come No New York (1978), dove raccoglie alcune delle più intransigenti ed estreme punk bands della metropoli americana, dando il via al fenomeno della no wave, che superò i canoni musicali dello stesso movimento punk.
Molto nota è anche la sua attività di produttore di artisti rock come Talking Heads, Devo, Ultravox, David Bowie, U2. Negli anni Novanta Eno tiene alta la guardia e propone ottimi lavori di rock elaborato con il sintetizzatore (synth-rock) come Wrong way up (1992) insieme a John Cale e Neroli (1993).
Da sempre interessato agli sviluppi di Internet, nel 2004 insieme a Peter Gabriel ha proposto al Midem di Cannes il progetto Mudda (Magnificent union of digitally downloading artists), chiamando a raccolta musicisti interessati a nuove forme di fruizione e di distribuzione della musica.